Par condicio, ovvero: può un’aspirina curare un tumore?
Come per molte questioni italiane, l’attuale scontro sulla “par condicio”
si sta svolgendo su di un piano totalmente astratto, non essendo stati
affrontati i problemi alla base.
Tra questi, inutile nasconderselo o far finta di nulla, c’è
che non vi è nulla di più normale che, nell'ambito di un
corpo elettorale di oltre 40 milioni di aventi diritto, possa esservi un
discreto numero di elettori facilmente soggetto ad essere influenzato da
accorti e continui messaggi mediatici e, quindi, condizionato nella propria
scelta di voto.
L’uno per cento? Il dieci per cento?
Sicuramente più vicini all’uno che al dieci. Ma quale che sia
questa percentuale, va verificato sino a quale livello, a seconda del sistema
elettorale adottato, l’eventuale manipolazione delle coscienze operata
da un solo soggetto politico potrebbe avere influenze più o meno
gravi sul quadro politico generale e sull’intero sistema istituzionale.
Come si ricorderà, una delle caratteristiche del proporzionale
era che senza eccezionali spostamenti di voti non era possibile ipotizzare
un mutamento del quadro politico o dei rapporti all'interno delle alleanze
di Governo.
Diversamente, con il maggioritario è sufficiente spostare anche
soltanto pochi voti per riuscire ad ottenere il governo del paese.
In altre parole, il paradosso del sistema elettorale maggioritario
è che alla fine a decidere chi sarà a governare il paese
saranno proprio quegli elettori con poche certezze, quegli elettori, cioè,
più facilmente influenzabili.
Di qui, per l’appunto, le aumentate esigenze di risolvere la questione
delle pari opportunità.
Ma è il problema stesso che, alla luce dell’esperienza pratica,
consiglia il suo superamento per altre vie, rinunciando, in primo luogo,
al sistema elettorale di tipo maggioritario. Una rinuncia dovuta, vista
l’impossibilità di regolare per legge le pari opportunità.
La manipolazione delle coscienze, infatti, per quanto può essere
limitata, non può essere annullata del tutto.
Che senso ha vietare gli spot quando è praticamente impossibile
controllare l’informazione, televisiva e non soltanto televisiva, di tutti
i giorni? E come controllare che la stessa programmazione televisiva non
venga realizzata, con la scelta di particolari film o rubriche, proprio
al fine di creare delle particolari suggestioni nei telespettatori in occasione
delle scadenze elettorali?
E chi potrebbe porre sotto controllo l’attività politica di
tutti i giorni, con organizzazioni politiche con elevate capacità
finanziarie e quindi d’iniziativa e con materiale propagandistico in grandi
quantità, a fronte di altre strutture con molte meno risorse a disposizione?
E si potrebbe proseguire a lungo con questi esempi di “par condicio”
impossibile da stabilire per legge ... a meno di non vietare tutto con
la certezza che chi avrà più risorse alla fine riuscirà
a trovare il modo per utilizzarle.
Ma la difesa ostinata del sistema elettorale maggioritario, di per
sé in grado di amplificare e premiare a dismisura i comportamenti
antidemocratici di manipolazione delle coscienze, può giustificare
tutto questo accanimento terapeutico a colpi di aspirina?