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Corriere della sera 16-05-2001
 
Forza Italia perde seggi con le liste civetta
 
Rischia di cedere da 13 a 16 deputati. Scajola: impensabile che i posti vadano agli avversari
 
 di Sergio Rizzo
 
ROMA - Il caso è scoppiato ieri, dopo che erano stati fatti i calcoli per l’attribuzione dei seggi alla Camera con il recupero del proporzionale. Forza Italia potrebbe perdere da 13 a 16 deputati per mancanza di candidati a cui assegnare i seggi ottenuti grazie alle liste proporzionali. In base ai calcoli, al partito guidato da Silvio Berlusconi spetterebbero 62 seggi, che si dovrebbero aggiungere ai 193 conquistati con il maggioritario, portando la rappresentanza «azzurra» alla Camera a ben 255 deputati. Ma non potrebbe ora assegnare il seggio a una buona parte dei suoi candidati non eletti più votati all’uninominale. La colpa, spiega l’ex parlamentare Peppino Calderisi, sarebbe tutta delle liste civetta denominate «Per l’abolizione dello scorporo e contro i ribaltoni». «Avevamo suggerito a Berlusconi - ha detto Calderisi - di utilizzare questa opzione per evitare i danni dello scorporo in caso di vittoria all’uninominale». Ma il ricorso a questo trucco è stato evidentemente esagerato se è vero che tantissimi candidati all’uninominale non sono stati collegati alle liste di Forza Italia ma alle liste civetta: con la conseguenza che il numero dei seggi conquistati ha superato nettamente quello dei candidati disponibili per occuparli. Se a questo si aggiunge il fatto che molti esponenti di spicco erano stati candidati al proporzionale in più circoscrizioni, il quadro è completo. Illuminante è il caso di Claudio Scajola. Eletto nel suo collegio uninominale e nella lista proporzionale ha dovuto rinunciare al secondo seggio senza che sia stato possibile attribuirlo a un altro forzista.
Perdere una quindicina di deputati non modificherebbe di molto il peso di Forza Italia nella Casa delle libertà. Il fatto è, però, che non tutti i seggi potrebbero essere suddivisi fra gli altri partiti della coalizione di centrodestra, dove la sola Alleanza nazionale, oltre a Forza Italia, ha superato la soglia del 4% ed ha quindi diritto al recupero proporzionale. Alla spartizione dei seggi potrebbero in teoria partecipare pure i partiti dell’opposizione che hanno avuto più del 4% dei voti: i Ds, la Margherita di Francesco Rutelli e perfino Rifondazione comunista. Una circostanza che non modificherebbe di una virgola i rapporti di forza a Montecitorio, dove il centrodestra ha un margine rassicurante (53 seggi considerando anche la Lega e 23 senza tener conto della formazione di Umberto Bossi), ma che Forza Italia non vuole nemmeno prendere lontanamente in considerazione.
Scajola, responsabile dell’organizzazione elettorale del partito, si è affrettato a mettere le mani avanti: «E’ del tutto evidente, secondo logica, oltre che secondo la costituzione, che la volontà dell’elettore dev’essere comunque rispettata. Neppure per scherzo si può immaginare che un voto espresso a Forza Italia possa tradursi in un seggio attribuito a un avversario». Ha concluso il coordinatore di Forza Italia: «Ancora una volta si conferma l’assurdità di un sistema elettorale come questo».
Ma anche senza considerare gli effetti del ricorso alle liste civetta, basta un semplice calcolo per comprendere gli effetti paradossali di un meccanismo dove convivono maggioritario e proporzionale con lo sbarramento. E dove tutto si gioca sulla capacità di fare alleanze e contrattare il peso nella coalizione. Per mandare un deputato in parlamento, a Rifondazione comunista, che ha corso da sola, sono stati necessari quasi 170 mila voti. A Forza Italia, 56.500. E ai suoi alleati, ancora meno: 48.500 per la Lega, 44.000 per Alleanza nazionale e soltanto 27.000 per il Ccd-Cdu. Nello schieramento di centrosinistra è accaduto invece il contrario. Le formazioni più piccole sono risultate penalizzate. Mentre i Ds hanno fatto eleggere un rappresentante alla Camera con 45.500 voti, al Girasole ne sono serviti 47.000, alla Margherita 61.000 e ai Comunisti italiani addirittura 77.000.
 


