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lastampa.it 29-11-2010

Internet, diritto costituzionale


Stefano Rodotà all'IgfItalia2010 oggi ha proposto l'articolo "21 bis" per garantire l'accesso alla Rete di tutti i cittadini italiani. E stigmatizza la politica di fronte al fenomeno di Wikileaks
Articolo 21 bis della Costituzione:
Tutti hanno eguale diritto di accedere alla Rete Internet, in condizione di parità, con modalità tecnologicamente adeguate e che rimuovano ogni ostacolo di ordine economico e sociale”. 

Come vi sembra? Scontato? Non lo è affatto. In quella frase, 27 parole in tutto,  è contenuta una rivoluzione culturale: affermare il diritto ad Internet quale diritto fondamentale dell'individuo, e quindi inserirlo nella carta costituzionale, è quanto di più avanzato potrebbe fare la nostra classe politica, il modo migliore per festeggiare i 150 anni dell'unità d'Italia. Quell'articolo è stato proposto dal giurista costituzionalista Stefano Rodotà, nella più solenne delle occasioni: l'Internet Governance Forum in corso a Roma al Cnr (Consiglio Nazionale delle Ricerche) oggi, lunedì 29, e domani, martedì 30 novembre 2010.

“Le reazioni della politica di fronte al fenomeno di Wikileaks, improntate alla sorpresa e al biasimo per la diffusione dei documenti segreti dimostra, ancora una volta, l’inconsapevolezza culturale della politica. Italiana e non” ha detto Rodotà, stigmatizzando le reazioni del mondo politico dopo la divulgazione da parte di Wikileaks di una serie di scambi di rapporti diplomatici confidenziali tra il dipartimento di Stato Usa e le ambasciate statunitensi nel mondo, con giudizi a volte clamorosi sui leader del mondo.

“In tutti i tempi, infatti, le scoperte scientifiche e tecnologiche hanno sempre sconvolto i preesistenti sistemi di potere. Ed è naturale che ciò accada anche ora. Le reazioni, invece, sembrano essere tutte improntate a rispondere a un’esigenza di sicurezza che contrasta con la gelosa difesa del diritto di libertà invocato dalla comunità di Internet. Non a caso in Italia il Ministro degli Affari Esteri Franco Frattini ha parlato di un ‘Nuovo 11 settembre’”.

Riccardo Luna, direttore di Wired Italia, ci racconta che è da marzo che con Rodotà lavorava a questa ipotesi: "Gli sono profondamente grato per essere arrivato fino alla fine". L'articolo 21 bis. Qualcuno dirà: la prima parte della Costituzione è intoccabile. Lasciamo ai giuristi la replica, facciamo solo notare che con questa proposta si amplia la sfera dei diritti e non si comprime nulla. Ora che succederà? L'articolo 21 bis potrebbe essere adottato da parlamentari di tutti i partiti e finire dritto in commissione Affari Costituzionali, vedremo. Intanto, se volete potete discuterlo o (simbolicamente) firmarlo su www.internetcostituzione.it


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Indice "Rassegna Stampa e Opinioni" - 2010


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