Riforme Istituzionali
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Proporzionale: forze di maggioranza a confronto


 Regioni.it  28-06-2004

GOVERNO: MARONI, LEGA NON HA PAURA DI STARE ALL'OPPOSIZIONE
CON QUESTO SISTEMA ELETTORALE SENZA LEGA AL NORD NON SI VINCE
 
(ANSA) - MILANO, 28 GIU - ''La Lega non ha paura di stare all'opposizione, la Lega non si spaventa se qualcuno vuole mandarla all'opposizione perche' la Lega l'opposizione la sa fare e ci sa stare. E d'altra parte partecipare a una maggioranza che perde colpi e non e' in grado di portare avanti le riforme, specie quella federalista, non ci interessa''. Lo ha detto il ministro del Welfare Roberto Maroni a Milano   L'esponente del Carroccio ha sottolineato che ''con questo sistema elettorale al Nord senza la Lega non si va da nessuna parte'', e che ''se altri nella maggioranza si prefiggono di andare avanti sena fare le riforma federalista si accomodino. Noi all'opposizione stiamo bene, anzi qualche volta ci stiamo meglio, e non ne abbiamo paura se questo e' il disegno che c'e' dietro quello che e' avvenuto a Milano''. (ANSA).


Corriere della sera  30-06-2004
 
Proporzionale, la tentazione degli azzurri. No da Lega e An

Aperture dentro Forza Italia. Urbani: un modo per far convivere bipolarismo e tradizione italiana. I lumbard frenano perché sospettano dei centristi: vogliono soltanto rifare la Dc
 
ROMA - Alla luce dei risultati elettorali il problema è soprattutto politico: a chi conviene oggi tornare al sistema proporzionale? La Lega non ha dubbi: «Ai centristi dell’Udc». Che secondo il Carroccio non hanno altro obiettivo che restaurare la vecchia Dc. Ma anche i colonnelli di An, da convinti presidenzialisti, sono per lo più irritati di fronte alla prospettiva. Diverso, molto più prudente, l’atteggiamento di Forza Italia: se molti tifano in modo convinto per il proporzionale attendono però il via libera ufficiale del Cavaliere, che pur essendosi schierato più volte su quella linea dovrà comunque tenere conto dei nuovi rapporti di forze con gli alleati di governo usciti dalle urne. Il ministro per i Beni Culturali Giuliano Urbani è forse il politico che nel centrodestra ha più lavorato sull’argomento, tanto che alla vigilia delle ultime politiche riuscì a mettere insieme un cartello trasversale che da Silvio Berlusconi arrivava fino a Fausto Bertinotti. Tutti insieme per cambiare il sistema in senso proporzionale. A distanza di quattro anni non ha cambiato opinione: «Sarebbe un modo per far convivere il bipolarismo con la tradizione italiana che contempla da sempre una grande frammentazione partitica. Ovviamente con lo sbarramento e il premio di maggioranza. Ma un sistema come quello tedesco aiuterebbe a guarire le due malattie della politica italiana: la contrapposizione manichea fra i due schieramenti e l’eccessiva litigiosità interna alle stesse coalizioni».
Il coordinatore azzurro per la Lombardia Paolo Romani se la prende con «le alleanze improprie» che si verificano «quando un elettore forzista è obbligato, in un collegio, a votare per un leghista e viceversa». E ricorda che nel ’96 l’Ulivo vinse grazie al maggioritario nonostante avesse meno voti in assoluto del centrodestra. La sua collega, coordinatrice per l’Emilia Romagna, Isabella Bertolini , ne fa anche un problema di giustizia all’interno della coalizione: «Finora siamo stati molto generosi con i nostri alleati». In particolare con l’Udc e la Lega. Ecco perché «sarebbe meglio dare ad ogni partito il suo peso effettivo».
Dentro An la musica cambia. E di molto. Maurizio Gasparri invia un messaggio preciso: «Faccio parte di un partito presidenzialista e non tabaccista», prendendosela con l’udc Bruno Tabacci che aveva indicato le sue preferenze per il modello tedesco, senza indicazione del premier. E dato che anche Follini lascia intendere di pensarla allo stesso modo il ministro per le Comunicazioni va all’attacco: «Se si parla di un sistema come quello delle regionali, con la precisa indicazione del candidato presidente, allora va bene. Altrimenti non se ne parla proprio». Quasi tutti gli esponenti di An sono sulla stessa lunghezza d’onde. Anche se il governatore del Lazio Francesco Storace dice di tifare «da sempre» per il proporzionale «in quanto più espressivo delle forze in campo».
Ma chi è pronto a fare le barricate è soprattutto la Lega. Non tanto perché sia contraria per principio al proporzionale, ma perché vede nella proposta di Follini l’ennesimo tentativo di rallentare la marcia delle riforme. Francesco Speroni parla dei «soliti dc, con la stessa mentalità di 50 anni fa». E Roberto Calderoli alza il muro: «Prima facciamo il federalismo dopo la legge elettorale».
Nell’Udc invece è un coro di «evviva». Sulla stessa lunghezza d’onde è il vicesegretario del nuovo Psi, Bobo Craxi : «Sarei pronto a fare persino un referendum». E già sull’altra sponda, quella del centrosinistra, attendono con entusiasmo trasversale il ritorno del proporzionale il verde Alfonso Pecoraro Scanio , Clemente Mastella e il diessino Cesare Salvi .
 
Roberto Zuccolini


Indice "Rassegna Stampa e Opinioni" - 2004
 
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