Riforme Istituzionali
Rassegna stampa
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Corriere della sera  02-01-2003
 
Sì dei Poli, riparte il confronto sulle riforme

Berlusconi apprezza le parole sulla reciproca legittimazione. Bossi: a Ciampi la tessera di leghista. Critiche di Verdi e comunisti
 
ROMA - Il messaggio di fine anno di Carlo Azeglio Ciampi viene accolto con soddisfazione dalla Casa delle Libertà e da buona parte del centrosinistra. L’appello all’«unità» del Paese e alla «concordia» tra le forze politiche mette quasi tutti d’accordo, così come l’invito a porre mano alle riforme necessarie per ammodernare lo Stato e permettere alla maggioranza di governare e all’opposizione di controllare. Meno gradito a sinistra - contestano infatti Rifondazione, Verdi e Pdci - il passaggio nel quale il capo dello Stato sprona l’Italia a fare il suo dovere nella guerra contro il terrorismo, anche se nell’ambito delle organizzazioni internazionali di cui fa parte. Accolto, invece, senza polemiche, da Bossi l’appello per un federalismo solidale in un’Italia unita: «Va a finire che a Ciampi gli diamo la tessera di leghista ad honorem...», ma il capogruppo Cè giudica invece «esasperante e anche provocatorio quell’invito continuo all’unità». Comunque, a parte i duri commenti di Bertinotti («Sulla guerra parole inaccettabili»), di Cossutta (scontento su guerra e riforme) e dei radicali, che con il segretario Capezzone contestano l’invito di Ciampi alla «sacra partitocrazia unita», il resto è un coro di sì al presidente. A partire da Berlusconi, che martedì notte ha chiamato Ciampi per gli auguri e che, raccontano, ha gradito le parole del capo dello Stato soprattutto sulla necessità di una reciproca legittimazione tra le forze politiche. D’altra parte, il premier stesso, nella sua conferenza stampa di fine anno, spiega il suo portavoce Paolo Bonaiuti, ha «aperto una porta, confermando la volontà di ricerca del dialogo: adesso serve che l’opposizione faccia un passo in avanti, poi sono convinto che si potrà aprire un confronto costruttivo». E il capogruppo della Margherita Castagnetti una prima risposta la dà: «Sì al dialogo, ma senza pregiudizi. E sia la maggioranza a fare il primo passo».
E però i segnali di disgelo si alternano alle polemiche sull’interpretazione del messaggio di Ciampi. Se l’azzurro Bondi ritiene che l’appello all’unità e alla legittimazione reciproca tocchi «tutti, indistintamente», il capogruppo di FI Schifani e il ministro Buttiglione lo leggono indirizzato alla sinistra, mentre il ds Violante, come Castagnetti, ritiene invece che sia diretto a Berlusconi. E anche il segretario della Quercia, Fassino, fa notare quanto siano «diversi» in «tono e stile» i discorsi di Berlusconi e Ciampi che, secondo il leader della Margherita Rutelli, dimostra come al Quirinale serva «un garante che si sforza di unire piuttosto che un uomo di parte».

P.D.C.


La Stampa 02-01-2003
 
Ciampi «frena» sul presidenzialismo
«Abbiamo dato vita alla democrazia dell'alternanza con il maggioritario ma non sono state adeguate le garanzie istituzionali: urge provvedere»
 
Servono nuove regole all´Italia del maggioritario, perché chi governa possa rispettare gli impegni presi e chi è all´opposizione goda di garanzie certe. E´ questo il passaggio politicamente più rilevante del discorso di fine anno del Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi. Senza citare le ipotesi di cui si è parlato in questi giorni - dal premierato al presidenzialismo alla francese - Ciampi ha sottolineato la sua preferenza per un Quirinale «super partes», in quanto ha sostenuto che servono «istituzioni di garanzia, neutrali rispetto alla contrapposizioni dei partiti». Soprattutto, ha chiesto più coesione, per non offrire «l´immagine di un´Italia divisa». In mezz´ora di discorso, pronunciato la sera del 31 come di consueto a reti unificate tv - e per la prima volta anche sul Web -, il Presidente ha toccato molti argomenti. Importante il passaggio sulla pace. Senza citare i rischi di conflitto con l´Iraq, il Capo dello Stato ha ricordato l´articolo 11 della Costituzione, che ripudia la guerra ma sancisce anche l´obbligo per l´Italia di rispettare le alleanze internazionali. Perché «la pace bisogna saperla conquistare», come ha detto nei tradizionali auguri dopo il concerto del 31 dicembre in piazza del Quirinale. Ieri poi, consueta visita privata di Capodanno a Napoli: il Presidente, accompagnato dalla moglie Franca, è stato accolto da un lungo applauso in piazza del Plebiscito. Ciampi ha ricordato che, «pronunciando il discorso» pensava agli operai della Fiat, «a chi rischia il posto di lavoro e a tutti coloro che sono disoccupati». Perché, ha detto, «l'occupazione è il nostro principale problema. Bisogna affrontarlo con maggiore determinazione e ridurre il divario tra il Nord e il Sud del Paese». Il Presidente aveva chiuso il 2002 senza dimenticare nessuno dei temi a lui più cari.

