Riforme Istituzionali
Osservatorio sulla devolution
Interventi
www.riforme.net
9 luglio 2004 Giuliana D'Olcese
Veltroni, il "Patto di Grutli" e il Federalismo
Federalismo: La Sfida Politica più Alta
Rispondo al Sindaco di Roma Veltroni, Premier in pectore.
"Figlio di un Dio Federalista Minore"?
Egregio Sindaco Veltroni,
rispondo al suo articolo sul Federalismo Comunale pubblicato dal Corriere
della Sera martedì 6 luglio 2004, articolo seguito a ruota dagli
interventi della Sindaca di Foggia Poli Bortone e dai Presidenti di Regione
Errani, favorevoli al Federalismo dei Comuni, e dagli interventi di Formigoni,
Ghigo e Minardi attestati, invece, su posizioni regionaliste. Le rispondo
con una Favola.
Una Favola tanto fa sognare. Ma che Favola non è: è Storia.
Si tratta del "Patto di Grutli", nel Cantone svizzero di Schwyz.
Nel 1291, dopo che Rodolfo I, imperatore della dinastia degli Asburgo,
cercò di imporre l'autorità imperiale minacciando le tradizionali
libertà di cui godeva il paese, i cosiddetti tre cantoni della foresta,
Uri, Schwyz e Unterwalden, situati nei pressi del lago di Lucerna, costituirono
una lega per la reciproca difesa. Nel corso del XIV secolo anche i cantoni
di Zurigo, Glarona, Berna, Lucerna e Zug si unirono alla lega seguiti,
nel XV secolo, da Friburgo e Soletta: nel 1474, la vittoria sugli Asburgo,
alleati con i francesi, accrebbe la forza della confederazione svizzera.
Furono 3 contadini che fecero il "Foedus", (il Patto da cui deriva la parola
Federalismo) impegnadosi di lì a un mese a portare ognuno altri
10 aderenti. Dopo 30 giorni quei 30 s'impegnarono a diventare 300... etc,
etc e fu così che nacque il Foedus. Il Federalismo. La lettura di
questa storia è avvincente e dice molto sul valore della
politica, duratura e democratica, non populista ma popolare, che nasce
dal Territorio e dal 'basso'.
Lo spirito e la lettera della Carta europea
delle Comunità locali e le leggi dello Stato italiano n° 142
del 1990, che
prevedeva il Referendum consultivo, e la legge 265 del 1999 sono leggi
contenute negli Statuti degli enti locali.
Un papocchio giuridico, perché dopo che la maggioranza dei cittadini
ha deliberato su di un determinato argomento, una minoranza di Consiglieri
comunali o provinciali non può ritornarci sopra, e magari decidere
in senso contrario alle deliberazioni della maggioranza dei cittadini.
Tant'è che la legge 265-1999, successiva alla legge n° 142 eliminò
la definizione di "consultivo", per sancire che a livello locale, per argomenti
d'interesse generale, possono essere indetti referendum. Punto!
Tuttavia, la maggior parte degli statuti comunali ha conservato la
definizione originaria di "referendum consultivo", e lascio indovinare
perchè. Per l'aggiramento degli "istituti di partecipazione" (popolare)
previsti dalle leggi su indicate, ed "aggirati" dalla partitocrazia alleata
della burocrazia. E' STRATEGICO che due strumenti sono indissolubili: Il
referendum, ormai non più consultivo, è strategico per controllare
la partitocrazia. Il difensore civico (purché eletto direttamente
dai cittadini, e dotato di strumenti sanzionatori) è strategico
per controllare la burocrazia.
Sindaco Veltroni, vige anche per lei l'antico adagio "Al contadino
non far sapere quant'è buono il formaggio con le pere". ?
Se non vige anche per lei cominci ad avvalersi di queste leggi degli
Statuti Comunali e chiami, assieme alle Istituzioni, i Cittadini ad esercitare
e a godere di un proprio diritto: I Referendum Comunali. Ne guadagnerà
la qualità della vita della Capitale, e lei. Egregio Sindaco Veltroni,
il Federalismo è libertà. Secondo Proudhon, grande maestro
e teorico del Federalismo dal basso,
lo Stato federale o contrattuale è per sua natura lo Stato della
libertà politica dalla cui realizzazione deriva la libertà
economica.
Questa concezione dello Stato federale o contrattuale è la grande
scoperta scientifica di Proudhon attraverso la quale la Costituzione, come
Legge fondamentale dello Stato, diventa Progressiva e sempre aderente alle
attese, ai bisogni ed alla coscienza dei cittadini. Questo è il
principio del Federalismo, che attraverso il procedimento democratico,
- vedi consultazioni popolari attraverso Referendun propositivi e consultivi
locali -, realizza la Repubblica. Finalmente il popolo è Stato,
e possiamo cominciare a parlare dell'Italia "Una nella diversità
dei suoi popoli", libera, democratica e repubblicana, perché federale.
