Riforme Istituzionali
L'editoriale

20/06/2000
Franco Ragusa
 
Dopo la caduta del mito del maggioritario, gli apprendisti stregoni ripartono all'attacco.

Grazie al risultato del 21 maggio, anticipato dall'inversione di tendenza già registrata con il precedente referendum elettorale dell'aprile del 99, si può finalmente tornare a discutere di sistemi elettorali diversi dal maggioritario.
Sino a  qualche mese fa parlare di "proporzionale" equivaleva a dire una parolaccia; senza poi dimenticare che soltanto tre anni fa la Commissione Bicamerale per le riforme (ma qualcuno la ricorda?) aveva votato un impianto costituzionale di tipo presidenziale, con l'indicazione di un sistema elettorale per la Camera di tipo maggioritario a doppio turno di coalizione.
Da dove spunta fuori, allora, tutta questa improvvisa comprensione e approvazione per il modello tedesco?
Tanto più che, sempre tre anni fa, nonostante il modello tedesco fosse presente in gran parte dei progetti di revisione costituzionale del centro-sinistra, la Commissione Bicamerale pensò bene di passare ad altro.
In tal senso, mi permetto un'autocitazione (settembre 1997) ... sempre per rinfrescare la memoria:
   Tutto lo schieramento dell'Ulivo ha come nulla accantonato la possibilità di formare una propria maggioranza, intorno ad una proposta di premierato più vicina al modello tedesco, nonostante gran parte dei progetti di legge presentati dai parlamentari del centro-sinistra indicassero questa e non altre soluzioni. Il tutto per aderire ad una confusa soluzione di "premierato forte" nella quale avrebbe potuto riconoscersi pure la destra; pena il rischio del fallimento della Bicamerale.
L'alibi dell'accordo "largo" per giustificare soluzioni incredibili prima (il premierato forte); l'accettazione del sistema presidenziale poi.
...
   NOTA 7 - Durante la votazione sul testo base riguardante la forma di governo (seduta N°.  33 della Bicamerale), Rifondazione Comunista presentò una proposta alternativa che si rifaceva ampiamente al modello tedesco e che aveva molti punti in comune con le proposte di legge presentate alla Camera dei Deputati dai Verdi e dai Popolari nel mese di gennaio (N° 2995 e N° 3088 degli atti della Camera); come molti punti in comune aveva anche con la proposta presentata da alcuni deputati del PDS, Folena, Mussi ed altri (N° 3071 degli atti della Camera). Ma sia i Verdi che i Popolari dichiararono di preferire, a questa proposta, la formula del premierato forte; formula poi uscita sconfitta nei confronti del testo base riferito al semipresidenzialismo. (Dove va la Costituzione?)

Più che sorprendersi, quindi, dell'"improvvisa" accettazione del modello tedesco da parte dei DS, sarebbe forse stato meglio sorprendersi prima, quando il modello tedesco non venne minimamente preso in esame dalla Commissione Bicamerale, e ciò proprio per evitare la rottura con il Polo che, e qualcuno forse ancora lo ricorda, non voleva sentir parlare d'altro che di Presidenzialismo e di consolidamento del bipolarismo.
Un'altra citazione (settembre 1997), sempre per rinfrescare la memoria:
   Pensando quindi alla sconfitta elettorale del Polo, che per tutta la campagna elettorale aveva fatto del presidenzialismo un punto qualificante del proprio programma (Una bandiera che fu per lo più portata avanti con arroganza, ribadendo ad ogni occasione che, in caso di vittoria del Polo, i cittadini avrebbero avuto il presidenzialismo, anche a costo di votare da soli, con la maggioranza di un solo voto, le riforme costituzionali), e verificare che, paradossalmente (nonostante le elezioni perse!), le posizioni uscite vincenti dai lavori della Bicamerale sono proprio quelle del Polo, viene naturale chiedersi a cosa diavolo sia servito votare Ulivo.
È servito così a poco che neanche si era finito di festeggiare la vittoria elettorale del centro-sinistra che già veniva votata, in prima lettura, l'istituzione di una Commissione Bicamerale per le riforme con praticamente già delineate le direttrici lungo le quali sviluppare la nuova forma di governo (Da ricordare, inoltre, che anche in questa circostanza è stata la destra a dettare le condizioni per la stesura del testo della Legge costituzionale: eclatante è stata l'imposizione del "referendum unico"). (Dove va la Costituzione?)

Per certi versi, si può quindi dire che da allora gli equilibri politici non sono mutati: il centro-sinistra, infatti, si ritrova di nuovo ad inseguire le richieste del Polo. Questa volta non più su un chiaro progetto di presidenzialismo, bensì su di un presunto modello tedesco.
Un modello tedesco, però (e non poteva infatti mancare il trucco), da stravolgere a tal punto che, chiamando le cose con il loro vero nome, ci ritroveremo con un  progetto di riforma elettorale reso inutile dal tentativo di salvaguardare due principi, tanto cari alla destra e alla sinistra liberista, usciti indenni (così dicono) dalla frana del mito del maggioritario: il bipolarismo e l'idea di poter realizzare un sistema istituzionale protetto dai cosiddetti ribaltoni.
Insomma, nonostante le chiare indicazioni provenute dalle ultime due tornate referendarie, al peggio non c'è mai fine.
 


 

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