FEDERALISMO. Sì al federalismo, ma tenendo fermo il principio di solidarietà, in modo che «non si mette a rischio, in nessun modo, l´unità nazionale». Perciò serve «spirito di collaborazione» tra le istituzioni, mentre si devono superare le «inaccettabili sperequazioni tra le regioni», specie tra Nord e Sud.

GIUSTIZIA. L´appello di Ciampi è rivolto a «sentire più vicina la magistratura come istituzione». Con una richiesta precisa: «dare certezza del buon funzionamento della amministrazione della giustizia», salvaguardando l´autonomia dei giudici.

REGOLE. «Per assicurare la stabilità si è dato vita - ha ricordato il Presidente -, quasi 10 anni fa, ad una democrazia dell'alternanza adottando un sistema elettorale maggioritario. Ma non è stato completato il cambiamento adeguando le garanzie istituzionali». Un cammino da completare per «dare alla maggioranza la possibilità di svolgere attraverso il necessario confronto parlamentare il programma concordato con gli elettori, e a chi è in minoranza garanzie pari e certe. In democrazia, chi governa lavora anche per chi verrà dopo». Soprattutto, bisogna fare in fretta: «Urge provvedere», ha aggiunto Ciampi.

GIOVANI. «Vi vedo, con i vostri sguardi luminosi, pieni di entusiasmo, che mi danno forza quando vi incontro in tutte le città d'Italia». Ai giovani il Presidente ha dedicato un passaggio significativo del suo discorso, ed ha aggiunto un appello rivolto direttamente a loro: «Abbiate fiducia in voi stessi. Questo significa anche: non abbiate timore di formare una famiglia». Con una specificazione: vi ascoltiamo anche quando protestate.

INFORMAZIONE. Ripetendo i concetti del messaggio inviato al Parlamento nel luglio scorso, Ciampi ha chiesto «parità di condizioni e libertà di informazione in ogni campo, a cominciare da quello radiotelevisivo» per garantire «il libero gioco delle opinioni»: è «una delle condizioni per generare quella distensione di cui tutti avvertiamo il bisogno».

ECONOMIA. «Il nostro è un paese antico e giovane. Oggi occorre un nuovo slancio per creare un maggiore e più diffuso benessere». In questa situazione «ben vengano gli immigrati, nel rispetto delle leggi». E se la congiuntura economica è negativa, non si deve aspettare la ripresa, ma favorirla con infrastrutture e competitività.

EUROPA ED EURO. Ciampi ha ricordato con entusiasmo il primo compleanno dell´euro, una moneta che «ci protegge» e si va affermando «come mezzo di scambi internazionali e gode di crescente fiducia sui mercati». Partendo dal recente vertice Ue di Copenaghen, il presidente della Repubblica ha aggiunto che l´allargamento «rende indispensabile creare nuove norme, per ben governare una comunità di Stati tanto più vasta». Perciò si deve arrivare, «prima delle elezioni europee della primavera del 2004» ad una nuova Unione, «con una sua Costituzione, che garantisca libertà, democrazia e buongoverno su scala europea». E con il semestre italiano «si profila la possibilità di un nuovo Trattato di Roma».

PACE E GUERRA. L'Italia ripudia la guerra come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali ma non ignora «i crimini e le minacce del terrorismo internazionale e i pericoli che derivano dalla diffusione delle armi di sterminio». Il Presidente ha invitato a leggere con attenzione l'articolo 11 della nostra Costituzione, ed ha ricordato che «come italiani e come europei dobbiamo adoprarci per ristabilire la pace nelle aree di crisi, a partire dal Medioriente».

R. I.

Indice "Rassegna Stampa e Opinioni" - 2003
 
 
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