(ASCA) - Roma, 14 feb - ''Sta crescendo nel paese uno strano dibattito sulla data di svolgimento dei referendum. Forse non tutti ricordano le polemiche sulle continue votazioni che si svolgono qui in Italia e sull'enorme dispendio di denaro pubblico ad ogni consultazione, si parla di migliaia di miliardi. Andare a votare due volte in pochi mesi contribuirebbe anche ad aumentare la distanza tra politica e cittadini''. Lo sostiene il coordinatore del PDCI, Marco Rizzo, per il quale ''Accorpare le elezioni regionali con i quesiti referendari, ridotti a sette, sarebbe un atto di buon senso e di onesta' politica. D'altronde i temi sollevati dai referendum sono temi squisitamente politici che si possono affrontare nel contesto di una campagna elettorale per le regionali''.
G. Fre.
Il ministro degli Interni Enzo Bianco insiste: «I referendum
si possono svolgere insieme con le regionali il 16 aprile». Anche
se il capo dell'opposizione è contrario? «La stragrande maggioranza
dei partiti è d'accordo - spiega il ministro -. E' vero che c'è
il no di Berlusconi, ma Fini, quando ne abbiamo parlato, mi ha detto che
lui è favorevole ad accorpare le consultazioni. I popolari sono
velatamente contrari, ma si adegueranno alla maggioranza. Poi non sapete
quanto risparmieremmo: 300 miliardi. Dunque...». E' anche un po'
seccato Bianco perché il suo collega e ministro per le Riforme Antonio
Maccanico ha detto in un'intervista che per i referendum c'è tempo
fino a giugno e che ormai è praticamente scontato che non si possono
accorpare: «Fino a prova contraria - replica secco Bianco - la competenza
è del ministro degli Interni».
La decisione però non è ancora presa. Bianco riferirà
dell'esito dei suoi colloqui con le forze parlamentari già domani
mattina in consiglio dei ministri. Ieri intanto ha incassato un altro no
all'ipotesi dell'accorpamento. E' quello di Marco Pannella ed Emma Bonino,
che ha incontrato nella sede dei radicali. Mentre gli altri promotori dei
referendum come Mario Segni sono favorevoli all'accorpamento, Pannella
avanza invece la sua richiesta sulla data da scegliere: «Noi abbiamo
proposto che si voti in una data da scegliere tra la penultima e l'ultima
domenica di maggio (il 21 e il 28 maggio), in modo da evitare così
anche non solo ogni accavallamento con campagne elettorali ma anche con
ogni problema che coinvolga la scuola e le ferie scaglionate che iniziano
a giugno». Pannella, che ha chiesto a Bianco i tempi per «una
campagna elettorale ad hoc per i referendum», annuncia che si riserva
di «sollevare conflitti di potere con il governo» se questa
condizione, che giudica imprescindibile per la validità e la legalità
della prova referendaria, non sarà rispettata.
Proprio nelle stesse ore, dalla sede dei Democratici, è partito
un appello per l'accorpamento delle date delle regionali e dei referendum,
sul modello americano dell'election day. «O si verifica che si può
fare la riforma elettorale in Parlamento, e allora saremmo i primi a chiedere
di rinviare a giugno i referendum - spiega il leader dei Democratici Arturo
Parisi - o tanto vale farli insieme alle regionali: così si risparmia».
La verifica sulla possibilità di procedere per via parlamentare
però va fatta molto in fretta, secondo i Democratici: entro il 26
febbraio, data ultima del decreto del presidente della Repubblica per permettere
lo svolgimento dei referendum il 16 aprile. E le chance di trovare un accordo
sulla legge elettorale sembrano davvero poche se il ministro Zecchino (Ppi)
e Enrico Boselli, segretario dello Sdi, si schierano addirittura per il
modello tedesco (proporzionale più cancellierato).
Non è soltanto la materia referendaria quella su cui si divide
la maggioranza. E se i democratici stanno pensando di schierarsi per il
sì, oltre che sul referendum antiproporzionale, anche su quello
che riguarda le trattenute sindacali, i verdi aprono un altro fronte di
scontro.
Il movimento di Grazia Francescato non ha accettato l'esclusione dei
verdi dalla distribuzione delle candidature per le regionali e le amministrative
nelle grandi città. E annuncia battaglia. Presenterà i candidati
verdi sia a Napoli che a Venezia: correranno al primo turno per la poltrona
di sindaco Alfonso Pecoraro Scanio e Gianfranco Bettin. «I Ds non
hanno capito - ha detto Pecoraro Scanio - che non accettiamo più
la diarchia Ds-Ppi. Io non sono stato eletto in un collegio Ds e non sono
ricattabile, e non lo è nemmeno Francescato che non è interessata
ad entrare alla Camera».
Dopo il pronunciamento della Consulta che ha dichiarato l'ammissibilità
di sette quesiti abrogativi, alcuni dei quali chiaramente lesivi di principi
costituzionalmente protetti, da più parti è stata avanzata
la richiesta di accorpare il voto per le regionali e per i referendum in
un'unica data.
Laddove si dovesse procedere in tal senso, il CO.P.A.R. denuncia, sin
da ora, la violazione dell'art. 48 Cost., nel quale si afferma che l'espressione
elettorale dei cittadini deve essere libera e segreta.
Accorpando le due diverse consultazioni in un'unica data, gli elettori,
eventualmente intenzionati a partecipare alla sola consultazione elettorale
per le regionali, si vedrebbero costretti a dover manifestare esplicitamente
la loro volontà di astenersi attraverso il non ritiro delle schede
per i soli referendum. Una forma d'identificazione e, quindi, una forma
di pressione indebita in grado di condizionare le scelte di comportamento
permesse dall'art. 75 della Cost. per la sola consultazione referendaria.
Ci permettiamo di ricordare, a chi propone modelli di election day
applicati in contesti istituzionali diversi dal nostro, che l'art. 75 della
Costituzione prevede la non approvazione dei quesiti abrogativi a seguito
della mancata partecipazione alla consultazione referendaria della maggioranza
dei cittadini. Non sono quindi comprensibili comportamenti lesivi, anche
soltanto di tipo ostruzionistico, riguardo ad un modo di espressione della
volontà dei cittadini chiaramente previsto dalla Costituzione.
Si rivolge l'invito, pertanto, a vigilare sul comportamento degli Organi
istituzionali interessati, in primo luogo del Ministro degli Interni Enzo
Bianco, in prima fila nel sostenere l'opportunità dell'accorpamento
delle due scadenze elettorali, per impedire che vengano compiuti atti in
grado di alterare l'esito della consultazione referendaria, in palese violazione
dei diritti politici dei cittadini sanciti in Costituzione.
Roma 17 febbraio 2000
CO.P.A.R.: web.tiscalinet.it/astensione
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