Riforme Istituzionali
L'Opinione
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24/04/2001
Franco Ragusa
L'Ulivo cosa sceglie? il sistema tedesco o l'elezione diretta del
"Capo dell'Esecutivo", Presidente o Premier che sia?
Finalmente, anche se in maniera eccessivamente superficiale, L'Ulivo
ha messo nero su bianco le proprie idee, diciamo degli appunti, in tema
di riforme istituzionali.
Di particolarmente significativo c'è da segnalare la "parziale"
adesione all'istituto della sfiducia costruttiva (mozione di sfiducia
costruttiva, coerente col mandato elettorale), unica possibilità
data al Parlamento di non essere sciolto su iniziativa del presidente del
Consiglio.
Una scelta importante e fortemente caratterizzante che dovrebbe porci
al riparo da brutte sorprese.
Ma proprio perché già rimasti scottati dalle pessime
prove date dal centrosinistra in materia di riforme istituzionali, vedi
il pessimo progetto di riforma elaborato e votato in sede di "Commissione
Bicamerale per le riforme" e le modifiche costituzionali approvate in quest'ultima
legislatura, alcuni approfondimenti sono d'obbligo.
Il sistema della sfiducia costruttiva avanzato nel programma dell'Ulivo,
ad esempio, è compatibile o no con l'elezione diretta del Premier?
In assoluto, per una questione logica sin troppo ovvia, si dovrebbe
dire di no: con quale autorità il Parlamento potrebbe decidere di
continuare la legislatura con un Premier diverso da quello scelto dagli
elettori con l'elezione diretta?
Leggendo, quindi, quanto scritto a pag. 27 del programma dell'Ulivo,
non dovrebbero esserci pericoli riguardo all'approvazione di un'eventuale
riforma nel senso dell'elezione diretta del Capo dell'Esecutivo.
A pag. 26 del medesimo programma, però, si accenna ad una "legge
elettorale che affidi al voto la scelta della maggioranza governativa e
del Presidente del Consiglio", con la premessa che "Occorre dare
stabilità ai governi, legando i destini dell'esecutivo a quelli
della legislatura"; il tutto condito con la possibilità prevista
a pag. 27, per il Presidente del Consiglio, di proporre "il decreto
per lo scioglimento anticipato del Parlamento, qualora non abbia più
la fiducia della sua maggioranza ..."
Riassumendo il tutto: gli elettori scelgono il Governo e chi lo dirige
(elezione diretta del Premier); la durata della legislatura è legata
alle sorti del Governo, o meglio, del suo Capo (scioglimento anticipato
a discrezione del Premier laddove non goda più della fiducia della
propria maggioranza); unica eccezione che può impedire lo scioglimento
anticipato del Parlamento la si ha in caso di mozione di sfiducia costruttiva
coerente col mandato elettorale. A proposito, che vuol dire sfiducia costruttiva
coerente col mandato elettorale? Chi e come deciderà sul rispetto
di questa coerenza?
Insomma, tutto e il contrario di tutto, o meglio: un bel pasticcio
degno degli apprendisti stregoni che nell'ultimo decennio ci hanno trascinato
nel maggioritario e che hanno avuto la bella idea di aprire la nuova fase
del cosiddetto federalismo imponendo l'elezione diretta dei Presidenti
di Regione.
Tutti modelli che hanno fallito sul campo (quanti Formigoni dovremo
attenderci prima di ripensare l'elezione diretta?), che hanno aggravato
i problemi per i quali erano stati invocati, figli dell'assurda logica
che affida la stabilità dei governi alla semplificazione del quadro
politico-istituzionale.
A quando un programma di riforme istituzionali chiaro, senza equivoci,
che restituisca agli elettori, realmente, il diritto di concorrere,
liberamente e senza condizionamenti, a determinare la politica nazionale?
O si vuole continuare con l'assurda logica che pone i cittadini nella veste
di sudditi, costretti a subire i ricatti dei meccanismi elettorali ipermaggioritari?
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