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Corriere.it 04-11-2012
Premio di maggioranza, no da un italiano su due La metà degli elettori preferirebbe un sistema proporzionale puro, lontano da molti dei progetti discussi in Parlamento Renato Mannheimer Il dibattito sulla riforma elettorale è ancora in corso, senza che se ne veda, a tutt'oggi, una conclusione. Tanto che molti esponenti politici si dichiarano convinti che in primavera si andrà a votare ancora una volta con il tanto deprecato Porcellum, magari lievemente modificato. Insomma, malgrado le promesse dei partiti (al convegno dei Giovani industriali a Santa Margherita nel giugno scorso, i principali leader garantirono il varo del provvedimento entro tre settimane), le caratteristiche del nuovo ordinamento sono lontane dall'essere definite. Restano tuttora in discussione elementi cruciali come l'introduzione o meno delle preferenze e la misura del premio di maggioranza. Al riguardo, abbiamo visto come le preferenze siano richieste a gran voce dai cittadini. La maggioranza degli italiani le interpreta, a torto o a ragione, come una riappropriazione del potere di scelta dei parlamentari da parte del popolo e ritiene invece non così importanti i pericoli di inquinamento e di manipolazione del voto che, storicamente, le preferenze hanno comportato. Prosegui la lettura su il Corriere.it
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