Diffida dell’Authority per le informazioni
sul voto. La replica dell’azienda: i comunicati sono corretti
ROMA - A due giorni dalla chiusura della
campagna informativa sul referendum costituzionale, l’Autorità per
le Comunicazioni, guidata da Corrado Calabrò, diffida Mediaset dal
trasmettere quegli spot sulla consultazione, in onda tutti i giorni sulle
reti del Biscione, che appaiono parziali e incompleti. Ma Mediaset non
ci sta e «ribadisce di aver operato nel pieno rispetto delle norme
e dell’atto di indirizzo emanato dalla stessa Authority». «L’Autorità
per le comunicazioni poteva svegliarsi prima» ha commentato il leghista
Roberto Calderoli, vicepresidente del Senato. Mentre la maggioranza plaude
al provvedimento ma chiede anche la creazione di un’Autorità che
si occupi esclusivamente di elezioni. La decisione dell’Autorità
è maturata ieri nella Commissione Servizi e Prodotti, relatore il
commissario Michele Lauria, dopo che lo stesso Garante nei giorni scorsi
aveva rivolto alle emittenti televisive nazionali «un invito alla
corretta applicazione delle disposizioni in materia di comunicazione politica
contenute nel regolamento emanato dall’Autorità» appositamente
per questo referendum popolare. Ora però Mediaset è stata
diffidata «a non continuare la trasmissione di spot informativi che
per la parcellizzazione e l’incompletezza delle informazioni fornite enfatizzino
aspetti particolari della complessiva consultazione referendaria».
Pronta la replica di Mediaset: «L’analisi
di Agcom si è svolta in modo unilaterale e parziale in quanto limitata
a soli tre giorni di programmazione nei quali comunque tutti gli spot componenti
la comunicazione sul tema referendario sono stati trasmessi sulle reti
Mediaset». Insomma l’azienda «è certa di aver fornito
ai cittadini una informazione corretta ed imparziale sui capisaldi della
consultazione referendaria pur con i limiti di una comunicazione di tipo
televisivo. Senza dimenticare che i notiziari e le trasmissioni di approfondimento
delle reti Mediaset forniscono quotidianamente un’ampia informazione sul
referendum e sensibilizzano i cittadini a consultare le fonti istituzionali
per esprimere un voto consapevole».
Secondo Calderoli quella di Mediaset «non
è informazione di parte ma è informazione per il popolo.
Invece per l’Authority è solo importante curare gli interessi di
una parte». A replicare ci pensa il segretario di Rifondazione comunista,
Franco Giordano: «Come si vede, su materie che sono delicate, su
cui dovrebbe valere l’obiettività, le destre manifestano ancora
una volta una totale inaffidabilità».
Giuseppe Giulietti, deputato dell’Ulivo,
entra nel merito chiedendo che «entro venerdì vengano trasmessi
spazi informativi adeguati, non perché lo chiedano le parti politiche,
ma perché lo esigono i sacrosanti diritti dei cittadini-elettori».
Ma il senatore di Forza Italia Lucio Malan, membro del «Comitato
per il Sì» osserva che era impossibile rispettare disposizioni
introvabili sia sul sito del governo che su quello del ministero dell’Interno.
Per Stefano Passigli, ex senatore dei Ds, il problema è più
complesso: «Governo e Parlamento dovrebbero considerare la costituzione
di una nuova Autorità che abbia lo specifico compito di assicurare
tempestivamente che lo svolgimento delle campagne elettorali risponda alle
leggi vigenti».