Riforme Istituzionali
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La Repubblica - 23/06/2000
 
I "paletti" del Cavaliere
Legge elettorale, Forza Italia pone 5 condizioni
Dal premio di maggioranza alla par condicio, il Polo rilancia. Maccanico: meno chiacchiere, propongano emendamenti

di Silvio Buzzanca
 
ROMA - Forza Italia pone cinque condizioni per aprire il dialogo sulla legge elettorale; il ministro Antonio Maccanico, insiene al centrosinistra, rinnova la disponibilità a trattare, ma chiede che le richieste vengano tradotte al più presto in emendamenti. Un piccolo braccio di ferro in cui c'è da segnalare l'intervento di Giuliano Urbani, critico verso l'impianto della proposta e critico anche contro le pressioni del presidente della Repubblica per un accordo. "Il Quirinale - spiega il professore - è lodevolmente pressante perchè si faccia una legge. Naturalmente deve essere altrettanto chiaro, anche al Quirinale, che ci si può spingere a fare una buona legge, ma non ha diritto di spingerci verso una qualsiasi legge". Prima timida presa di distanza dal Colle, dove ieri sera è salito Giuliano Amato. E non è da escludere che il capo dello Stato e il premier abbiano parlato anche di legge elettorale.
Il nuovo capitolo della complicata partita per cambiare il Mattarellum trova comunque sostanza nella risposta di Forza Italia in cinque punti alla proposta unitaria della maggioranza. Tocca formalizzarla ad Enrico La Loggia, il presidente dei senatori azzurri che mette nero su bianco le richieste azzurre: ovviamente deve essere introdotto un premio di maggioranza; le nuove norme elettorali devono valere anche per il Senato; va cambiato il capitolo della sfiducia costruttiva (che secondo Forza Italia mal si concilia con l'indicazione del premier e rischia di istituzionalizzare i ribaltoni): il governo deve dare garanzie sulla modifica dei collegi; infine, ultima, ma non certo richiesta secondaria, è ribadita la richiesta di spazzare via la legge sulla par condicio.
La risposta di Maccanico a botta calda è molto "aperturista, tutta tesa a mostrare "disponibilità al confronto". "Alcune proposte - spiega però il ministro delle Riforme - oggi le hanno fatte. Ma bisogna anche che le formulino, semprechè siano compatibili con il testo del ddl". E il vice di Maccanico, Dario Franceschini, aggiunge che "se il problema è davvero il premio noi abbiamo sempre detto che se ne può discutere. E' però necessario che ora qualche proposta venga anche da loro".
In effetti il problema del premio di maggioranza potrebbe essere superato agevolmente visto che Umberto Bossi ha rotto gli indugi e ha dato il via libera della Lega anche su questo punto. Maccanico sta lavorando anche intorno a questa ipotesi ed è chiaro che il premio, tale da portare la coalizione vincente che ha superato il 40 per cento al 55 per cento, dovrà essere ritagliato dalla quota proporzionale.
Il ministro per le Riforme è meno ottimista, invece, sulla questione fiducia costruttiva, innovazione che richiede la modifica della Costituzione. "Vedremo quando la esamineremo: ricordo che questa questione va in discussione alla Camera, non qui dove ci si confronta sulla legge elettorale", dice Maccanico.
Le posizioni del governo sono sostenute dalla maggioranza che con forza chiede al Polo di uscire allo scoperto. "Mi sembra come far partire il Giro d'Italia sulle Dolomiti, anzichè in pianura come si fa di solito", ironizza Gavino Angius di fronte alla richieste di La Loggia. Il capogruppo dei Ds però non vuole demordere e attende di sapere cosa diranno An, Ccd e la Lega.



 
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