 
La Repubblica 16-05-2001
 
Liste civetta, un boomerang
Forza Italia rischia 14 deputati
 
Il Viminale blocca l'assegnazione dei seggi contestati

di Silvio Buzzanca

ROMA - Chi troppo vuole nulla stringe. Antico proverbio che potrebbe adattarsi su misura per Forza Italia alle prese con un ben strano problema. Ha sbagliato a "dosare" l'uso della lista civetta e adesso 12 seggi azzurri, 14 se Martusciello e Rosso diventassero sindaci di Napoli e Torino, potrebbero essere "regalati" ai partiti che hanno superato la soglia del 4 per cento nel proporzionale della Camera. Così la composizione della Camera cambierebbe un po': An avrebbe 3 seggi in più, 4 ciascuno Ds e Margherita, 1 Rifondazione. Il caso però è molto complicato. Tanto complicato che il ministero dell'Interno ieri ha bloccato l'assegnazione dei seggi in questione. Per il semplice motivo che il caso non è previsto e regolamentato dalla legge elettorale. Dal Viminale, in sostanza, fanno capire che non tocca a loro sbrogliare la matassa e che la vicenda debba essere risolta dai magistrati dell'Ufficio centrale elettorale. Anche perché Claudio Scajola, coordinatore di Forza Italia, assicura: « E' escluso che i voti di Forza Italia possano andare a qualcun altro». E il partito aggiunge in una nota che «fin da ora sono individuabili tutti i nostri eletti alla Camera dei deputati». Un chiaro altolà. Ma Antonino Soda, Ds, la pensa diversamente: «Una volta esauriti i tre criteri di assegnazione dei seggi proporzionali previsti dal Mattarellum vale un principio generale: si procede dividendo i seggi fra le altre liste». E' questa la prima vera contrapposizione della legislatura nascente.
Per capire l'intrigata questione bisogna fare un passo indietro, tornare alla formazione delle liste. All'epoca Forza Italia decise di fare un uso massiccio delle liste civette per annullare l'effetto dello scorporo. In pratica, quasi tutti i candidati del maggioritario furono collegati alla Lista per l'abolizione dello scorporo e contro i ribaltoni. Lista civetta inventata da Marco Taradash e Peppino Calderisi. Che oggi si chiede: «Non so chi concretamente abbia gestito la cosa, ma difficilmente può criticare Bianco per come ha organizzato le elezioni». Varata la lista civetta, Forza Italia ha candidato spesso le stesse persone sia nei collegi uninominale che nella parte proporzionale. Ora la legge elettorale per la Camera prevede due meccanismi di assegnazione dei seggi. Il primo è quello del collegio uninominale: il candidato vince e viene eletto. Se rinuncia, si torna alle urne. Per la parte proporzionale, come spiegava Soda, esistono tre meccanismi. Il primo divide i seggi, su base circoscrizionale, fra i partiti utilizzando la lista proporzionale bloccata. Ma se un partito esaurisce la lista si ricorre ai migliori perdenti nei collegi uninominali. E se non ce ne fossero, si va a cercare il deputato alla lista di un'altra circoscrizione. Il perverso incrocio fra i collegamenti dei candidati forzisti del maggioritario con le liste civetta, deputati che non possono rinunciare al seggio, e delle candidature plurime nel proporzionale fa sì che Forza Italia abbia più seggi di candidati disponibili per l'elezione. Infatti, anche ricorrendo al terzo criterio di assegnazione sembra che a FI toccherebbe un solo recupero: Monica Baldi in Toscana.



 
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