Cofferati: raccoglieremo 5 milioni di firme
per il referendum. E annuncia querela a Maroni e Alemanno
- Enrico Marro
«DUE SI’ E DUE NO» - Con questo slogan
Cofferati ha annunciato la campagna per la raccolta di firme che vedrà
mobilitata la Cgil dall’11 luglio, giorno in cui terminerà il programma
di scioperi regionali, e la data dello sciopero generale della Cgil, non
ancora definita, ma che dovrebbe cadere nel «primissimo autunno».
In un paio di mesi la Cgil punta a raccogliere «almeno cinque milioni
di firme» su due proposte di legge di iniziativa popolare e contro
i due provvedimenti del governo (848 e 848 bis) che contengono la riforma
del mercato del lavoro. La prima delle due leggi che la Cgil vuole proporre
è per estendere i diritti contenuti nello statuto dei lavoratori
(compreso quello al reintegro per chi viene licenziato senza giusta causa)
a tutti, «a partire dai collaboratori coordinati e continuativi».
La seconda legge è invece per una riforma degli ammortizzatori (indennità
di disoccupazione e cassa integrazione) legata alla formazione, perché
quella sulla quale si sono accordati governo e parti sociali, secondo la
Cgil, è inefficace. Le persone che firmeranno, ha spiegato Cofferati,
saranno ricontattate quando i provvedimenti contestati del governo saranno
diventati legge, per confermare la loro firma, che a quel punto servirà
per promuovere i referendum abrogativi delle stesse leggi.
LE ALTRE INIZIATIVE - Non appena le modifiche
all’articolo 18 saranno operative (sospensione del diritto al reintegro
per le aziende che assumendo superano i 15 dipendenti) la Cgil «impugnerà
queste norme davanti alla magistratura perché hanno evidenti tratti
di incostituzionalità». Si avrebbero infatti, ha spiegato
Cofferati, aziende con lo stesso numero di lavoratori, alcune tenute ad
applicare l’articolo 18 (perché già con più di 15
dipendenti) e altre no (perché avrebbero superato tale soglia dopo
l’entrata in vigore delle nuove norme).
Il segretario della Cgil ha anche annunciato
di aver dato mandato ai legali di querelare i ministri Maroni e Alemanno
per le «affermazioni tese ad accreditare l’idea che la Cgil metta
in campo atti intimidatori verso i propri interlocutori». «Maroni
introduce elementi di barbarie nei rapporti sociali», ha detto Cofferati.
Per il leader della Cgil sono intimidatori gli atti del ministro che ha
deciso di raccogliere i dati sulle adesioni agli scioperi promossi dalla
Cgil, «mettendo in movimento per questo anche le forze dell’ordine».
«Delle querele se ne occupano i miei avvocati, io mi occupo della
riforma del mercato del lavoro», ha replicato Maroni, accusando la
Cgil di essere schiacciata sui Ds. Sconsolato Alemanno: «Chi querela
ha esaurito ogni argomento».