A dispetto del principio che le regole elettorali non si cambiano in
corsa (sotto elezioni), e ancor più a dispetto del principio che
le regole del gioco (il gioco di tutti) non dovrebbero essere cambiate
da una semplice maggioranza di parte, a dispetto di entrambi questi principi
è quasi certo che il Mattarellum sarà sostituito dal Nespolum,
la trovata o furbata dell’onorevole Vincenzo Nespoli di An. È raro
che un partito proponga una riforma elettorale che lo danneggi: ma è
ancor più raro che venga proposta dichiarando con inusitato cinismo
che «mi serve a vincere». Le riforme elettorali dovrebbero
servire a eleggere meglio. Se si fanno di solito si fanno invocando un
interesse generale, un beneficio per tutti. Invece no. Invece Berlusconi
dichiara senza ai né bai che lui vuole il Nespolum perché
a lui conviene. Ora, di leggi fatte su misura il Cavaliere ne ha già
varate parecchie: vedi la Frattini sul conflitto di interessi, la Gasparri
sul riassetto televisivo, e altre ancora; ma finora ha sempre negato che
fossero leggi pro domo sua . La novità è che questa volta
lo ammette, e anzi lo ostenta. Rinnovata baldanza? Non saprei. Ma è
una svolta, una novità, che non deve passare inosservata.
Veniamo al merito. Le domande sono: qual è la differenza tra
il nuovo Nespolum e il vecchio Mattarellum, e se il nuovo sistema sia migliore
o peggiore del vecchio. Fermo restando, in premessa, che il Mattarellum
era già un sistema pessimo, e perciò stesso da cambiare.
Io lo ripeto da dieci anni. Ma siccome non riesco a convincere, sul punto,
qualche stimato collega, invece di ripetermi invano passo questa volta
la parola a Bertinotti, che non può certo essere sospettato di essere
in collusione con me.
Allora, secondo Bertinotti il sistema maggioritario (i tre quarti del
Mattarellum) «ha solo peggiorato la qualità della politica...
Abbiamo più personalizzazione, il che significa un presidenzialismo
di fatto... Più spettacolarizzazione... Più partiti. Infine
più potere di ricatto delle piccole formazioni». Mi pare una
sintesi ineccepibile. Che mi consente di rispondere subito alla domanda
se il Nespolum sia meglio del Mattarellum. La risposta è no, visto
che siamo lì, visto che il nuovo sistema incamera tal quali tutti
gli stessi difetti. Tantovero che l’onorevole Nania di An ha buon gioco
nel chiedersi di che cosa l’Ulivo si lamenti, visto che il Nespolum «lascia
in piedi l’attuale sistema, gradito all’Ulivo». Già, è
proprio così. Se il Mattarellum non si tocca - è la parola
d’ordine di Prodi - allora perché agitarsi tanto per un suo quissimile?
Tornando al punto, secondo me il Nespolum non migliora il Mattarellum,
visto che lo incorpora. Al che si ribatte che lo migliora per un altro
rispetto, e cioè perché lo «semplifica» riducendo
le due schede di prima (una per il voto maggioritario, l’altra per il voto
proporzionale) a una scheda sola. Sì, ma questa semplificazione
è al tempo stesso una drastica amputazione. Il che la rende una
semplificazione fortemente peggiorativa. Finora gli italiani avevano due
scelte: una sul candidato nel collegio uninominale, l’altra per i candidati
sulla quota proporzionale. Ora questa doppia scelta non c’è più.
A questo punto tanto varrebbe semplificare ancora riducendo la scheda elettorale
a due nomi e basta. Tanto tutto il resto è prefabbricato dall’alto
e avviene automaticamente, con il sottinteso che l’elettore vuole sempre
tutto quello che il suo capo vorrà. Con tanti saluti alla sovranità
di un cosiddetto popolo sovrano davvero cornuto e mazziato.