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europaquotidiano.it 07-01-2012

Perché il referendum può passare

(commento in coda all'articolo a cura di Riforme Istituzionali)

Sull’anti-Porcellum alla Consulta non tutti i giochi sono chiusi: ne parliamo con l’“avvocato” del comitato

di Rudy Francesco Calvo

«L’obiettivo del comitato è che si tolga definitivamente di mezzo il Porcellum. Se l’ammissibilità del referendum potrà servire da stimolo al legislatore per approvare una nuova legge elettorale, noi saremo soddisfatti».
 
Sarà Alessandro Pace, eminente avvocato costituzionalista, a rappresentare il comitato referendario dinanzi alla corte costituzionale, per consentire l’ammissibilità del secondo quesito, che si propone di abrogare per parti la legge Calderoli. A Europa, Pace dice di continuare a essere ottimista sul pronunciamento della Consulta, nonostante in questi giorni si siano susseguite voci in senso opposto: «Contrarie sono solo le segreterie dei partiti, esclusa l’Idv, perché a loro fa comodo tenersi il Porcellum – spiega il professore – ma le porcherie che abbiamo visto negli ultimi tempi sono possibili solo per la mancanza di un legame tra elettori ed eletti.
Se Scilipoti avesse dovuto rendere conto a chi lo ha votato, difficilmente sarebbe passato dall’altra parte». In effetti, ieri anche la Consulta ha smentito le ricostruzioni di stampa sulla possibile bocciatura di entrambi i quesiti, definendole «fantasiose illazioni». E Pier Ferdinando Casini, capofila degli oppositori del Mattarellum, prova ad allontanare i sospetti: «La Corte non va tirata per la giacca e noi rispetteremo qualunque decisione voglia assumere ».
Una nuova legge di origine parlamentare, comunque, è benvenuta dal comitato, «solo se viene incontro alla richiesta dei referendari». Non basta, quindi, un nuovo Porcellum rimodellato, ma bisogna rispettare i principi del Mattarellum. Proprio sui principi si basa la memoria depositata dal professor Pace davanti alla Corte per chiedere l’ammissione del secondo quesito.
Secondo il comitato referendario, infatti, l’abolizione dei singoli articoli della legge Calderoli porterebbe alla “riespansione” della legge Mattarella, prima ancora che alla sua semplice “reviviscenza”. «Il Mattarellum – spiega Pace – non è stato semplicemente abrogato, ma si è derogato a un principio, che è quello della razionalità, sul quale si basano gli stati legislativi».
Le “irrazionalità” sono tante, a partire dalle liste totalmente bloccate («Esistenti in Italia solo sotto il fascismo») e dall’eccessivo premio di maggioranza. Sarebbe quindi un recupero del principio di razionalità a determinare il ritorno (la “riespansione”) del Mattarellum. Pace, tuttavia, sostiene in seconda battuta anche la più discussa “reviviscenza” del Mattarellum, in quanto il secondo quesito interviene ad abrogare norme che a loro volta ne abrogavano altre. E «negare che l’abrogazione referendaria di norme abrogatrici determini la reviviscenza (beninteso: ex nunc) della normativa abrogata, priverebbe di senso l’abrogazione referendaria in materia elettorale».
Le basi a sostegno del secondo quesito, insomma, sono ben solide sul piano giuridico. Ma le indiscrezioni di questi giorni parlano soprattutto di motivazioni politiche per l’eventuale pronuncia negativa dei giudici della Corte. «Le motivazioni sono sempre giuridiche – taglia corto Pace – anche quando c’è una base politica, una toppa di tipo giuridico si deve trovare sempre». Ma il professore non si sottrae dal merito, negando qualsiasi rischio per la sopravvivenza dell’esecutivo: «La presidenza del consiglio non si è costituita in giudizio davanti alla Corte, come invece fece Berlusconi lo scorso anno, determinando la sua sconfitta politica».
A maggior ragione, non sarebbe sufficiente un “no” della Consulta, accompagnato da un invito al parlamento a intervenire comunque per superare il Porcellum: «Non significherebbe niente, la Corte partorirebbe un topolino. Già in passato, con le sentenze 420/1994 e 466/2002 in materia radiotelevisiva, gli inviti al parlamento sono andati a vuoto. Perché stavolta dovrebbe andare diversamente?».



Nota a commento dell'articolo a cura di www.riforme.info

Con questa intervista al quotidiano Europa, l'Avvocato costituzionalista Alessandro Pace spiega, in due battute, le ragioni di fondo per le quali il secondo quesito abrogativo è da ritenere ammissibile.

Secondo il comitato referendario, l’abolizione dei singoli articoli della legge Calderoli porterebbe alla “riespansione” della legge Mattarella, prima ancora che alla sua semplice “reviviscenza”.
E per un motivo molto semplice: «Il Mattarellum – spiega Pace – non è stato semplicemente abrogato, ma si è derogato a un principio, che è quello della razionalità, sul quale si basano gli stati legislativi».
Le “irrazionalità” sono tante, a partire dalle liste totalmente bloccate («Esistenti in Italia solo sotto il fascismo») e dall’eccessivo premio di maggioranza. Sarebbe quindi un recupero del principio di razionalità a determinare il ritorno (la “riespansione”) del Mattarellum.

