Sulla missione in Afghanistan arriva oggi per l'Unione l'avvertimento del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano: "Il centrosinistra dimostri la sua compattezza altrimenti, si potrebbero aprire problemi politici abbastanza delicati. E' chiaro che la scelta della Cdl di votare a favore è una scelta che ho apprezzato. Ciò non toglie che ci sia una prova di compattezza che deve dare il centrosinistra", ha continuato Napolitano, "A me tocca solo aspettare e vedere". Nessuna invasione nel campo della politica, fanno sapere ambienti bene informati di del Quirinale, solo un "memento" per ricordare che la maggioranza parlamentare scelta dagli elettori ha sempre il dovere di rimanere compatta.
Le dichiarazioni arrivano ai giornalisti
al termine della sua giornata a Firenze nel corso della quale ha incontrato
il presidente della Repubblica austriaco Heinz Fischer. "Anche dove non
esista la
frusta di obbligo di una maggioranza altamente
qualificata - ha aggiunto - io penso che sia possibile una convergenza
senza nulla togliere alla distinzione di ruoli: la maggioranza fa la sua
parte, l'opposizione la sua. Non ci sono sovrapposizioni".
La convergenza della Cdl, che si è
aggiunta alla maggioranza votando a favore del rifinanziamento della missione,
sarà possibile anche per altre questioni politiche? hanno chiesto
i giornalisti al presidente. Napolitano ha ricordato che già per
la nomina dei giudici del Csm e della Corte Costituzionale era arrivato
un accordo con la Casa delle Libertà. Tuttavia, ha spiegato, "non
c'entra niente tutto questo con il discorso ipotetico, più che mai
ipotetico, di una grande coalizione".
"Ci possono essere due posizioni
antagoniste o alternative una all'altra - ha spiegato Napolitano - e allo
stesso tempo individuare temi di vitale interesse generale da potere esigere
o consentire una convergenza. Tra questi - ha detto il capo dello Stato
- ci sono gli aspetti principali della politica estera e, io mi auguro,
gli aspetti più significativi legati alle riforme istituzionali
che, dopo il referendum - sottolinea - restano un discorso aperto". Il
dialogo, spiega, non centra niente con i "quanto mai ipotetici progetti
di grande coalizione", e nemmeno con la simpatia e l'antipatia che ispirano
gli interlocutori, perché l'unica cosa da fare è "guardare
in faccia i problemi".
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