Riforme Istituzionali
Rassegna stampa
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Il Riformista 06-06-2006
 
Caro Tremonti, dialogo anche sulla legge elettorale
 
Augusto Barbera, Mario Segni
 
Abbiamo seguito con molto interesse le proposte di Giulio Tremonti sul Referendum del 25 giugno e sulla riforma costituzionale. A scanso di equivoci riaffermiamo subito che rimaniamo sinceri sostenitori del no e che tra le ragioni del nostro no vi la convinzione che solo in questo modo si può aprire un vero dialogo sulla Costituzione. Su questo la pensiamo in maniera opposta a Giulio Tremonti. Ma il valore delle dichiarazioni di Tremonti sta nella disponibilità. o addirittura nella volontà, se non ci siamo sbagliati, di aprire un dialogo dopo anni di muro contro muro. Del resto in questo senso si erano espressi Calderisi e Taradash. Si è aggiunta l'inattesasa dichiarazione di Bossi. A questo Tremonti aggiunge un altro elemento: l’interesse a strumenti di riforma costituzionale nuovi, diversi dall'articolo 138 e dalle infauste Bicamerali. Vedremo in seguito quale potrà essere lo strumento, ma l’apertura è importante.
Ma nell'agenda delle cose non vi è una questione fondamentale, che sinora non è stata toccata: la legge elettorale. Non fermiamoci, per favore, di fronte alla considerazione formale che non si tratta di materia costituzionale. Non si può tracciare un assetto coerente della forma di governo e della struttura del Parlamento senza armonizzarle con la legge elettorale. E un dialogo bipartisan che voglia davvero chiudere la questione istituzionale non può non avere questo tra i punti principali. Il tema è reso attualissimo dai guasti della legge elettorale vigente. E sotto gli occhi di tutti che questa ha provocato un ritorno allo strapotere delle oligarchie di partito che spinge alla frammentazione:
che priva i cittadini del potere di sceglie re i parlamentari. e aumenta il loro distacco dalla politica.
Perciò a Giulio Tremonti, e a tutti quelli interessati al dialogo, facciamo alcune domande: è d'accordo nell’inserire la legge elettorale tra le cose da riformare? E convinto che occorre aprire a strumenti che rompano la partitocrazia come le primarie il collegio uninominale? Se il Parlamento si dimostrasse incapace di agire, è disposto a lavorare con noi al referendum Gazzetta, cioè all’unica arma che avremmo in quel caso a disposizione di fronte a un nuovo immobilismo? Ci auguriamo di avere dei sì. Ma contiamo, in ogni caso, di proseguire il dialogo.

Indice "Rassegna Stampa e Opinioni" - 2006
 
Speciale "Referendum costituzionale" 2006
 
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