Grazie al risultato del 21 maggio, anticipato dall'inversione di tendenza
già registrata con il precedente referendum elettorale dell'aprile
del 99, si può finalmente tornare a discutere di sistemi elettorali
diversi dal maggioritario.
Sino a qualche mese fa parlare di "proporzionale" equivaleva
a dire una parolaccia; senza poi dimenticare che soltanto tre anni fa la
Commissione Bicamerale per le riforme (ma qualcuno la ricorda?) aveva votato
un impianto costituzionale di tipo presidenziale, con l'indicazione di
un sistema elettorale per la Camera di tipo maggioritario a doppio turno
di coalizione.
Da dove spunta fuori, allora, tutta questa improvvisa comprensione
e approvazione per il modello tedesco?
Tanto più che, sempre tre anni fa, nonostante il modello tedesco
fosse presente in gran parte dei progetti di revisione costituzionale del
centro-sinistra, la Commissione Bicamerale pensò bene di passare
ad altro.
In tal senso, mi permetto un'autocitazione (settembre 1997) ... sempre
per rinfrescare la memoria:
Tutto lo schieramento dell'Ulivo ha come nulla accantonato
la possibilità di formare una propria maggioranza, intorno ad una
proposta di premierato più vicina al modello tedesco, nonostante
gran parte dei progetti di legge presentati dai parlamentari del centro-sinistra
indicassero questa e non altre soluzioni. Il tutto per aderire ad una confusa
soluzione di "premierato forte" nella quale avrebbe potuto riconoscersi
pure la destra; pena il rischio del fallimento della Bicamerale.
L'alibi dell'accordo "largo" per giustificare soluzioni incredibili
prima (il premierato forte); l'accettazione del sistema presidenziale poi.
...
NOTA 7 - Durante la votazione sul testo base riguardante
la forma di governo (seduta N°. 33 della Bicamerale), Rifondazione
Comunista presentò una proposta alternativa che si rifaceva ampiamente
al modello tedesco e che aveva molti punti in comune con le proposte di
legge presentate alla Camera dei Deputati dai Verdi e dai Popolari nel
mese di gennaio (N° 2995 e N° 3088 degli atti della Camera); come
molti punti in comune aveva anche con la proposta presentata da alcuni
deputati del PDS, Folena, Mussi ed altri (N° 3071 degli atti della
Camera). Ma sia i Verdi che i Popolari dichiararono di preferire, a questa
proposta, la formula del premierato forte; formula poi uscita sconfitta
nei confronti del testo base riferito al semipresidenzialismo. (Dove
va la Costituzione?)
Più che sorprendersi, quindi, dell'"improvvisa" accettazione
del modello tedesco da parte dei DS, sarebbe forse stato meglio sorprendersi
prima, quando il modello tedesco non venne minimamente preso in esame dalla
Commissione Bicamerale, e ciò proprio per evitare la rottura con
il Polo che, e qualcuno forse ancora lo ricorda, non voleva sentir parlare
d'altro che di Presidenzialismo e di consolidamento del bipolarismo.
Un'altra citazione (settembre 1997), sempre per rinfrescare la memoria:
Pensando quindi alla sconfitta elettorale del Polo,
che per tutta la campagna elettorale aveva fatto del presidenzialismo un
punto qualificante del proprio programma (Una bandiera
che fu per lo più portata avanti con arroganza, ribadendo ad ogni
occasione che, in caso di vittoria del Polo, i cittadini avrebbero avuto
il presidenzialismo, anche a costo di votare da soli, con la maggioranza
di un solo voto, le riforme costituzionali), e verificare che,
paradossalmente (nonostante le elezioni perse!), le posizioni uscite vincenti
dai lavori della Bicamerale sono proprio quelle del Polo, viene naturale
chiedersi a cosa diavolo sia servito votare Ulivo.
È servito così a poco che neanche si era finito di
festeggiare la vittoria elettorale del centro-sinistra che già veniva
votata, in prima lettura, l'istituzione di una Commissione Bicamerale per
le riforme con praticamente già delineate le direttrici lungo le
quali sviluppare la nuova forma di governo (Da ricordare,
inoltre, che anche in questa circostanza è stata la destra a dettare
le condizioni per la stesura del testo della Legge costituzionale: eclatante
è stata l'imposizione del "referendum unico"). (Dove
va la Costituzione?)
Per certi versi, si può quindi dire che da allora gli equilibri
politici non sono mutati: il centro-sinistra, infatti, si ritrova di nuovo
ad inseguire le richieste del Polo. Questa volta non più su un chiaro
progetto di presidenzialismo, bensì su di un presunto modello tedesco.
Un modello tedesco, però (e non poteva infatti mancare il trucco),
da stravolgere a tal punto che, chiamando le cose con il loro vero nome,
ci ritroveremo con un progetto di riforma elettorale reso inutile
dal tentativo di salvaguardare due principi, tanto cari alla destra e alla
sinistra liberista, usciti indenni (così dicono) dalla frana del
mito del maggioritario: il bipolarismo e l'idea di poter realizzare un
sistema istituzionale protetto dai cosiddetti ribaltoni.
Insomma, nonostante le chiare indicazioni provenute dalle ultime due
tornate referendarie, al peggio non c'è mai fine.