Riforme Istituzionali
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La Stampa
30-03-2002
Ciampi rinvia alle Camere il decreto contro la
Bse
Il presidente della Repubblica Ciampi ha rinviato
alle Camere il decreto legge per fronteggiare l'emergenza «mucca
pazza». Uno dei motivi del rinvio è dato da una norma inserita
durante l'esame parlamentare nella legge di conversione: questa prevede
la proroga di un termine già scaduto per l'esercizio di una delega
legislativa. Altre cause riguardano, più specificamente, i contenuti
del decreto-legge, al cui testo originario è stata aggiunta nel
corso dell'iter parlamentare una serie di norme che appaiono disomogenee
e non rispondono ai requisiti di necessità e di urgenza richiesti
dall'articolo 77 della Costituzione. Dopo la notizia del rinvio, il ministero
delle Politiche agricole e forestali Gianni Alemanno ha assicurato misure
urgenti per fronteggiare lo stato di crisi nel settore zootecnico e le
emergenze legate alla siccità e agli incendi boschivi. Il provvedimento
sarà presentato dallo stesso ministro già nel prossimo Consiglio
dei ministri il 12 aprile. «Il rinvio del Quirinale - spiega un comunicato
del ministero - è la diretta conseguenza di un iter parlamentare
uscito fuori controllo e che, con una serie di emendamenti eterogenei,
ha trasformato la legge di conversione in un vero e proprio omnibus».
Protesta l´opposizione. «Questa decisione testimonia la scarsa
lungimiranza di una maggioranza che aveva blindato un provvedimento dal
carattere emergenziale e in alcuni casi anche elettoralistico, che non
affronta in modo adeguato il nodo dei problemi strutturali del settore
e del suo rilancio». È quanto sostiene Luca Marcora, capogruppo
della Margherita in commissione Agricoltura.
Marcora ricorda che l'opposizione aveva indicato,
in sede di dibattito parlamentare, le linee strategiche per il rilancio
della politica agricola: incentivi per la riconversione degli allevamenti,
anche con riferimento a quelli estensivi e alle produzioni biologiche,
impulso alla ricerca, sperimentazione di test anti Bse su animali vivi
e aumento dei controlli e inasprimento delle pene. L'esponente della Margherita
auspica perciò che «per mettere mano in maniera seria a queste
riforme strutturali, la maggioranza manifesti ora una più attenta
disponibilità al dialogo parlamentare, per non ritrovarsi il 31
ottobre a dover approvare in fretta e furia un nuovo decreto fatto di "misure
urgenti"».
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