Caro Tremonti, dialogo anche sulla
legge elettorale
Augusto Barbera, Mario Segni
Abbiamo seguito con molto interesse le
proposte di Giulio Tremonti sul Referendum del 25 giugno e sulla riforma
costituzionale. A scanso di equivoci riaffermiamo subito che rimaniamo
sinceri sostenitori del no e che tra le ragioni del nostro no vi la convinzione
che solo in questo modo si può aprire un vero dialogo sulla Costituzione.
Su questo la pensiamo in maniera opposta a Giulio Tremonti. Ma il valore
delle dichiarazioni di Tremonti sta nella disponibilità. o addirittura
nella volontà, se non ci siamo sbagliati, di aprire un dialogo dopo
anni di muro contro muro. Del resto in questo senso si erano espressi Calderisi
e Taradash. Si è aggiunta l'inattesasa dichiarazione di Bossi. A
questo Tremonti aggiunge un altro elemento: l’interesse a strumenti di
riforma costituzionale nuovi, diversi dall'articolo 138 e dalle infauste
Bicamerali. Vedremo in seguito quale potrà essere lo strumento,
ma l’apertura è importante.
Ma nell'agenda delle cose non vi è
una questione fondamentale, che sinora non è stata toccata: la legge
elettorale. Non fermiamoci, per favore, di fronte alla considerazione formale
che non si tratta di materia costituzionale. Non si può tracciare
un assetto coerente della forma di governo e della struttura del Parlamento
senza armonizzarle con la legge elettorale. E un dialogo bipartisan che
voglia davvero chiudere la questione istituzionale non può non avere
questo tra i punti principali. Il tema è reso attualissimo dai guasti
della legge elettorale vigente. E sotto gli occhi di tutti che questa ha
provocato un ritorno allo strapotere delle oligarchie di partito che spinge
alla frammentazione:
che priva i cittadini del potere di sceglie
re i parlamentari. e aumenta il loro distacco dalla politica.
Perciò a Giulio Tremonti, e a tutti
quelli interessati al dialogo, facciamo alcune domande: è d'accordo
nell’inserire la legge elettorale tra le cose da riformare? E convinto
che occorre aprire a strumenti che rompano la partitocrazia come le primarie
il collegio uninominale? Se il Parlamento si dimostrasse incapace di agire,
è disposto a lavorare con noi al referendum Gazzetta, cioè
all’unica arma che avremmo in quel caso a disposizione di fronte a un nuovo
immobilismo? Ci auguriamo di avere dei sì. Ma contiamo, in ogni
caso, di proseguire il dialogo.