di Silvio Buzzanca
ROMA - Il Polo boccia la legge elettorale proposta dalla maggioranza:
non va bene, servono il premio di maggioranza e delle norme antiribaltone.
E poi c'è sempre il problema irrisolto della par condicio. Ma qualche
dubbio sul testo in discussione al Senato sembra arrivare anche da Massimo
D'Alema. L'ex premier avrebbe definito il testo "un ibrido", buono solo
"come base di partenza".
Il giudizio del centrodestra si deduce dal combinato disposto delle
dichiarazioni di Berlusconi e Fini, in attesa che il centrodestra parli,
probabilmente oggi, ufficialmente in commissione Affari costituzionali
al Senato. A chiarire la posizione del Polo è innanzitutto il Cavaliere,
che, dopo un primo giudizio positivo sulla proposta del centrosinistra,
adesso dice: "ll premio di maggioranza non è necessario, è
indispensabile". Il leader del Polo sa benissimo che la Lega è contraria
a questo accorgimento e mette le mani avanti. "Ho avuto modo di parlarne
con Umberto Bossi proprio questa settimana - spiega - e per una sicurezza
di governabilità e per tutte le grandi riforme di cui il Paese ha
bisogno, credo che, qualunque possa essere la maggioranza che avrà
responsabilità di governare, dovrà avere una maggioranza
di parlamentari che consentano queste riforme". Intanto Gianfranco Fini
spiegava: "In questo testo non sono previsti due punti per noi fondamentali:
una norma chiara e precisa che impedisca in futuro i ribaltoni ed il premio
di maggioranza"
Nel centrosinistra, intanto, si aspetta e si invoca una risposta formale
del Polo. Lo fanno Gavino Angius e Antonio Soda, ma i giudizi sulla proposta
di legge elettorale non sono univoci. Soprattutto fra i Ds. È noto
che Massimo Villone non gradisce il testo presentato e ieri si è
avuto sentore di un giudizio negativo di Massino D'Alema. L'ex premier,
che ieri ha incotrato al Senato Angius, Villone, Guido Calvi e Massimo
Pardini, considererebbe la proposta "un ibrido", qualcosa da considerare
solo come "una base di partenza". D'Alema ha poi smentito questi giudizi
e ha rinviato i chiarimenti al seminario sulle riforme che ha organizzato
a Frascati per il 29 giugno. Ma nel frattempo qualcosa dice sul Cavaliere
e i suoi interessi economici. "L'opposizione - commenta - si sta giocando
le carte per arrivare al governo del Paese: io apprezzo lo sforzo di darsi
credibilità da parte di Berlusconi ma gli suggerirei di risolvere
un problema che ha una delicatezza enorme, il conflitto di interessi".
Secondo D'Alema, infatti, Berlusconi presidente del Consiglio "potrebbe
divenire un macigno sulla via della trasformazione e dell'innovazione economica
del Paese". "Come può fare l'arbitro di questo processo di trasformazione
uno dei suoi protagonisti?", chiede D' Alema. E' un problema molto serio
e delicato per chi si candida al governare il paese".
La Repubblica - 22/06/2000
Anche Bossi ci ripensa "Ha ragione il Cavaliere"
Il leader della Lega: "Così teniamo fuori dal Nord quelli
del centrosinistra"
di Guido Passalacqua
MILANO - Onorevole Bossi, ma la Lega ci sta o no al premio di maggioranza?
Berlusconi dice che è "indispensabile", Maroni, fino a ieri ha sostenuto
che il premio di maggioranza non va bene. Sembra quasi che il Carroccio
sia l'ultimo ostacolo sulla via della riforma elettorale.
"Berlusconi non ha torto quando dice che per fare le riforme occorre
avere i voti in Parlamento e averne tanti. E poi col premio di maggioranza
abbiamo la possibilità di tenere quelli fuori dal Nord".
Quelli... chi?
"La sinistra, quelli che andranno a rompersi le ossa, che si prenderanno
una batosta da ricordarsela per tutta la vita. Scompariranno per 20 anni.
Io credo e non credo ai sondaggi, ma da quello che circola stanno per sparire
non solo al Nord, dove gliela faremo pagare, ma anche al Sud. D'Alema sarà
anche un bravo pilota di barca a vela, ma ha buttato all'aria tutta la
baracca".
Insomma, lei questo premio di maggioranza lo accetta o no?
"Non so se questa roba (la legge elettorale, ndr) andrà avanti.
Per come la sinistra si è comportata, per la sua mancanza di democrazia,
io sceglierei la via di sterminarli. La democrazia è una bella cosa,
ma si sono comportati veramente male, malissimo. Vero che nella Lega c'è
qualcuno che sostiene la tesi che il premio di maggioranza non va bene,
ma io dico che se non abbiamo i numeri in Parlamento gli diamo la possibilità
di metterci i bastoni tra le ruote".
Il premio di maggioranza non le dispiace...
"Berlusconi è un saggio, ha imparato. Quando dice che occorrono
i numeri ha perfettamente ragione. La nostra vittoria alle politiche sarà
strepitosa, ma non bastano 50 parlamentari in più, ce ne vogliono
100 per fare le riforme e noi vogliamo fare le riforme".
L'obiezione interna alla Lega è che il premio di maggioranza
favorirebbe Forza Italia e danneggerebbe la Lega...
"Una questione miserabile, solo di numeri. Il premio di maggioranza
si può fare col listino come alle elezioni regionali. Ma se vuoi
fare le riforme devi avere i numeri, solo così quei nazisti della
sinistra possono essere fermati".
Ma lei di questo argomento ha discusso con Berlusconi?
"Sì, ne ho parlato. Sì".
E' vero che Berlusconi le ha assicurato che nulla sarà fatto
senza l'assenso della Lega?
"Ovvio. La nostra è un'alleanza, non siamo qui per spararci
nella schiena, sappiamo stare compatti".
Allora la riforma elettorale può considerarsi cosa fatta?
"Lei la fa breve. Ci sono mille cose che potrebbero essere fatte se
la sinistra accettasse la dura realtà. Io voglio vedere se ci sedessimo
al tavolo dove troveranno l'equilibrio al loro interno. Loro hanno mille
posizioni. Adesso il cerino è nelle loro mani".
Ma è la sinistra che ha fatto una offerta sulla legge elettorale...
"La mia posizione è questa: loro con il Mattarellum, non fanno
nemmeno un parlamentare al Nord. Adesso fanno i pentiti e propongono il
sistema alla tedesca, più democratico, più equilibrato, che
non fa scomparire i partiti. Vedremo. Certo che se si aspettano i nostri
voti quando loro sono divisi allora si sbagliano, loro vogliono prendere
tempo".
Onorevole Bossi, una previsione, quando si andrà a votare?
"Tireranno avanti sino alla fine. Fingeranno di fare qualcosa, per
loro il rischio è di scomparire".