Riforme Istituzionali
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Corriere della sera 24-06-2002
 
Articolo 18, sulle modifiche ricorso alla Consulta

Cofferati: raccoglieremo 5 milioni di firme per il referendum. E annuncia querela a Maroni e Alemanno
 
- Enrico Marro
 

ROMA - La Cgil si mobilita su tutta la linea contro l’ipotesi di accordo tra governo e parti sociali sulla riforma del mercato del lavoro. Il leader Sergio Cofferati, affiancato dal vice, Guglielmo Epifani, che tra una settimana lo sostituirà alla guida del maggiore sindacato italiano, ha annunciato ieri un pacchetto di iniziative. Cinque milioni di firme per due proposte di legge di iniziativa popolare per estendere i diritti dei padri ai figli e per due referendum abrogativi dei provvedimenti del governo sul mercato del lavoro. Ricorsi alla magistratura contro le modifiche dell’articolo 18 (diritto al reintegro) con l’obiettivo di arrivare fino alla pronuncia di incostituzionalità da parte della Consulta. Querela contro i ministri del Lavoro, Roberto Maroni, e dell’Agricoltura, Gianni Alemanno, accusati di «infangare la Cgil». «Non ci sentiamo per niente isolati. I nostri iscritti aumentano e milioni di persone, soprattutto giovani, partecipano alle nostre iniziative. La Cgil ha un consenso crescente», ha detto Cofferati. Le iniziative sono rivolte contro quello che Cofferati ha definito ancora una volta il «patto scellerato» che governo, associazioni imprenditoriali e sindacati (Cgil esclusa) sottoscriveranno il 2 luglio. Un accordo «lesivo dei diritti delle persone», ha detto Cofferati. Secondo l’esecutivo, invece, l’intesa, introducendo più flessibilità nel lavoro in cambio di «ammortizzatori sociali» più estesi, creerà le condizioni per l’aumento dell’occupazione. «L’articolo 18 - ha detto Maroni - è diventato una questione politica utilizzata dalla sinistra e da Cofferati, a prescindere dai suoi contenuti. Noi invece insistiamo perché rimanga una questione sindacale».

 

«DUE SI’ E DUE NO» - Con questo slogan Cofferati ha annunciato la campagna per la raccolta di firme che vedrà mobilitata la Cgil dall’11 luglio, giorno in cui terminerà il programma di scioperi regionali, e la data dello sciopero generale della Cgil, non ancora definita, ma che dovrebbe cadere nel «primissimo autunno». In un paio di mesi la Cgil punta a raccogliere «almeno cinque milioni di firme» su due proposte di legge di iniziativa popolare e contro i due provvedimenti del governo (848 e 848 bis) che contengono la riforma del mercato del lavoro. La prima delle due leggi che la Cgil vuole proporre è per estendere i diritti contenuti nello statuto dei lavoratori (compreso quello al reintegro per chi viene licenziato senza giusta causa) a tutti, «a partire dai collaboratori coordinati e continuativi». La seconda legge è invece per una riforma degli ammortizzatori (indennità di disoccupazione e cassa integrazione) legata alla formazione, perché quella sulla quale si sono accordati governo e parti sociali, secondo la Cgil, è inefficace. Le persone che firmeranno, ha spiegato Cofferati, saranno ricontattate quando i provvedimenti contestati del governo saranno diventati legge, per confermare la loro firma, che a quel punto servirà per promuovere i referendum abrogativi delle stesse leggi.
 

LE ALTRE INIZIATIVE - Non appena le modifiche all’articolo 18 saranno operative (sospensione del diritto al reintegro per le aziende che assumendo superano i 15 dipendenti) la Cgil «impugnerà queste norme davanti alla magistratura perché hanno evidenti tratti di incostituzionalità». Si avrebbero infatti, ha spiegato Cofferati, aziende con lo stesso numero di lavoratori, alcune tenute ad applicare l’articolo 18 (perché già con più di 15 dipendenti) e altre no (perché avrebbero superato tale soglia dopo l’entrata in vigore delle nuove norme).
Il segretario della Cgil ha anche annunciato di aver dato mandato ai legali di querelare i ministri Maroni e Alemanno per le «affermazioni tese ad accreditare l’idea che la Cgil metta in campo atti intimidatori verso i propri interlocutori». «Maroni introduce elementi di barbarie nei rapporti sociali», ha detto Cofferati. Per il leader della Cgil sono intimidatori gli atti del ministro che ha deciso di raccogliere i dati sulle adesioni agli scioperi promossi dalla Cgil, «mettendo in movimento per questo anche le forze dell’ordine». «Delle querele se ne occupano i miei avvocati, io mi occupo della riforma del mercato del lavoro», ha replicato Maroni, accusando la Cgil di essere schiacciata sui Ds. Sconsolato Alemanno: «Chi querela ha esaurito ogni argomento».


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