Ammessa e non concessa la praticabilità di questa strada indicata dal Comitato promotore, è però evidente che, trovandosi di fronte ad un giudizio da dare riguardo l'irrazionalità, vi sia anche la necessità di un esame della questione che entri nel merito degli effetti che la legge elettorale è in grado di produrre.
Ma è proprio facendo questo e mettendo a confronto le due leggi elettorali, il Porcellum ed il Mattarellum, che si evidenzia l'enorme similitudine tra le due leggi, e questo proprio in riferimento ai problemi segnalati dall'Avvocato Pace.

L'avvocato sembra infatti non tenere conto che anche nel Mattarellum, per il 25% di quota proporzionale alla Camera, vi sono le liste bloccate; anzi, per dirla tutta, sono state reintrodotte proprio con il Mattarellum.
Poi c'è l'impossibilità di scegliere i candidati chiamati a rappresentare la forza politicha che s'intende portare al Governo del Paese, perché nel collegio uninominale c'è un solo nome a disposizione, prendere o lasciare.
L'eccessivo premio di maggioranza, infine, o premio in seggi che determina lo stesso risultato: ma qualcuno ha mai provato a fare due conti tra i voti realmente ottenuti e i seggi conquistati durante le passate esperienze con il Mattarellum?
Sembrerebbe proprio di no.
Si consiglia, quindi, un breve ripasso dei risultati elettorali della quota maggioritaria per la Camera dei Deputati.

Elezioni Politiche 1994 (fonte: wikipedia.org)

Camera dei Deputati – Quota maggioritaria

 

Polo delle

Libertà

Polo del buon

governo

Alleanza

Nazionale

(solo nel nord)

Totale

Cx-Dx

Voti

8.767.720

5.732.890

2.566.848

17.067.458

%

22,77%

14,89%

6,66%

44,32%

Seggi

164

129

8

301

% Seggi su 475

34,52%

27,15%

1,68%

63,36%

%Seggi - %Voti

+ 11,75%

+ 12,26

- 4,98%

+ 19,04%

 

Elezioni Politiche 1994 (fonte: wikipedia.org)

Camera dei Deputati – Quota maggioritaria

 

Progressisti

Patto per l’Italia

Progressisti +

Patto per l’Italia

Voti

12.632.680

6.019.038

18.651.718

%

32,81%

15,63%

48,44

Seggi

164

4

168

% Seggi su 475

34,52%

0,84%

35,36%

%Seggi - %Voti

+ 1,71%

- 14,79%

-13,08%


Se fosse quindi dipeso dalla sola quota maggiori­taria, alla Camera dei Deputati il Governo Berlusconi avrebbe potuto vantare una maggioranza parlamentare forte del 63,3% dei seggi. Un premio di maggioranza, quindi, di ben il 19%.
Ma anche tenendo conto del piccolo riequilibrio operato dalla quota proporzionale e dal meccanismo dello scorporo, la prima volta del Mattarellum finì per assegnare il 58% dei seggi della Camera alle due coalizioni vincenti facenti capo a Berlusconi.

 

Elezioni Politiche 1996 (fonte: elezionistorico.interno.it)

Camera dei Deputati – Quota maggioritaria

 

L’Ulivo

Ulivo-Lega Aut.Veneta

L’Ulivo-Ps

d’Az.

Progressisti

(1996)*

Totale

Cx-Sx

Voti

14.447.548

997.534

269.047

982.505

16.696.634

%

38,54%

2,66%

0,72%

2,62%

44,54%

Seggi

228

14

4

15

261

% Seggi su 475

48%

2,94%

0,84%

3,15%

54,94%

%Seggi - %Voti

+ 9,46%

+ 0,28%

+ 0,12%

+ 1,2%

+ 10,4%

* Simbolo utilizzato da Rif. Comunista per gli accordi di desistenza con l’Ulivo

 

Elezioni Politiche 1996 (fonte: elezionistorico.interno.it)

Camera dei Deputati – Quota maggioritaria

 

Polo per le

Libertà

Lega Nord

SVP

Altri*

Polo+Lega

Voti

15.027.030

4.038.239

156.708

153.130

19.065.269

%

40,09%

10,77%

0,42%

0,41%

50,86%

Seggi

169

39

3

3

208

% Seggi su 475

35,57%

8,21%

0,63%

0,63%

43,78%

%Seggi - %Voti

- 4,52%

- 2,56%

+ 0,21%

+ 0,21%

- 7,08%

* Solo liste che hanno ottenuto seggi

 

Elezioni Politiche 2001 (fonte: elezionistorico.interno.it)

Camera dei Deputati – Quota maggioritaria

 

Casa delle

Libertà

l’Ulivo

SVP

SVP-l’Ulivo

Lista

Di Pietro

Democrazia

Europea

Voti

16.915.513

16.019.388

364.291

1.487.287

1.310.119

%

45,57%

43,15%

0,98%

4,01%

3,53%

Seggi

282

183

8

-

-

% Seggi

su 475

59,36%

38,52%

1,68%

-

-

%Seggi -

%Voti

+ 13,79%

- 4,63%

+ 0,7%

- 4,01%

- 3,53%

- Pur in assenza di accordo elettorale con l’Ulivo, per evitare di disperdere i propri voti a vantaggio del centrodestra, Rifondazione Comunista non presentò candidati.

- Altri seggi: 1 “Con Illy per Trieste”; 1 “Valle d’Aoste”.

 


 


Dal proporzionale al porcellum
Dal Proporzionale al Porcellum
Come e perché del maggioritario in Italia


di Franco Ragusa
Indice "Rassegna Stampa e Opinioni" - 2012


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