Riforme Istituzionali
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Repubblica.it 11-04-2006
 
Prima riunione delle Camere il 28 aprile, il 18 maggio scade il mandato di Ciampi. Il 28 e 29 maggio elezioni amministrative
Ecco le scadenze del dopo voto
Cariche dello Stato e voto locale

 
ROMA - Non appena la tornata elettorale potrà dirsi davvero conclusa si dovrà cominciare a parlare delle tante scadenze istituzionali, tra le quali la principale è la fine del mandato del capo dello Stato. Il 28 aprile, fra meno di due settimane, ci sarà la prima riunione delle nuove camere e inizierà la procedura per designare i vertici di Camera e Senato. Tecnicamente i punti all'ordine del giorno della prima seduta sono tre: la costituzione dell'ufficio di presidenza provvisorio, la costituzione della giunta provvisoria per la verifica dei poteri (cioè gli accertamenti relativi alla proclamazione a senatore o a deputato dei candidati che subentrano a chi sceglie altre circoscrizioni) e quindi le votazioni per il presidente del Senato o della Camera.

Levi Montalcini presidente ad interim. L'assemblea viene presieduta dal presidente provvisorio: al Senato tocca al più anziano d'età, quindi la senatrice e premio Nobel Rita Levi Montalcini (seguono in lista Scalfaro e Andreotti). Alla Camera, invece, sarà il turno del più anziano da un punto di vita istituzionale, cioè al vicepresidente della scorsa legislatura, ancora in carica. Se risultassero assenti tutti i vicepresidenti, si risale a quelli delle legislature precedenti. Se ancora dovessero mancare, l'assemblea verrà presieduta dal più anziano.

La formazione dei gruppi parlamentari. Per il 30 aprile, invece, ogni deputato e senatore deve scegliere il gruppo di appartenenza. Alla Camera la comunicazione va inviata entro due giorni al segretario generale (un organo permanente che non viene rinnovato con la nuova legislatura). Al Senato, invece, i senatori hanno tempo tre giorni a partire dal 28 aprile per comunicare la loro scelta al presidente.

Gli appuntamenti di maggio. Tra il 2 e il 5 i presidenti di Camera e Senato convocano i gruppi parlamentari per la loro costituzione, entro quattro giorni dalla prima seduta a Montecitorio ed entro una settimana a palazzo Madama. Costituiti i gruppi, si può procedere all'elezione, con "opportune intese" tra i presidenti dei gruppi, del consiglio di presidenza (4 vicepresidenti, 3 questori, 8 senatori segretari), al Senato, e dell'ufficio di presidenza alla Camera, con gli stessi numeri.

I rappresentanti delle commissioni. Entro cinque giorni dalla costituzione, ogni gruppo comunica alla presidenza del Senato la designazione dei propri rappresentanti nelle commissioni permanenti (il termine però raramente è rispettato). Alla Camera la comunicazione dei gruppi non ha particolari scadenze. Le commissioni, per prassi, si costituiscono dopo la formazione del governo, in modo da permettere ai partiti di suddividere gli incarichi ed evitare sovrapposizioni con incarichi nell'esecutivo.

L'elezione del capo dello Stato. Nuova scadenza il 13 maggio: entro 15 giorni dalla prima riunione, infatti, il presidente della Camera convoca il parlamento in seduta comune per l'elezione del nuovo capo dello Stato. Cinque giorni dopo, il 18 maggio, scade il mandato settennale del presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, che giurò il 18 maggio 1999. E dato l'esito del voto di ieri e l'altro ieri, l'accordo che si potrà, e dovrà, trovare sulla nomina dell'inquilino del colle, sarà un importante banco di prova per la governabilità italiana.

Le elezioni amministrative. Dieci giorni ancora, ed eccoci alle amministrative del 28 e 29 maggio: si vota in 1.267 Comuni, otto province (quasi tutte al centro-nord) e una regione, la Sicilia. Per l'11 e 12 giugno, infine, sono previsti i ballottaggi eventuali per le amministrative, ma non solo: il referendum confermativo della riforma costituzionale voluta dal governo Berlusconi potrebbe tenersi nella stessa data. Il referendum potrebbe essere peraltro fissato anche nella seconda metà di giugno, ma comunque, sia il voto amministrativo, in regioni che si sono spostate a destra, che la conferma delle riforme della Cdl, potrebbero essere un percorso impervio per la risicata maggioranza del centrosinistra.


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