(Indirizzi ed iniziative del Governo a proposito del caso Abu Omar - n. 3-00623)
PRESIDENTE. L'onorevole Boato ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00623 (vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 3).
MARCO BOATO. Signor Presidente, signor Presidente... Anzi, Vicepresidente del Consiglio dei ministri (il mio lapsus
è un augurio!), la doverosa lotta contro il terrorismo interno ed
internazionale non può mai comportare la violazione dei princìpi, delle
regole e delle garanzie dello Stato di diritto, quale è e deve essere
lo Stato italiano.
Il sequestro ad opera della CIA sul territorio italiano di Abu
Omar è stato purtroppo un caso clamoroso ed esemplare di questo tipo di
violazioni. Ancora più grave appare questo sequestro illegale, definito
eufemisticamente extraordinary rendition,
se attuato con l'avallo del Governo di allora o con la
complicità e l'aiuto dei servizi segreti italiani, in specie del
SISMI.
Dopo essere stato sequestrato illegalmente in Italia, Abu Omar è
stato detenuto e torturato in Egitto per quattro anni e solo domenica
11 febbraio è stato rilasciato, sembra a prezzo del silenzio.
Chiedo dunque al Governo italiano attuale di non ostacolare le
doverose indagini della magistratura. Un ostacolo istituzionale
apparirebbe come una copertura - che immagino non ci sia - degli atti
illegali commessi nel caso di Abu Omar.
PRESIDENTE. Il Vicepresidente del Consiglio dei ministri, Francesco Rutelli, ha facoltà di rispondere.
FRANCESCO RUTELLI, Vicepresidente del Consiglio dei ministri.
Signor Presidente, leggo la risposta predisposta dal ministero della
giustizia. Essa informa che il procuratore della Repubblica di Milano
ha comunicato di aver iscritto, in relazione al sequestro di persona di
Nasr Oussama Mustafa Hassan, alias Abu Omar, commesso a Milano il 17
febbraio 2003, il procedimento penale n. 10838 del 2005. Nell'ambito di
tale procedimento, onorevole Boato, la procura generale della
Repubblica di Milano, su richiesta dell'ufficio inquirente, inoltrava
la richiesta di estradizione di ventidue cittadini statunitensi nei
confronti dei quali erano state emesse tre ordinanze di custodia
cautelare dal GIP e dal tribunale del riesame di Milano per il
sequestro di persona di Abu Omar.
In data 22 dicembre 2005 si inoltrava all'ufficio ministeriale
anche la richiesta di estensione delle ricerche a fini di estradizione
dei ventidue citati latitanti, da diffondersi in ambito extraeuropeo a
mezzo Interpol. In due tempi il ministro di allora diffondeva le
ricerche, sia nei tredici paesi che aderiscono al mandato d'arresto europeo, collegati alla banca dati
SIS-SIRENE, che negli altri dodici non collegati, sempre attraverso
l'Interpol.
Il 12 aprile 2006 l'allora ministro della giustizia comunicava
all'autorità giudiziaria milanese la decisione di non inoltrare agli
Stati Uniti la domanda di estradizione e di non diffondere le ricerche
dei soggetti in ambito internazionale extraeuropeo, sulla base
dell'articolo 720, comma 3, del codice di procedura penale, alla luce
della valutazione (sto continuando la lettura dell'informativa del
ministero della giustizia) dei rapporti di collaborazione tra Italia e
Stati Uniti, con particolare riguardo alle richieste di assistenza
rivolte di recente a questo paese anche nell'ambito di procedimenti
penali di grande rilevanza e tuttora in corso dinanzi all'autorità
giudiziaria.
Nel corso delle indagini emergevano elementi di prova a carico di
altri quattro cittadini statunitensi e di alcuni esponenti del SISMI.
In data 3 luglio 2006, su richiesta della procura della Repubblica, il
GIP del tribunale di Milano emetteva una nuova ordinanza di custodia
cautelare contro ventotto indagati. Essa è stata eseguita nei confronti
di due indagati italiani, mentre è rimasta ineseguita nei confronti
degli altri ventisei stranieri.
PRESIDENTE. La prego di concludere.
FRANCESCO RUTELLI, Vicepresidente del Consiglio dei ministri. Mi perdonerà, signor Presidente, ma debbo completare.
In data 7 agosto 2006, la procura generale presso la corte
d'appello di Milano faceva pervenire al Ministero della giustizia la
richiesta di inoltro al Governo degli Stati Uniti della domanda di
estradizione nei confronti di ventisei cittadini americani indagati,
quattro in più rispetto ai ventidue precedenti. È una domanda che allo
stato è in fase di esame e valutazione, tenuto conto di un fatto nuovo,
su cui devo dare un'informazione aggiuntiva. Il Governo ha ritenuto
violato il segreto di Stato, attivando, dinanzi alla Corte
costituzionale, il conflitto con l'autorità giudiziaria di Milano, sui
rapporti tra agenti del Sismi e agenti stranieri, per ciò che concerne
il sistema organizzativo ed operativo del Sismi medesimo.
