Il presidente della Repubblica torna a
parlare di riforme e auspica un clima di convergenza tra gli opposti schieramenti.
Secondo Giorgio Napolitano l’esempio che questo è possibile viene
dalla votazione di martedì per l’elezione dei membri del Consiglio
superiore della Magistratura: «E’ importante - ha sottolineato il
capo dello Stato - che non si sia ripetuto quello che è accaduto
non poche volte nel passato, con votazioni che si sono trascinate a lungo
senza alcun risultato». Il presidente ha invitato le forze politiche
a lavorare senza fretta, per scongiurare un nuovo fallimento e ha ricordato
la bicamerale presieduta da Nilde Iotti, quella guidata da D’Alema e la
riforma del centrodestra bocciata dal referendum. Sulla riforma del Titolo
V fatta dal centrosinistra nel 2001 va avviata, ha spiegato Napolitano,
«una riflessione e possibilmente una revisione. E’ necessario - ha
detto - procedere per tappe, valutando bene il possibile approdo costruttivo,
perché non si può correre il rischio di un quarto tentativo
di riforma che si concluda nel nulla». Per questo «c’è
da considerare la necessità di un approccio meno ambizioso, meno
globale e più mirato sulle priorità che possano essere condivise
nella ricerca di soluzioni di largo consenso».
Il governo intanto prosegue nel giro d’orizzonte
tra le forze dell’opposizione. Oggi il ministro per le Riforme, Vannino
Chiti, che martedì aveva visto i leghisti Calderoli e Maroni e il
capogruppo di An al Senato Matteoli, incontrerà gli esponenti dell’Udc
Volontè, D’Onofrio e D'Alia.
Il centrodestra però è anche
alle prese con il dibattito sul partito unico. Una prospettiva che molti
vedono molto lontana. A partire da Alleanza Nazionale, il cui presidente
Gianfranco Fini ieri si è incontrato, dopo settimane, con Silvio
Berlusconi, a palazzo Grazioli. Fini ha ribadito che al momento le condizioni
per fare un partito unico non ci sono e che l’unica via praticabile è
solo l’attuale Casa delle libertà, all’interno della quale vanno
rafforzati i singoli partiti.
Il leader di Forza Italia, per la prima
volta, non si sarebbe arrabbiato più di tanto per l’ennesimo stop.
Ma l’idea di «superare» Forza Italia con un contenitore più
vasto è ancora nelle mire del Cavaliere, che però deve aver
deciso di non forzare la mano agli alleati. Tanto che Sandro Bondi, sul
partito unico, ha detto: «Faremo le cose senza strappi con gli alleati,
con molta gradualità». La presa di posizione di Bondi vuole
forse smorzare le voci interne alla Casa delle libertà che vorrebbero
Berlusconi deciso a fare comunque il partito unico. L’ex premier avrebbe
già deciso il nome, Partito delle libertà, e ne avrebbe parlato
domenica scorsa ad Umberto Bossi. Ma Bondi precisa che è solo un
progetto allo stadio embrionale.
Per restare a chi nell’opposizione non
è per niente convinto del partito unico, Berlusconi nei prossimi
giorni incontrerà anche il leader dell’Udc Pierferdinando Casini.
Vittorio Locatelli
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