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Corriere della sera - 13/06/2000
 
Formigoni: ad Amato chiederò pieni poteri per sanità, tasse e previdenza

«Regioni libere su farmaci e benzina»

L’INTERVISTA / Il governatore della Lombardia: andrò sempre al Consiglio dei ministri di Bruxelles per curare i nostri interessi

di Francesco Alberti

MILANO - «Cosa chiederò giovedì ad Amato? Che la sanità, tutta la sanità, passi sotto il controllo delle Regioni: dobbiamo essere noi a fissare i prezzi dei farmaci, a stipulare i contratti con gli operatori sanitari, a definire i costi degli esami. E poi chiederò che le Regioni possano emanare proprie tasse: a cominciare dal prezzo della benzina. E ancora: che ogni Regione possa creare per i suoi cittadini fondi pensionistici e assicurativi. E ancora...». Viaggia come un treno Roberto Formigoni, presidente della Lombardia e punta di diamante di quel «Fronte del Nord» a guida Polo-Lega, che sul federalismo totale sta ingaggiando un duello tutto muscolare con il governo Amato. Giovedì, a Roma, i governatori di tutt’Italia saranno allo stesso tavolo del premier e Formigoni, che è stato uno dei registi della contestata (dal governo) ridistribuzione degli aiuti regionali, alzerà la posta. Non prima, però, di aver fatto (domani) un salto a Bruxelles: «Sì, perchè ho intenzione di partecipare d’ora in poi a tutte le sedute del Consiglio dei ministri dell’Ue che riguardano la Lombardia».
Presidente, non penserà davvero che Amato accetti le sue richieste? Che voglia fare un regalo del genere a voi del Polo?
«Non è una questione di schieramenti politici, ma di efficienza dello Stato. Amato non accetta? Mi indichi allora lui un’altra via, invece di accusare le Regioni di spendere troppo...».
Ma è sicuro che, una volte ottenute le risorse, le Regioni saranno poi in grado di rispettare i limiti di spesa?
«Questo è l’impegno che assumeremo di fronte ad Amato. Nessuno di noi vuole un’Italia fuori dall’Europa. Se vogliamo amministrazioni virtuose, dobbiamo renderle responsabili».
Ma nella sanità, ad esempio, non tutte le Regioni sono allo stesso livello...
«Il discorso dovrà essere graduale. Ciò che conta è avere mano libera sui prezzi degli esami, regionalizzare il prontuario farmaceutico, gestire i contratti con gli operatori. Le Regioni devono avere entrate proprie. Se per esempio potessi decidere liberamente il prezzo della benzina, in una zona della Lombardia particolarmente depressa potrei abbassarlo e magari, in altre realtà, aumentarlo per poi reinvestire le risorse».
Le Regioni del Sud a guida Polo temono di restare escluse dalla vostra accelerazione.
«No, presto ci sarà un incontro a Catanzaro tra le Regioni del centrodestra. Il federalismo riguarda tutti. Magari a velocità diverse».
Ma la riforma Bassanini non ha introdotto un certo tasso di federalismo?
«A parole, perché poi mancano i fondi. Sulla viabilità, che è ora competenza delle Regioni, l’offerta economica avanzata dallo Stato è inferiore di almeno mille miliardi a quello che chiediamo. E nel settore agricolo è tutto fermo da 30 mesi: anche qui niente soldi».
Il presidente del Piemonte Ghigo, a differenza di lei, ha dato ragione ad Amato sulla questione degli aiuti. Il fronte si incrina?
«No, abbiamo gli stessi obiettivi. So anch’io quanto sia importante avere buoni rapporti con Roma nell’interesse del cittadino. I toni, a volte, possono essere diversi».



 
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