Riforme Istituzionali
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Repubblica.it 11-10-2005
 
Oggi in aula la riforma elettorale
L'Unione punta sui franchi tiratori
Si parte questa mattina con le pregiudiziali costituzionali
Il centrosinistra presenta 550 emendamenti. Alcuni per cercare voti nella Cdl
 
ROMA - Arriva in aula la riforma della legge elettorale e l'opposizione prepara le contromosse. Al vertice dell'Unione che si è svolto con Romano Prodi e i segretari di partito, è passata la linea di Francesco Rutelli: il centrosinistra, infatti, dopo un lavoro certosino dei tecnici, ha presentato circa 550 emendamenti, con l'obiettivo di mettere in difficoltà la Casa delle libertà. Ieri mattina anche gli altri leader e capigruppo dell'Unione si sono convinti dell'efficacia della proposta del presidente della Margherita.

Sono stati definiti, in particolare, quattro nuovi emendamenti che dovranno fare da 'cavallo di Troia' e cercare di raccogliere i consensi tra i franchi tiratori della Cdl. Oltre agli emendamenti soppressivi ve ne saranno due che riguardano le cosidette 'quote rosa' e verranno presentati dalle deputate dell'opposizione: uno propone di eleggere il 50% di donne e il 50% di uomini, l'altro propone almeno un terzo di elette. E' stato presentato anche un emendamento che modifica le circoscrizioni elettorali, portandole a 35 e che chiede il parere dalla Conferenza Stato-Regioni. Un altro vuole differire l'entrata in vigore della riforma alla XVI legislatura. Inoltre, l'Unione chiede che venga abolito il divieto per le minoranze linguistiche di coalizzarsi.

E così, a partire dalle eccezioni di costituzionalità di questa mattina, Berlusconi e Prodi si giocano in tre giorni una buona fetta dei propri destini politici. Le decine di voti segreti che attendono alla Camera la riforma elettorale, infatti, costituiscono un test decisivo della compattezza delle rispettive coalizioni.

Il premier non ha lasciato nulla di intentato per chiamare i suoi parlamentari ad una presenza quasi blindata in aula. Prodi viene invece dalla grande manifestazione di piazza di Roma e ha messo a punto oggi gli ultimi dettagli per cospargere di mine il cammino della riforma.

Tuttavia, entrambi i contendenti sono consapevoli dell' incognita rappresentata dal voto segreto. Un'incognita che secondo il Professore penalizzerà soprattutto la maggioranza: infatti con la riforma proporzionale molti deputati del centrodestra, a suo giudizio, vedrebbero destabilizzato il proprio collegio in cui potrebbero invece essere facilmente riconfermati con il maggioritario. E dunque potrebbero essere tentati di votare contro. Ma anche la Cdl spera nella dissidenza dei tanti deputati dell'Unione che sono per il proporzionale e potrebbero cogliere un'occasione forse irripetibile per appoggiarlo.

Si vedrà già oggi, con i primi voti sulle pregiudiziali, chi ha ragione. Rutelli calcola che potrebbero essere sufficienti una trentina di franchi tiratori per affossare la legge e già nelle prime votazioni si capirà il vero clima nella maggioranza. Tuttavia bisogna considerare che la caduta del provvedimento fortemente voluto dall'Udc, prima che dal Cavaliere, sarebbe un fatto politico esplosivo e potrebbe davvero comportare, come avverte Baccini, la fine traumatica della legislatura e l'implosione del centrodestra. Al momento non ci sono segnali che facciano pensare a uno scenario di questo tipo.

Non a caso la proposta di Rutelli di tentare di far passare modifiche nel merito per peggiorare la legge e determinarne l' abbandono, è vista con sospetto dalla sinistra radicale.

Bertinotti insiste sulle insidie del neocentrismo e chiede di non parlare oggi di subordinate. Così, la proposta del leader della Margherita di votare per la reintroduzione delle preferenze (che ha molti sostenitori nell'Udc) è stata accantonata e l'Unione voterà solo per il 50 per cento di quote rosa e l'abolizione della soglia di sbarramento. Ciò non impedisce all'Udc, con Graziano, di parlare di una sconfitta per Prodi, costretto a portare la battaglia dalla piazza in Parlamento, accettando il confronto anche se a colpi di ostruzionismo.

In realtà il centrosinistra sa, dice Marini, che la battaglia è difficile. Proprio per questo motivo non ci si nasconde che, se la riforma passerà, si tratterà di discutere come presentarsi al meglio alle urne. Su questo punto Fassino è stato chiaro: sarebbe bene rispolverare la lista unica capeggiata da Prodi. Fatto che non piace alla maggioranza della Margherita (Rutelli ha impostato tutta la sua campagna sulla valorizzazione dell'identità del partito) e che mette in difficoltà anche i socialisti, impegnati nel processo di unificazione con i radicali. Pannella boccia infatti il listone e sembra disponibile al massimo ad una lista ispirata al Pse che vada da Sdi e radicali fino ai Ds. Ciò non risolverebbe la collocazione di Prodi.

Ma se la riforma proporzionale verrà votata dalle Camere non ci sarà solo il problema delle liste. Dalle urne potrebbe emergere, secondo alcuni esponenti della Cdl, anche uno scenario di tipo tedesco. Il che, secondo l'azzurro Bondi, suggerirebbe maggiore fair play tra le due coalizioni. "Formiche" scrive che la "Grosse Koalition" in futuro potrebbe rivelarsi l'unica strada per affrontare consensualmente quelle riforme che nessuno dei due poli sembra in grado di imporre da solo.


Indice "Rassegna Stampa e Opinioni" - 2005
 
 
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