Riforme Istituzionali
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L'Unità  03-04-2007
 
Legge elettorale - Cosa dice la "bozza Chiti"

Cosa dice la ormai famosa bozza Chiti? Il ministro incassa la "fiducia" dei gruppi di maggioranza e lasciando palazzo Madama si trova di fronte Lino Jannuzzi, il senatore di Forza Italia che ha votato il finanziamento delle missioni all'estero con la maggioranza. «Ministro- gli fa Jannuzzi- ma si può sapere la tua bozza com'è? Quella di Calderoli era una schifezza, ma la tua com'è?». Vannino Chiti risponde con una stretta di mano alla battuta e poi ai giornalisti chi gli chiedono dettagli illustra il contenuto della sua "famosa" bozza.

«Sono indicati i principi guida di una legge elettorale che dovrà poi essere realizzata dal parlamento- spiega- noi fissiamo i binari, sarà poi il Parlamento a far correre il treno. Tra i principi emersi nel corso degli incontri con i partiti, basilare è il principio per cui si deve conoscere il sistema delle alleanze prima del voto. Dovrà essere indicato poi il candidato alla presidenza del Consiglio o il leader del partito più grande della coalizione. Ci saranno poi collegi numerosi e piccoli, su base sub provinciale o al massimo provinciale, non più grandi. Infine sarà data attuazione all'articolo 51 della costituzione, con la rappresentanza delle donne».

Chiti aggiunge che per quanto riguarda il premio di maggioranza «viene fissato il principio per cui deve essere tenuto in equilibrio con lo sbarramento. Se uno è alto l'altro dovrà essere più basso. Come si bilancia questo rapporto sarà però il Parlamento a fissarlo». Quanto alla coincidenza del modello compreso nella "bozza Chiti" con quello delle regionali, il ministro corregge le frettolose equiparazioni. «Quello degli enti locali è un modello avanzato nel corso delle consultazioni – dice - tuttavia con una precisazione relativa all'elezione del presidente del Consiglio o alla sua indicazione. Ci sono infatti partiti sia nel centrodestra che nel centrosinistra che non sono favorevoli al doppio turno. Su questo non si è raggiunto un accordo», spiega.

Quanto al referendum elettorale, Vannino Chiti, lasciando palazzo Madama, spiega che «se si lavora ad una sola intesa che registri l'accordo su una nuova legge elettorale e su un lavoro comune per alcune innovazioni costituzionali, allora si può superare nel merito il referendum. oppure, come io stesso ho proposto senza ricevere risposte positive, si può rinviare lo svolgimento del referendum sulla base di questa intesa, in modo che i partiti abbiano un numero sufficiente di mesi per procedere con tranquillità».

Citi sottolinea tuttavia che «questo non significa che il documento approvato oggi comporti l'obbligo per i partiti di abbandonare il comitato referendario: è una valutazione che spetta ai partiti», conclude il ministro.



Indice "Rassegna Stampa e Opinioni" - 2007
 
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