Riforme Istituzionali
Rassegna stampa
 
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Il manifesto - 07/08/99 (Lettere & Mail)

Non ho scelta

     Cara Emma, anni fa ero una militante del Partito Radicale. Con questo partito sono anche stata candidata alle elezioni politiche all'inizio degli anni 90 ed insieme a te ho anche partecipato ad iniziative di campagna elettorale e ad un comizio in via Garibaldi qui a Torino dove vivo. Non ho potuto non rimanere sorpresa ed amareggiata al leggere il testo dei referendum che la lista che porta il tuo nome propone in questi giorni agli italiani. Come forse ti ricorderai sono sieropositiva da circa 11 anni e per la mia terapia, il servizio sanitario nazionale spende circa due milioni di lire al mese.
Con la tua proposta di referendum sulla Sanità, io non credo che avrei libertà di scelta: non credo infatti che nessuna compagnia privata mi prenderebbe in carico; io rappresento quello che gli assicuratori rifiutano in quanto "rischio certo" e o non mi assicurerebbero o mi chiederebbero delle cifre astronomiche che una comune lavoratrice quale io sono non potrebbe certo permettersi. Per me la libertà di scelta, in un regime di mercato liberista non esisterebbe. Resterebbe, è vero, a possibilità del Servizio sanitario nazionale, al quale verosimilmente contribuirebbero i meno abbienti. Non credo che un servizio simile sarebbe in grado di garantire le cure a me ed a tanti altri come me. Eppure, quando abbiamo fatta campagne elettorali insieme mi sembrava che i diritti delle persone con Hiv/Aids ti stessero molto a cuore.
E ora?
E non oso pensare a cosa potrebbe succedermi sul lavoro se passasse la libertà di licenziamento, che voi proponete, qualora le mie condizioni di salute dovessero portarmi ad assentarmi per malattia più spesso del solito.

Emilia Ferrara, volontaria di InformaGay



 
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