Riforme Istituzionali
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a cura di Magistratura Democratica
 
IL DISEGNO DI LEGGE SULLA NOMINA E I POTERI DEL MEMBRO ITALIANO DI EUROJUST: UN PRIMO ESEMPIO DI PUBBLICO MINISTERO SOTTOPOSTO ALL' ESECUTIVO

Il reale obiettivo di questo Governo è arrivare ad un P.M. sottoposto e controllato dall'Esecutivo.

La vicenda del disegno di legge approvato nei giorni scorsi dal Consiglio dei ministri per attuare la Decisione dell’Unione europea che istituisce Eurojust, organo dell’Unione europea che deve rafforzare la lotta contro le gravi forme di criminalità, è un'inquietante conferma di questa tendenza.

Non vi è dubbio che i compiti attribuiti ad Eurojust siano giudiziari, e non meramente amministrativi, come risulta dallo stesso disegno di legge in cui è previsto che tale figura possa "chiedere alla autorità giudiziarie competenti di valutare se avviare un'indagine od esercitare un'azione penale in ordine a fatti determinati, a porre in essere un coordinamento con le autorità competenti di altri Stati membri interessati, di istituire una squadra investigativa comune con le autorità competenti di altri stati membri interessati", "assicurare l'informazione reciproca", assistere le autorità giudiziarie competenti", "partecipare, con funzioni di assistenza, alle attività di una squadra investigativa comune".

E del resto la prospettiva di Eurojust è inevitabilmente quella di divenire un organo giudiziario sovranazionale; gli stessi auspici contenuti nel primo rapporto annuale della struttura, relativo al 2002, sottolineano l'esplicita necessità del riconoscimento pieno di poteri giudiziari necessari ad acquisire informazioni nel proprio Stato, pena il rischio di paralisi dell’intera struttura quando affronta un caso in cui è coinvolto quello Stato membro.

Difatti Eurojust, pur privo di poteri diretti sull’esercizio dell’azione penale, esercita funzioni di coordinamento investigativo, con riferimento alle forme di criminalità organizzata e specializzata come quella nel settore dell’informatica, del riciclaggio dei proventi di reato, della criminalità ambientale, chiaramente riconducibile all’ordinamento istituzionale del sistema giudiziario.

Ora il Governo vuole utilizzare Eurojust per realizzare il sogno di un magistrato nominato dall'esecutivo e da questo controllato: secondo il disegno di legge il magistrato italiano viene infatti nominato dal Ministro per assicurare un rapporto di natura fiduciaria tra l’Esecutivo il rappresentante italiano in Eurojust. Il ruolo del CSM verrebbe confinato ad una "valutazione" della rosa formata dal Ministro, il quale avrebbe anche il potere di "indirizzare al membro nazionale direttive per l'esercizio delle sue funzioni."

Ciò contrasta con la Costituzione, perché l'esecutivo non può avere responsabilità di vertice gerarchico degli uffici giudiziari inquirenti o ingerenza alcuna sull'attività giurisdizionale.

Ciò appare in contrasto anche con la stessa Decisione dell’Unione europea che ha istituito Eurojust. La previsione secondo cui ciascuno Stato può individuare alternativamente il componente nazionale tra chi ha titolo "di magistrato del pubblico ministero, giudice o funzionario di polizia con pari prerogative" significa soltanto rispettare la estrema diversità dei singoli ordinamenti nei vari Paesi dell’Unione (si pensi all'Inghilterra dove non esiste un organo come il nostro P.M.). Il magistrato italiano inviato in Eurojust non può quindi essere legato da vincoli di natura fiduciaria con il Ministro, nè rappresentare il Governo, proprio perchè, ai sensi dell’art. 9 della Decisione istitutiva è soggetto "all’ordinamento interno dello Stato membro, per quanto riguarda il suo statuto", e quindi ai principi costituzionali dell’autonomia e dell’indipendenza della magistratura e dell’obbligatorietà dell’azione penale.

Il disegno di legge del Governo configura un organo pronto a ricevere e recepire le direttive ministeriali, prevedendo a tal fine anche la possibilità di nomina come assistenti non solo di magistrati, ma anche di funzionari amministrativi.

Si tratta quindi del primo esempio, che rischia di passare sotto silenzio, di un magistrato sottoposto direttamente all'esecutivo.

Occorre perciò che tutti coloro che paventano che una tale figura di magistrato "subordinato al Ministro" sia in contrasto con i principi stessi di eguaglianza dei cittadini davanti alla legge e di indipendenza della magistratura facciano sentire, con forza, la loro voce.

Milano, 19 luglio 2003

Il segretario nazionale

Claudio Castelli 


Indice "Rassegna Stampa e Opinioni" - 2003
 
 
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