Riforme Istituzionali
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Corriere della sera  15-12-2004
 
 Dal Mattarellum al Nespolum
 
di G. Sartori
 
A dispetto del principio che le regole elettorali non si cambiano in corsa (sotto elezioni), e ancor più a dispetto del principio che le regole del gioco (il gioco di tutti) non dovrebbero essere cambiate da una semplice maggioranza di parte, a dispetto di entrambi questi principi è quasi certo che il Mattarellum sarà sostituito dal Nespolum, la trovata o furbata dell’onorevole Vincenzo Nespoli di An. È raro che un partito proponga una riforma elettorale che lo danneggi: ma è ancor più raro che venga proposta dichiarando con inusitato cinismo che «mi serve a vincere». Le riforme elettorali dovrebbero servire a eleggere meglio. Se si fanno di solito si fanno invocando un interesse generale, un beneficio per tutti. Invece no. Invece Berlusconi dichiara senza ai né bai che lui vuole il Nespolum perché a lui conviene. Ora, di leggi fatte su misura il Cavaliere ne ha già varate parecchie: vedi la Frattini sul conflitto di interessi, la Gasparri sul riassetto televisivo, e altre ancora; ma finora ha sempre negato che fossero leggi pro domo sua . La novità è che questa volta lo ammette, e anzi lo ostenta. Rinnovata baldanza? Non saprei. Ma è una svolta, una novità, che non deve passare inosservata.
Veniamo al merito. Le domande sono: qual è la differenza tra il nuovo Nespolum e il vecchio Mattarellum, e se il nuovo sistema sia migliore o peggiore del vecchio. Fermo restando, in premessa, che il Mattarellum era già un sistema pessimo, e perciò stesso da cambiare. Io lo ripeto da dieci anni. Ma siccome non riesco a convincere, sul punto, qualche stimato collega, invece di ripetermi invano passo questa volta la parola a Bertinotti, che non può certo essere sospettato di essere in collusione con me.
Allora, secondo Bertinotti il sistema maggioritario (i tre quarti del Mattarellum) «ha solo peggiorato la qualità della politica... Abbiamo più personalizzazione, il che significa un presidenzialismo di fatto... Più spettacolarizzazione... Più partiti. Infine più potere di ricatto delle piccole formazioni». Mi pare una sintesi ineccepibile. Che mi consente di rispondere subito alla domanda se il Nespolum sia meglio del Mattarellum. La risposta è no, visto che siamo lì, visto che il nuovo sistema incamera tal quali tutti gli stessi difetti. Tantovero che l’onorevole Nania di An ha buon gioco nel chiedersi di che cosa l’Ulivo si lamenti, visto che il Nespolum «lascia in piedi l’attuale sistema, gradito all’Ulivo». Già, è proprio così. Se il Mattarellum non si tocca - è la parola d’ordine di Prodi - allora perché agitarsi tanto per un suo quissimile?
Tornando al punto, secondo me il Nespolum non migliora il Mattarellum, visto che lo incorpora. Al che si ribatte che lo migliora per un altro rispetto, e cioè perché lo «semplifica» riducendo le due schede di prima (una per il voto maggioritario, l’altra per il voto proporzionale) a una scheda sola. Sì, ma questa semplificazione è al tempo stesso una drastica amputazione. Il che la rende una semplificazione fortemente peggiorativa. Finora gli italiani avevano due scelte: una sul candidato nel collegio uninominale, l’altra per i candidati sulla quota proporzionale. Ora questa doppia scelta non c’è più. A questo punto tanto varrebbe semplificare ancora riducendo la scheda elettorale a due nomi e basta. Tanto tutto il resto è prefabbricato dall’alto e avviene automaticamente, con il sottinteso che l’elettore vuole sempre tutto quello che il suo capo vorrà. Con tanti saluti alla sovranità di un cosiddetto popolo sovrano davvero cornuto e mazziato.
 


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