«Regioni libere su farmaci e benzina»
L’INTERVISTA / Il governatore della Lombardia: andrò sempre al Consiglio dei ministri di Bruxelles per curare i nostri interessi
di Francesco Alberti
MILANO - «Cosa chiederò giovedì
ad Amato? Che la sanità, tutta la sanità, passi sotto il
controllo delle Regioni: dobbiamo essere noi a fissare i prezzi dei farmaci,
a stipulare i contratti con gli operatori sanitari, a definire i costi
degli esami. E poi chiederò che le Regioni possano emanare proprie
tasse: a cominciare dal prezzo della benzina. E ancora: che ogni Regione
possa creare per i suoi cittadini fondi pensionistici e assicurativi. E
ancora...». Viaggia come un treno Roberto Formigoni, presidente della
Lombardia e punta di diamante di quel «Fronte del Nord» a guida
Polo-Lega, che sul federalismo totale sta ingaggiando un duello tutto muscolare
con il governo Amato. Giovedì, a Roma, i governatori di tutt’Italia
saranno allo stesso tavolo del premier e Formigoni, che è stato
uno dei registi della contestata (dal governo) ridistribuzione degli aiuti
regionali, alzerà la posta. Non prima, però, di aver fatto
(domani) un salto a Bruxelles: «Sì, perchè ho intenzione
di partecipare d’ora in poi a tutte le sedute del Consiglio dei ministri
dell’Ue che riguardano la Lombardia».
Presidente, non penserà davvero che Amato accetti le sue
richieste? Che voglia fare un regalo del genere a voi del Polo?
«Non è una questione di schieramenti politici, ma di efficienza
dello Stato. Amato non accetta? Mi indichi allora lui un’altra via, invece
di accusare le Regioni di spendere troppo...».
Ma è sicuro che, una volte ottenute le risorse, le Regioni
saranno poi in grado di rispettare i limiti di spesa?
«Questo è l’impegno che assumeremo di fronte ad Amato.
Nessuno di noi vuole un’Italia fuori dall’Europa. Se vogliamo amministrazioni
virtuose, dobbiamo renderle responsabili».
Ma nella sanità, ad esempio, non tutte le Regioni sono allo
stesso livello...
«Il discorso dovrà essere graduale. Ciò che conta
è avere mano libera sui prezzi degli esami, regionalizzare il prontuario
farmaceutico, gestire i contratti con gli operatori. Le Regioni devono
avere entrate proprie. Se per esempio potessi decidere liberamente il prezzo
della benzina, in una zona della Lombardia particolarmente depressa potrei
abbassarlo e magari, in altre realtà, aumentarlo per poi reinvestire
le risorse».
Le Regioni del Sud a guida Polo temono di restare escluse dalla
vostra accelerazione.
«No, presto ci sarà un incontro a Catanzaro tra le Regioni
del centrodestra. Il federalismo riguarda tutti. Magari a velocità
diverse».
Ma la riforma Bassanini non ha introdotto un certo tasso di federalismo?
«A parole, perché poi mancano i fondi. Sulla viabilità,
che è ora competenza delle Regioni, l’offerta economica avanzata
dallo Stato è inferiore di almeno mille miliardi a quello che chiediamo.
E nel settore agricolo è tutto fermo da 30 mesi: anche qui niente
soldi».
Il presidente del Piemonte Ghigo, a differenza di lei, ha dato ragione
ad Amato sulla questione degli aiuti. Il fronte si incrina?
«No, abbiamo gli stessi obiettivi. So anch’io quanto sia importante
avere buoni rapporti con Roma nell’interesse del cittadino. I toni, a volte,
possono essere diversi».