il manifesto
14-09-2004
Costituzione Ue, i socialisti francesi nello scompiglio
Il numero due del Ps, Laurent Fabius, annuncia che voterà no
al referendum, in ogni caso. Sconcertato il segretario Hollande
A. M. M.
PARIGI - Il Partito socialista è in pieno marasma sulla Costituzione
europea. Domenica, il numero due del Ps, Laurent Fabius, ha confermato
non solo che inviterà a votare «no» al referendum sulla
Costituzione che il presidente Jacques Chirac ha deciso di indire in Francia
nella seconda metà del 2005, ma che questo «no» non
è soggetto a nessuna condizione. Giovedì scorso, invece,
in un intervento in tv molto criticato - perché incerto - Fabius
aveva affermato che avrebbe scelto il no «se» Chirac non fosse
riuscito a cambiare alcuni aspetti della politica comunitaria, a cominciare
da quella sociale (dove, nei fatti, la Ue ha pochi poteri poiché
le questioni sociali sono rimaste nazionali). Da domenica, la posizione
si è chiarita e radicalizzata: per Fabius sarà dunque «no»
al referendum. La decisione del numero due ha provocato lo sconcerto della
dirigenza del Ps, a cominciare dal segretario, François Hollande,
che si era già chiaramente pronunciato a favore del «sì».
Invece, tra i mil!
itanti - che sono chiamati a votare a fine novembre per un referendum
interno che deciderà la posizione del partito - la scelta di Fabius
fa discutere e crea proseliti. Se il referendum avesse luogo oggi i militanti
socialisti sceglierebbero il «no» alla Costituzione.
«La questione prioritaria in Europa è quella dell'occupazione
e delle delocalizzazioni - ha spiegato Fabius - Guardando da vicino questo
trattato, non vi trovo ciò che permetterebbe di cambiare politica
su questi due punti. Se resta immutato, non posso quindi approvare questo
trattato». Fabius, capofila del fronte del «no», partecipa
alla lotta interna tra i leader del partito per ottenere la candidatura
per l'Eliseo nel 2007: gli altri «presidenziabili» - l'ex ministro
Dominique Strauss-Kahn e François Hollande (mentre cosa farà
Lionel Jospin resta per ora misterioso) - si sono entrambi pronunciati
per il «sì». Se la posizione di Fabius dovesse avere
la meglio tra i militanti e il Ps dovesse quindi scegliere il «no»
una forte ipoteca verrebbe messa sul risultato del referndum francese:
molto probabilmente, in questo caso, la Costituzione verrà bocciata.
Per il «no», a sinistra si sono già chiaramente pronunciati
il Pcf e l'estrema sinistra, mentre i Verdi sono spaccati (chi!
edono un referendum tra tutti i 25 partiti verdi della Ue). Il
problema è che contro la Costituzione sono anche l'estrema destra
(Fn) e la «destra estrema» (de Villiers), oltre a qualche frangia
dell'Ump.
Il discorso di Laurent Fabius non si situa però nel campo anti-europeista: l'ex primo ministro ritiene che ormai la costruzione europea sia matura, che l'Unione europea non possa più venire messa in discussione in quanto tale. Ma che, proprio grazie a questa stabilizzazione, sia arrivato il momento di non cedere più al ricatto e che ormai sia il momento delle scelte politiche: secondo Fabius, la Costituzione, se venisse approvata, inciderebbe nel marmo le scelte liberiste in campo economico e sociale e impedirebbe di cambiare strada (sarà possibile solo all'unanimità, quindi di fatto impossibile).
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