In altre parole, signor Presidente, in occasione dell'indagine sul
sequestro di Abu Omar, l'autorità giudiziaria ha acquisito elementi
informativi, anche di carattere documentale, attinenti alla identità di
ottantacinque dipendenti del servizio, intercettandone le utenze
cellulari in uso, nonché elementi attinenti alla struttura e alle
logiche di funzionamento del servizio medesimo, non direttamente
afferenti al sequestro in questione.
Il materiale sequestrato, altresì, prevede che siano ritenute
lese, da parte del Governo, le prerogative di secretazione, nonché gli
esiti delle indagini effettuate a carico degli agenti del Sismi,
depositati in occasione della richiesta di rinvio a giudizio.
Concludendo, signor Presidente - la ringrazio per avermi concesso
qualche secondo in più per rispondere compiutamente, ma mi sembrava
necessario -, va chiarito che per l'aspetto dell'acquisizione di
materiale classificato da parte dell'autorità giudiziaria, nonché di
elementi informativi comunque sottratti alla diffusione, il Governo
provvide ad apporre il segreto di Stato per impedire l'utilizzazione
degli esiti di tali accertamenti. Si tratta ora di attendere il
provvedimento della Consulta, che potrà fornire ulteriori ed utili
elementi di valutazione ai fini delle determinazioni da assumere.
Grazie.
PRESIDENTE. Signor Vicepresidente, più che qualche secondo, lei si è preso un po' troppo tempo!
L'onorevole Boato ha facoltà di replicare.
<>
>
< style="font-family: helvetica,arial,sans-serif;">MARCO BOATO. Immagino con par condicio, signor Presidente...!
>
< style="font-family: helvetica,arial,sans-serif;">La risposta che il Vicepresidente del Consiglio, Rutelli, mi ha
fornito - lo capisco umanamente - è semplicemente la lettura, come egli
ha detto, di una informativa del Ministero della giustizia. Debbo dire,
con il massimo di rispetto e di >< style="font-family: helvetica,arial,sans-serif;">amicizia fraterna che mi lega all'onorevole Rutelli, che forse si rischia di snaturare la logica del question time
con risposte di questo genere. Ovviamente il Ministero della giustizia
ha fornito quegli elementi, ma così siamo fuori dalla logica del «botta
e risposta» che caratterizza il question time.
>
<>Lei ci ha rivelato un fatto, signor Vicepresidente, che già è
contenuto nella mia interrogazione, se lei ha la bontà di leggerla, e
cioè quello del conflitto di attribuzioni.
>
FRANCESCO RUTELLI, Vicepresidente del Consiglio dei ministri. L'ho motivato.
MARCO BOATO.
Poiché lei ha detto che ci avrebbe comunicato una novità, essa era già
contenuta nel testo della mia interrogazione. È tutto molto benevolo e
affettuoso sul piano personale, ma un po' preoccupante sul piano
istituzionale. Credo che in questa vicenda rischiamo di utilizzare il
segreto di Stato, apposto dal Governo precedente, per coprire
illegalità inaccettabili in uno Stato di diritto. Questa è la pura e
semplice verità.
Dall'India, dove è in visita, il Presidente del Consiglio Prodi ha dichiarato di essere contrario alle cosiddette rendition.
Allora, se siamo contrari - non ho alcun dubbio e mi fa un enorme
piacere che sia così - utilizzare strumenti che impediscano di
perseguirle purtroppo è grave.
L'eventuale rifiuto della richiesta di estradizione dei ventisei
agenti della CIA, che mi sembra profilarsi dalla lettura di quel testo,
rischia di coprire chi ha commesso gravi reati....
PRESIDENTE. Onorevole Boato, la invito a concludere.
MARCO BOATO. Faccia un po' di par condicio, signor Presidente...!
Sollevare un conflitto di attribuzione su una materia estranea a
questa indagine è legittimo da parte del Governo, ma dà la sensazione
che non ci sia una vera collaborazione con l'autorità giudiziaria.
Il Governo spagnolo ha deciso pochi giorni fa di revocare il
segreto di Stato su identica materia, perché per la sicurezza dei
cittadini è imprescindibile da parte del Governo che vi sia la massima
collaborazione nei confronti delle richieste dell'autorità giudiziaria.
Mi pare che questa dovrebbe essere - e me lo auguro - la posizione del
mio e del nostro Governo italiano.