Riforme Istituzionali
L'Editoriale

05/01/2000
Franco Ragusa

Sentenza Cassazione: lettera aperta alle istituzioni

Egr. Presidente della Repubblica, fax: 06/46993125
Egr. Presidente del Consiglio, DALEMA_M@camera.it
Egr. Presidente della Camera, VIOLANTE_L@camera.it
Egr. Presidente del Senato, fax: 06/67062892

mi trovo purtroppo nella spiacevole situazione di dover richiedere un vostro intervento vista l’impossibilità, o personale incapacità, di riuscire a tutelare in prima persona i miei diritti politici e di cittadino.
Come certamente saprete, tra breve la Corte Costituzionale verrà chiamata ad esprimersi riguardo l’ammissibilità di numerosi quesiti referendari. Tra questi, anche quello riguardante la legge elettorale già bocciato dai cittadini con l’astensione dell’aprile scorso.
La Cassazione, infatti, ha ritenuto legittima la riproposizione del medesimo quesito prima della scadenza dei cinque anni, prevista dalla legge 25 maggio 1970 N° 352 art. 38, in quanto ha giudicato “non produttivo di effetti giuridici” il comportamento di oltre il 50% degli aventi diritto che, conformemente a quanto previsto dall’art. 75 Cost., ha utilizzato lo strumento dell’astensione per non approvare la proposta referendaria.
La mia impressione è che la Cassazione viva in un paese diverso dall’Italia, visto che le deve essere sfuggito che già in diverse consultazioni ai cittadini fu proposta la forma dell’astensione: in quanto strumento giuridicamente efficace, al fine di non far approvare la proposta referendaria; e politicamente più appropriato per rispondere alla parte politica che si fosse arbitrariamente attribuita la rappresentanza di istanze provenienti dalla società reale.
Ed è proprio partendo dalla realtà di tutti i giorni, dove è ormai consuetudine assistere alle “urla” di forze politiche che, forti di 500.000 firme, hanno la pretesa di rappresentare gl’interessi e le priorità di tutti cittadini, che appare quanto mai saggio e volutamente produttivo di effetti giuridici l’aver inserito in Costituzione anche la previsione del raggiungimento di un quorum per l’approvazione dei quesiti abrogativi. Una sorta di legittimazione che parte dal basso che, se non ricevuta, dovrebbe far riflettere sui reali bisogni del Paese.
Ma non è una presa di posizione politica ciò che chiedo ai vostri Uffici, ma la semplice possibilità di poter verificare la giustezza giuridica della sentenza della Cassazione.
Come?
E’ proprio questo il punto. Come può il comune cittadino attivare gli organi di controllo laddove si ritenga leso da una decisione del tipo in esame o da una legge per la quale non è possibile il verificarsi delle condizioni previste per far giungere la questione innanzi alla Corte Costituzionale?
Non escludo di essere ignorante in materia, ma, anche se così fosse, non credo che ciò possa costituire colpa grave al punto da non poter godere di alcuna tutela giuridica e politica (intesa come rispetto dei diritti costituzionalmente previsti).
Vi chiedo, pertanto, di adoperarvi, soprattutto lei, Egr. Presidente delle Repubblica, in quanto custode della Carta Costituzionale.
Altresì, credo sia interesse-dovere del Governo e del Parlamento che vi sia la certezza che la Costituzione e le leggi siano rispettate, ma soprattutto, credo che sia interesse-dovere di tutte le Istituzioni utilizzare le prerogative costituzionalmente previste per farsi da tramite laddove ai cittadini sia impedita la possibilità di ricorrere in prima persona.

Certo della vostra attenzione, con i più cordiali saluti.

Franco Ragusa


 

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