"Si levino dalla testa di rinviare di un anno le elezioni regionali per poter rinviare la quarta sconfitta della legislatura", avverte Luciano Violante. "Le regionali si faranno nel 2005 e poi, se vorranno, si potranno fare le politiche insieme alle regionali, però nel 2005. Oppure nel 2006 si faranno le politiche. Non pensino quindi di poter usare la maggioranza per forzare i diritti costituzionali dei cittadini, che devono votare ogni cinque anni e non quando piace al presidente del Consiglio".
Il coordinatore della segreteria della Quercia Vannino Chiti mette in
chiaro che il centrosinistra è pronto alla mobilitazione contro
questa ipotesi che, peraltro, ritiene incostituzionale. "La proposta del
ministro Maroni", osserva infatti Chiti, "di un rinvio delle elezioni regionali
con una legge ordinaria, è un progetto autoritario e avventurista
che contraddice l'autonomia delle regioni e colpisce una norma costituzionale
che stabilisce in cinque anni la durata delle assemblee elettive". "Sarebbe
però un atto inaccettabile, praticamente un golpe", taglia corto
il verde Alfonso Pecoraro Scanio.
Nel centrosinistra fa discutere però anche la formazione con
cui presentarsi alle regionali: Listone, come alle europee, oppure ognuno
per sé? Ieri, rispondendo a Repubblica, Massimo D'Alema ha dichiarato
di auspicare la sottoscrizione di un "patto federativo" tra tutti i soggetti
della lista unitaria, aperto anche a chi non ha ritenuto di aderirvi.
Chiti rilancia senz'altro la proposta di D'Alema. "Non bisogna dare
l'impressione ai cittadini che la lista unitaria è stata uno scherzo
o una parentesi per le elezioni europee", dichiara, "bisogna dar vita ad
un patto federativo tra i partiti che l'hanno costituita".
"La scelta per le regionali si farà in un secondo tempo", frena
Pierluigi Castagnetti, capogruppo della Margherita alla Camera. "Credo
che sia ragionevole prevedere che ci presenteremo distinti", nota però
Castagnetti, intervistato dal Quotidiano nazionale. "In politica bisogna
avere delle priorità, adesso c'è quella di vincere ai ballottaggi",
dice pure Violante, "dopo si vedrà come e quale formula organizzativa
avere per stare meglio insieme. Ci sono due cose indiscutibili: la prima
è che Prodi è il leader del centrosinistra, la seconda è
che si va avanti insieme dall'Udeur a Rifondazione comunista".
Mailing List di Riforme istituzionali |