Riforme Istituzionali
Rassegna stampa
 
http://www.malcolmx.it/riforme/indexint.htm


La Repubblica - 13/01/2000

Vittoria Sivo

Confindustria si schiera per il "sì" ai referendum
"Ma le riforme dovrebbe farle il Parlamento"

La Confindustria rompe il silenzio fin qui tenuto sui referendum e si schiera apertamente per il sì. L'associazione guidata da Giorgio Fossa "condivide gli obiettivi dei referendum per la liberalizzazione del mercato del lavoro e per l'eliminazione della quota proporzionale nel sistema elettorale", annunciava ieri una nota di Viale dell'Astronomia. Una mossa che, per quanto prevedibile, ha provocato reazioni furibonde da parte dei sindacati, speranzosi fino all'ultimo in una neutralità del vertice confindustriale.
Pur mettendo nel conto la rottura con Cgil, Cisl e Uil dopo un anno di sostanziale distensione, la decisione del direttivo di Confindustria di appoggiare i referendum è stata presa ieri senza tentennamenti. Semmai qualcuno avrebbe preferito un passo ancora più deciso, facendo a meno della cautela del tono usato nel comunicato, laddove si dice che la Confindustria avrebbe preferito e continua a preferire "le riforme che passano al vaglio del Parlamento, nel rispetto dell'autonomia delle parti sociali". Tuttavia - dice la nota - le proposte di modifica "per ridurre i vincoli sulle assunzioni a termine, per liberalizzare veramente il collocamento, il part- time e il lavoro a domicilio, fermo restando l'obbligo al risarcimento patrimoniale, si sono sempre scontrate con la totale indisponibilità del sindacato e di alcune forze politiche". E' colpa di questa intransigenza se oggi ci sono i referendum. Così come il fallimento di ogni tentativo di riformare il sistema elettorale per via parlamentare "impone" alla Confindustria di cogliere l' occasione importante del referendum "per contribuire a dare finalmente al Paese un sistema politico stabile".
Una linea che i maggiori esponenti del direttivo hanno largamente condiviso. "La nostra posizione è in linea con quello di cui il Paese ha bisogno e, tra l'altro, corrisponde anche a quanto hanno più volte dichiarato in passato importanti uomini politici dei vari schieramenti", ha sottolineato il presidente della Pirelli Marco Tronchetti Provera. Quanto ai rapporti con i sindacati un ex-presidente di Confindustria come Vittorio Merloni è pronto a credere che la concertazione non andrà in frantumi"; del resto Cofferati, D'Antoni e Larizza debbono sapere che "sul lavoro o fanno le flessibilità o litighiamo col sindacato". Anche Cesare Romiti, presidente di Hdp, spera che il dialogo con i sindacati non vada in pezzi, mentre il vicepresidente di Confindustria Pietro Marzotto non pensa che l'indicazione della Confindustria a votare "sì" provocherà contraccolpi nella concertazione, "i sindacati sono troppo drastici, a volte drammatizzano".
Dall'esterno i commenti rispecchiano posizioni già note. Gelido nella sua laconicità quello del ministro del Lavoro Cesare Salvi: "Ne prendo atto" si è limitato a dichiarare, mentre Mario Segni si rallegra dell'importante pronunciamento a favore dei referendum. Fausto Bertonotti lancia fuoco e fiamme, decretando che con il suo gesto Fossa ha dato alla concertazione "il colpo di grazia".
Esultano i radicali, sottolineando che il questi anni non avevano mai smesso di incalzare la Confindustria, ricevendone tutt'al più "qualche pacca sulla spalla". Perciò - dice il radicale Benedetto Dalla Vedova - la nota ufficiale degli industriali "è un fatto nuovo e positivo", con la speranza che l'appoggio di Viale dell'Astronomia vada oltre le dichiarazioni di condivisione.
E' vivamente apprezzato da Giuliano Cazzola (ex dirigente della Cgil, noto eretico rispetto alle posizioni del sindacato) il fatto che "la sfinge Confindustria" abbia finalmente detto sì ai referendum, e questo rende ancora più "assordante" il silenzio tenuto al riguardo da Berlusconi. Al leader del Polo Cazzola chiede "quali interessi intende rappresentare Forza Italia". Gli ha risposto Casini: il Polo parlerà di referendum solo dopo le decisioni della Corte Costituzionale e le elezioni regionali.
E oggi la Corte si riunisce in camera di consiglio per iniziare il giudizio di ammissibilità per i 21 referendum, e dato il numero elevato dei quesiti, occorrerano diverse sedute, prima della data ultima del 10 febbraio entro la quale dovranno essere emesse le sentenze. Nella seduta odierna i giudici ascolteranno i comitati promotori che illustreranno le ragioni dell'ammissibilità dei quesiti. Gli stessi promotori hanno presentato una memoria aggiuntiva contro i comitati del no e la loro pretesa di essere ascoltati dalla Corte.



 
Indice "Rassegna Stampa"