Corriere della
sera 20-06-2004
L’EX VICEPRESIDENTE DELLA CONVENZIONE
Amato: è nata con malformazioni ma potrà darci una
politica comune
LECCE - «Gli avevamo costruito una casa a cinque piani e si ritrovano
un mezzanino». Giuliano Amato, ex vicepresidente della Convenzione
europea, non nasconde la sua delusione per il testo finale approvato dai
25 capi di Stato e di governo. «E' nata con qualche malformazione»,
continua Amato nel suo intervento alla Fondazione De Benedetti che ieri
a Lecce ha affrontato il tema delle riforme strutturali, «speriamo
che nel tempo siano curate».
«La sensazione che questo lungo negoziato ha lasciato in me -
ha detto ancora il dottor Sottile - è che con il passare delle settimane
le rivendicazioni che in sede di Convenzione eravamo riusciti a contenere,
emergevano e si imponevano». Alla fine il risultato è stato
un forte indebolimento del testo inizialmente abbozzato. Amato parla anche
di una sorpresa finale. Decisamente amara e che «fa capire quale
potrebbe essere l'atteggiamento nei prossimi mesi ed anni dei governi più
legati all'idea d'Europa». La «sorpresa» sta nella cura
con la quale questi governi hanno salvaguardato le «cosiddette cooperazioni
rafforzate lasciando più spazio alle rivendicazioni degli Stati
membri nella disciplina relativa all'insieme dell'Europa allargata».
Di qui il naturale pessimismo nei governi europeisti sulla possibilità
di gestire l'allargamento nella loro «aspettativa di dover mettere
in mare le scialuppe per accorciare le distanze».
Ma quello di Amato, come lui stesso ammette, è anche un «sentimento
misto». Il fatto che sia stata approvata, per esempio, è positivo.
«Se ciò non fosse avvenuto - precisa - sarebbe stato un forte
segnale di crisi per l'Europa allargata e difficilmente reversibile».
E' un fatto positivo perché il testo della Costituzione non è
«soltanto retorica ma è la piattaforma delle politiche che
l'Europa potrà fare domani». L'incorporazione della Carta
dei Diritti rientra in questo quadro dando agli europei una identità
più corposa. Per l'uomo politico italiano che nell'ultimo anno più
si è speso per costruire una casa comune, «sul piano degli
strumenti per rendere l'Europa più efficiente si sono pagati i prezzi
più alti, come il ritorno alla grande dell'unanimità anche
laddove noi l'avevamo tolta». Così come l'indebolimento delle
cosiddette «passerelle», cioè la possibilità
di passare un domani al meccanismo di maggioranza.
Amato però rileva che «nascerà il ministro degli
Esteri dell'Unione, un fatto molto positivo per un'unica voce europea,
come il presidente a tempo pieno del Consiglio europeo».