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17-06-2014 -
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Democratellum contro Italicum: cambia l'abito, ma ... Dai conti fatti dal Movimento 5 Stelle, per quello che è il meccanismo incrociato delle circoscrizioni intermedie e la ripartizione proporzionale a livello circoscrizionale con divisore rettificato, con la loro proposta di legge elettorale, il Democratellum, che pero sarebbe meglio chiamare Toninellum, chi arriva primo con almeno il 40% dei voti conquista la maggioranza dei seggi. Ma non solo: pur non prevedendo esplicite quote di sbarramento, il Toninellum opera in automatico una sorta di selezione naturale, per cui le liste sino a circa il 10% ottengono solo qualche seggio. L'Italicum, invece... L'Italicum, invece, senza meccanismi indiretti, prende e dà la maggioranza dei voti a chi arriva primo con almeno il 37%; e a seconda della collocazione delle liste, applica direttamente soglie di sbarramento che vanno dal 4,5% all'8%. Al di là dei diversi meccanismi, quindi, sia l'Italicum che il Toninellum possono regalare seggi nell'ordine delle 2 cifre percentuali, nonché ridurre l'effettivo diritto alla rappresentanza per milioni di elettori. Traducendo il tutto in un linguaggio più immediato: ma dal lato dell'interesse di milioni di elettori, che in un modo o nell'altro, tra premi e soglie di sbarramento si vedono rubare seggi allo stesso modo, che diavolo cambierebbe? Ma per meglio capire di cosa si tratta quando si parla di Toninellum, dalle parole ai fatti.
Note: Per riuscire a conquistare un seggio con la circoscrizione considerata, 7 seggi a disposizione da assegnare, la lista D avrebbe dovuto ottenere non meno di 120 voti, cioè il 12%; con soli 6 seggi a disposizione, non meno di 134 voti, cioè il 13,4%. Con il 10%, pertanto, il primo seggio lo si potrebbe ottenere nel caso di circoscrizioni con almeno 9 seggi a disposizione. La lista E, con il 7%, conquista un seggio se i seggi a disposizione della circoscrizione sono almeno 15. Considerato il basso numero dei seggi a disposizione, nulla di particolarmente punitivo. Il problema vero per la lista D e la lista E, però, è che a causa del riparto su base circoscrizionale, anziché su base nazionale, non potranno in alcun modo recuperare i voti non produttivi di seggi nelle circoscrizioni medio-piccole, ottenendo così un risultato in seggi complessivamente inferiore a quello che avrebbero effettivamente conseguito laddove si fosse applicata una soglia di sbarramento esplicita al 5%, ma tenuto conto del risultato ottenuto a livello nazionale. Problema di cattiva distribuzione che si intuisce immediatamente applicando le stesse percentuali di voto ad una circoscrizione più ampia,
Tranne che per la lista E, che rimane ancora tagliata fuori, la penalizzazione percentuale per la Lista D risulta attenuata grazie, appunto, alla maggior ampiezza della circoscrizione. Il che spiega la scelta, da parte del Toninellum, di preferire un sistema di ripartizione a base circoscrizionale, piuttosto che su base nazionale. Se, infatti, nelle circoscrizioni più grandi sarà possibile ottenere un seggio anche al di sotto del 5%, chi comunque si troverebbe al di sopra non riuscirebbe ad ottenere altro che un mero diritto di tribuna, e questo a causa della dispersione dei voti che non producono seggi nelle circoscrizioni medio-piccole. Il tutto, evidentemente, ad esclusivo vantaggio delle prime 3 liste. Come dire... un modo molto originale per fare una legge elettorale per il bene degli elettori, e non per garantire il miglior risultato per se stessi.
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