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Corriere della sera 26-07-2006
 
Bertinotti: la maggioranza governi con le sue forze
 
Il presidente della Camera: in futuro usare meno i decreti Accordo con i dissidenti: non vogliamo che l’esecutivo muoia
 
ROMA - «Fa bene alla democrazia un rispetto sostanziale del mandato degli elettori. La maggioranza deve provare a governare per l’intero quinquennio con le sue forze». E’ il no di Fausto Bertinotti ad ogni tentativo di «erosione», da una parte e dell’altra, degli schieramenti parlamentari emersi dal voto di aprile. Il presidente della Camera non ha dubbi: la maggioranza non si cambia, non si allarga, deve piuttosto governare mostrandosi unita con le forze che ha ricevuto dalle urne. Per raggiungere l’unità la coalizione ha però anche il bisogno di ricorrere alla fiducia: lo farà sul decreto per il rifinanziamento delle missioni militari all’estero, e tutti i dissidenti del Senato hanno annunciato che la voteranno. Anche sul tema della fiducia era intervenuto ieri Fausto Bertinotti: «Se fossi premier troverei comprensibile il ricorso alla fiducia. Guarderei a questa prospettiva con molto interesse, essendo una delle modalità attraverso cui verificare lo stato della propria maggioranza». Bertinotti si augura che da settembre vi possa essere un confronto «più disteso» fra governo e Parlamento, con un minor ricorso ai decreti e alla fiducia. «Però in questa situazione - ha concluso - mi sembra comprensibile».
Dopo un tira e molla di più di un mese il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Vannino Chiti, ieri mattina ha convinto i ribelli. Sarà un voto di fiducia doppio, ha annunciato Chiti: «Lo strumento per permettere di esprimere una diversità ma anche lo spirito di coalizione è mettere la fiducia su alcuni aspetti del provvedimento. Si voterà sull’articolo due e sul complesso del provvedimento». Il governo non si opporrà agli ordini del giorno che presenteranno i dissidenti.
Ad annunciare l’accordo è stato il senatore del Prc Claudio Grassi: «Il nostro dissenso permane - ha detto - ma voteremo la fiducia perché non abbiamo mai detto di voler far cadere il governo, visto che il nostro dissenso era solo sul provvedimento».

Vittorio Locatelli


Indice "Rassegna Stampa e Opinioni" - 2006
 
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