Riforme Istituzionali
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La Stampa 05-06-2006
 
Governo: no al referendum, poi dialogo - Bertinotti: il voto del Paese deve pesare
 
Governo: no al referendum, poi dialogo
Il portavoce Sircana: «Lavoriamo convinti perchè vinca il no, poi soluzioni condivise con la Cdl».
In Umbria prosegue il conclave del governo Prodi
 
Il governo condivide la necessità che al referendum confermativo sulla riforma costituzionale vinca il No. È quanto è emerso nel corso del seminario di governo a San Martino in Campo che questa mattina ha ripreso i lavori con gli interventi dei ministri e con un passaggio politico appunto sulla prossima consultazione referendaria. «La posizione condivisa da tutti - ha riferito il portavoce del premier Silvio Sircana - è la necessità di arrivare alla vittoria del No al referendum, con una valutazione negativa anche tecnicamente sulla riforma che potrebbe produrre molti problemi all'efficienza del sistema». Sircana ha inoltre spiegato che il governo, dopo la vittoria del No, intende «cercare soluzioni condivise» sulla riforma costituzionale.
 
Bertinotti: il voto del Paese deve pesare
«Non si può dire che la gente va a votare, ma poi i ceti politici dirigenti si metteranno d'accordo alle loro spalle: il voto in qualche modo deve pesare». Lo ha detto Fausto Bertinotti, presidente della Camera, rispondendo alle domande dei giornalisti sulle possibilità di accordo tra i poli in tema di riforme costituzionali. Secondo il presidente della Camera «la responsabilità di andare a votare deve avere un'influenza sul corso della vita del Paese. Io penso che la Costituzione repubblicana sia una grande risorsa per il Paese, per questo penso che vada difesa. Poi, se mi si chiede più direttamente e pronunciarmi politicamente, io penso che sarebbe opportuno, dopo l'esito del referendum, che la politica almeno per un certo periodo accettasse quella lezione del referendum, e almeno si desse una pausa di riflessione».
«Rispettiamo il responso elettorale che verrà dal referendum: una volta fatto questo, determiniamo una pausa di riflessione che sia in grado di riconoscere il valore che dovrebbe essere riconosciuto all'impianto di fondo di questa Costituzione così importante, e poi nella pausa di riflessione continuiamo a ragionare da ciò che emerge come problema fondamentale del Paese. Ripartiamo dal censimento, e non dal 'heri dicebamus', cioè ricominciare precisamente da quella tela che si è mille volte lacerata», ha detto Bertinotti.

Bonanni: a referendum voteremo «NO»
In merito al referendum, il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni, ha ribadito il suo no alla devolution. «Siamo contro i premierati forti che indeboliscono la democrazia - ha commentato - non ci sono piaciute, perchè fatte a colpi di maggioranza, nè la riforma della Costituzione del 2001 nè quella fatta dal centrodestra».

La Russa: Votare Sì, altrimenti si ritorna a riforma 2001
Diversa la posizione di Ignazio La Russa, capogruppo di Alleanza Nazionale alla Camera: «Bisogna votare sì con assoluta sincerità, perché è una riforma che fa bene al Nord, al Sud, al Centro. Poi ci si potrà sedere e discutere con tutta l'attenzione necessaria per migliorarla. Se votassimo no non tornerebbe la Costituzione del 1947, ma verrebbe a galla e tornerebbe in vigore la Costituzione così come l'aveva modificata il centrosinistra».


Indice "Rassegna Stampa e Opinioni" - 2006
 
Speciale "Referendum costituzionale" 2006
 
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