Sentenza Cassazione: lettera aperta alle istituzioni
Egr. Presidente della Repubblica, fax: 06/46993125
Egr. Presidente del Consiglio, DALEMA_M@camera.it
Egr. Presidente della Camera, VIOLANTE_L@camera.it
Egr. Presidente del Senato, fax: 06/67062892
mi trovo purtroppo nella spiacevole situazione di dover richiedere un
vostro intervento vista l’impossibilità, o personale incapacità,
di riuscire a tutelare in prima persona i miei diritti politici e di cittadino.
Come certamente saprete, tra breve la Corte Costituzionale verrà
chiamata ad esprimersi riguardo l’ammissibilità di numerosi quesiti
referendari. Tra questi, anche quello riguardante la legge elettorale già
bocciato dai cittadini con l’astensione dell’aprile scorso.
La Cassazione, infatti, ha ritenuto legittima la riproposizione del
medesimo quesito prima della scadenza dei cinque anni, prevista dalla legge
25 maggio 1970 N° 352 art. 38, in quanto ha giudicato “non produttivo
di effetti giuridici” il comportamento di oltre il 50% degli aventi diritto
che, conformemente a quanto previsto dall’art. 75 Cost., ha utilizzato
lo strumento dell’astensione per non approvare la proposta referendaria.
La mia impressione è che la Cassazione viva in un paese diverso
dall’Italia, visto che le deve essere sfuggito che già in diverse
consultazioni ai cittadini fu proposta la forma dell’astensione: in quanto
strumento giuridicamente efficace, al fine di non far approvare la proposta
referendaria; e politicamente più appropriato per rispondere alla
parte politica che si fosse arbitrariamente attribuita la rappresentanza
di istanze provenienti dalla società reale.
Ed è proprio partendo dalla realtà di tutti i giorni,
dove è ormai consuetudine assistere alle “urla” di forze politiche
che, forti di 500.000 firme, hanno la pretesa di rappresentare gl’interessi
e le priorità di tutti cittadini, che appare quanto mai saggio e
volutamente produttivo di effetti giuridici l’aver inserito in Costituzione
anche la previsione del raggiungimento di un quorum per l’approvazione
dei quesiti abrogativi. Una sorta di legittimazione che parte dal basso
che, se non ricevuta, dovrebbe far riflettere sui reali bisogni del Paese.
Ma non è una presa di posizione politica ciò che chiedo
ai vostri Uffici, ma la semplice possibilità di poter verificare
la giustezza giuridica della sentenza della Cassazione.
Come?
E’ proprio questo il punto. Come può il comune cittadino attivare
gli organi di controllo laddove si ritenga leso da una decisione del tipo
in esame o da una legge per la quale non è possibile il verificarsi
delle condizioni previste per far giungere la questione innanzi alla Corte
Costituzionale?
Non escludo di essere ignorante in materia, ma, anche se così
fosse, non credo che ciò possa costituire colpa grave al punto da
non poter godere di alcuna tutela giuridica e politica (intesa come rispetto
dei diritti costituzionalmente previsti).
Vi chiedo, pertanto, di adoperarvi, soprattutto lei, Egr. Presidente
delle Repubblica, in quanto custode della Carta Costituzionale.
Altresì, credo sia interesse-dovere del Governo e del Parlamento
che vi sia la certezza che la Costituzione e le leggi siano rispettate,
ma soprattutto, credo che sia interesse-dovere di tutte le Istituzioni
utilizzare le prerogative costituzionalmente previste per farsi da tramite
laddove ai cittadini sia impedita la possibilità di ricorrere in
prima persona.
Certo della vostra attenzione, con i più cordiali saluti.
Franco Ragusa