Corriere della
sera 09-07-2003
Berlusconi vuole separare le carriere, An frena Casini: temi delicati, meglio riflettere. Ma Bossi rilancia: elezione
diretta dei pm su base regionale ROMA - «Gli annunci di Berlusconi non sono
più accompagnati dal coro degli alleati»: è questa
battuta del socialista Roberto Villetti, che pure è d’accordo quando
il premier rilancia a sorpresa un’«assoluta separazione delle carriere
tra giudici e pm», a dare il senso di una giornata vissuta caoticamente
nella Casa delle Libertà. Così, in poche ore, sull’aspetto
più controverso della riforma dell’ordinamento giudiziario (ddl
Castelli) da mesi all’esame del Senato, è successo di tutto: con
il risultato che, a verifica ormai dichiarata chiusa, Lega e Forza Italia
spingono in una direzione mentre An e Udc puntano i piedi. E il presidente
della Camera, Pierferdinando Casini, avverte: «Sono temi delicati,
è necessaria una riflessione. Servono toni pacati».
Sui giudici e i pubblici ministeri (ora possono
cambiare funzione liberamente) è stata la giornata degli annunci.
Il guardasigilli Roberto Castelli (Lega) ha comunicato che il collega Umberto
Bossi presenterà entro 2 mesi un ddl costituzionale per la «separazione
della carriere, l’elezione diretta del pm e, probabilmente, la sua regionalizzazione».
Così il ministro, forse scontento del passo da lumaca preso al Senato
dal ddl-Castelli (nell’ultima stesura, giudici e pm possono ancora cambiare
funzione ma devono sostenere un concorso e cambiare distretto), ha lanciato
un messaggio: «La Lega ha deciso di presentare un progetto proprio».
Castelli ha parlato nelle ore in cui l’Unione
delle Camere penali chiedeva conto a Silvio Berlusconi del mancato inserimento
nel ddl-governativo della separazione delle carriere. «Già
il 21 maggio, il premier ci aveva promesso una svolta entro 15 giorni e
ora ci ha detto che entro fine luglio sarà presentato al Senato
un emendamento al maxi-emendamento che già modifica il primo testo
del governo», annunciava in tarda mattinata il presidente delle Camere
Penali, Ettore Randazzo, con l’aria però di uno che ha già
ascoltato altre promesse non mantenute. E la Lega con il suo progetto?
«Berlusconi ha detto di saperne poco», ha spiegato Randazzo
che, in mancanza di una mossa della Cdl, non ha escluso un altro sciopero
degli avvocati.
Poi, a Palazzo Chigi, Berlusconi ha risposto
a una domanda postagli durante la conferenza stampa: «Abbiamo inserito
nel programma del semestre sia la riforma dell’ordinamento giudiziario
sia quella del Codice di procedura penale». E nel dettaglio: «Nell’ordinamento
giudiziario inseriremo l’assoluta separazione delle carriere con un emendamento».
La viva voce del premier, dunque, confermava
le anticipazioni. Così, mentre solo FI seguiva il Berlusconi, Castelli
ha subito detto di non essere stato «sconfessato dal premier»
e poi è stato coinvolto in una polemica con Guido Calvi dei Ds («Il
ministro si muove come un elefante in stato di ebbrezza») cui ha
risposto con durezza: «Calvi è un gran maleducato».
Col passare delle ore è cresciuto l’imbarazzo
nelle fila di An. La Russa ha detto di non sapere nulla delle proposte
della Lega e di non condividere quanto affermato da Berlusconi: «Noi
di An siamo per la separazione delle funzioni e l’unico punto di equilibrio
all’interno della Cdl è già stato raggiunto al Senato con
la stesura del maxi-emendamento presentato alcune settimane fa».
In altre parole, a Costituzione vigente «è il massimo che
potevamo fare e il massimo che volevamo fare». Infine, un avvertimento
a FI e Lega: «Chi troppo vuole nulla stringe».
Sulla stessa linea il sottosegretario alla Giustizia
Michele Vietti (Udc): «Non ne so nulla, vorrei verificare con un’interpretazione
attenta le parole del presidente del Consiglio perché ho l’impressione
che ciò che ha detto ai penalisti sia già in gran parte contenuto
nel maxi emendamento». In altre parole, «l’emendamento per
chiedere una forte separazione delle funzioni è già stato
fatto».
Anna Finocchiaro (Ds), intanto, ha chiesto spiegazioni:
«Ce ne è abbastanza perché Berlusconi venga in Parlamento».
E Pierluigi Castagnetti (Margherita): «Stanno giocando una partita
al loro interno. Non possiamo mica partecipare alla loro giostra».