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15-05-2006
Primarie di guerra
Sul manifesto del 10 maggio 2006 è
possibile leggere che si potrebbero fare le primarie per decidere se mantenere
le truppe in Iraq e Afghanistan, oppure ritirarle. La proposta è
di un parlamentare del PRC, Malabarba, leader di una delle cosiddette aree
critiche del partito, più precisamente quella che si definisce "Sinistra
critica".
L'idea non è malvagia, soprattutto
dopo aver bocciato la proposta di Ferrando di impegnare i parlamentari
del PRC a non votare il nuovo finanziamento delle missioni di guerra: in
questo modo, il buon Malabarba scarica la responsabilità di decidere
e si rimette alla "volontà popolare", che si esprimerà in
un'apposita consultazione.
Ma perchè limitare l'uso delle
primarie alla guerra e all'indicazione dei candidati? Visto che sembra
siano diventate la soluzione per tutti i problemi dell'Unione, perchè
non estendere la consultazione agli altri grandi temi che, di volta in
volta, agitano la pubblica opinione e richiedono scelte di cui nessuno
vuole assumersi la responsabilità?
Prendiamo la questione della pena di morte:
ogni qual volta si verifica un delitto particolarmente efferato, come nel
recente caso del piccolo Tommaso, sono in molti a reclamare a gran voce
il ripristino della pena capitale. Allora, perchè non sottoporre
il quesito alla volontà popolare e, in caso affermativo, approvare
un'apposita legge bipartisan? Per essere democratici fino in fondo, bisognerebbe
anche consentire al popolo delle primarie di esprimersi anche sulla modalità
di erogazione della pena capitale, perchè non è mica detto
che tutti siano d'accordo sul puro e semplice ripristino della fucilazione
una volta in gore nel nostro Paese; non si può mica essere pregiudizialmente
antiamericani e non prendere in considerazione le indicazioni che ci vengono
da quel faro di civiltà che sono gli Stati Uniti d'America.
Si potrebbe suddividere la scheda in due
sezioni: nella prima, il cittadino è chiamato a dire se è
favorevole o meno al ripristino della pena di morte. Solo in caso di risposta
affermativa, il medesimo cittadino potrà barrare, nella seconda
sezione della scheda, il tipo di esecuzione che ritiene più adeguato
fra la fucilazione, l'impiccagione, la sedia elettrica, l'iniezione di
veleno. In omaggio alla tradizione europea, non vanno escluse dal quesito
la garrota e la ghigliottina, mentre - in considerazione dell'eventualità
di condannati immigrati - si potrebbe prevedere per questi ultimi il ricorso
alla scimitarra.
Una volta che il popolo avrà espresso
la sua volontà, ai parlamentari come Malabarba non resterà
altro da fare che ratificarla con un provvedimento legislativo ad hoc.
Una volta acquisita definitivamente la
metodologia delle primarie, Malabarba potrebbe proporle per altre questioni
su cui l'Unione non sia in grado di trovare risposte soddisfacenti per
tutti: avremo allora le primarie sulla riduzione delle imposte, quelle
sulla flessibilità del lavoro, quelle sul finanziamento alle scuole
private, senza dimenticare quelle sui PACS e sulla questione della TAV.
In questo modo, Malabarba e tutti quelli che hanno fatto credere a noi
elettori di essere di sinistra saranno liberati dall'incombenza di dover
fare qualcosa di sinistra, tipo - appunto - dire chiaro e tondo che non
voteranno il finanziamento delle missioni di guerra. Sarà il popolo
sovrano a decidere, e pazienza se deciderà sotto l'influenza di
martellanti campagne patriottarde e strappalacrime, dove i morti italiani
hanno tutti famiglia e vengono assassinati da barbari terroristi crudeli
e tagliatori di teste, mentre i morti iracheni e afghani sono assolutamente
anonimi, non hanno storia, e comunque sono il necessario prezzo da pagare
per difendere e diffondere la democrazia.
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