Proudhon lo aveva capito e splendidamente descritto quasi un secolo
e mezzo fa. Da lui abbiamo appreso che il federalismo presentato finora
da certi nostri politici è solo vaniloquio. Nei principi del Federalismo
che egli intendeva come patto -"Foedus"- fra uomini basato su un rapporto
di cooperazione e di comprensione reciproca per perseguire la giustizia
ed il bene comune attraverso la Legge intesa come stato arbitrale della
volontà umana: Principio di equilibrio fra l'Autorità e la
Libertà con cui è governata la Svizzera che è famosa
per essere una tra le Nazioni più floride e democratiche al mondo.
E meglio governate.
Ora, Egregio Sindaco Veltroni, veniamo ai giorni nostri e vediamo quale
è "il Federalismo che Vogliamo" e che, ogni Sindaco d'Italia, può
impegnarsi a realizzare con il suo "Patto di Grutli". "Patto di Grutli"
che può partire proprio da lei che, passato da leader dei Democratici
di Sinistra a vicepremier e poi a Sindaco, ha capito, da Sindaco, cose
della politica che i partiti rifiutano, pur capendole, di realizzare. La
scuola delle Amministrazioni locali è una grande scuola di Classe
Dirigente, basta essere onesti e attenti alle cittadinanze governate e
quindi sono queste che ti portano e ti premiano, o ti sprofondano, in ciò
che si è meritato.
Il Paese ha davanti a se' l'ennesima occasione, le Regionali del 2005
e le politiche del 2006, di innovare e liberare forze che finora sono state
sacrificate alla politichetta delle clientele, delle corporazioni e delle
parrocchiette di bottega (vedi il percorso comunardo
che è sotto gli occhi di tutti, della Margherita e dell'UDC).
Percorso a cui, io immagino, e con me i cittadini che soffrono e non ne
possono più di instabilità dei Governi, la Sinistra moderna
e innovativa, come del resto la Destra liberale, vorranno porre rimedio
a
questi sparigli-spartitori partitocratici antidiluviani che vediamo
erigersi all'orizzonte di un Paese che ha scelto il Maggioritario e si
ritrova proporzionale. L'arma politica nuova e vincente, seppur antica,
è il Federalismo. Ma Federalismo autentico, non come è stato
contrabbandato finora. Se no, se si insegue e si persegue questa via perversa,
si perde. Tutti.
Da quanto ha espresso nel suo articolo sul Federalismo Comunale, dal
dibattito che ha suscitato tra istituzioni comunali e regionali e dalle
voci che circolano su una sua possibile futura candidatura a Premier, può
nascere, Egregio Veltroni, una linea politica nuova che traghetti, finalmente,
il Pease dove vuole e merita di approdare.
A destra, come a sinistra, i cittadini, molto più avanti e innovativi
della politica, aspettano un segnale autenticamente nuovo e coraggioso
pronti a premiare, o a castigare come hanno già ben fatto recentemente
nelle urne, "Gargiulo & Gargiulo" quelli che, finora, ai cittadini,
glielo hanno messo in... quel posto.
Iniziai ad interessarmi appassionatamente di Federalismo con il Movimento
dei Sindaci d'Italia alla cui Convention, lo ricorderà era il 1994
ed in corso il primo Governo Berlusconi, parteciparono anche Sindaci della
Lega.
Tra questi vi era l'allora Sindaco di Varese, Raimondo Fassa, che visto
il mio estremo interesse per il Federalismo mi disse:
"Tusa, se ti interessa tanto il Federalismo, perchè non ti fai
un giro tra le assemblee dei Sindaci leghisti e intervieni con qualche
tua idea? Devi avere coraggio però, quelli non fanno complimenti
e sono capacissimi di sputarti in faccia se dici cazzate".
Risposi: "Va bene, io vado. E se mi sputano in faccia per principio
(a quei tempi i leghisti erano davvero duri, puri e incazzosissimi) li
prendo a pernacchie e pomodori fradici e così ristabiliamo l'ordine
tra lumbard e terroni". Andai in vari Comuni federalisti nelle Valli del
Varesotto e del Nordest e la prima accoglienza che ricevevo ovunque avrebbe
scoraggiato un bue. Alla fine dei convegni e dopo avere fatto il mio intervento
erano abbracci e baci poderosi e giuramenti di arrivederci alla prossima.
Il mio pellegrinaggio federalista continuò e comprese anche il Sud.
Invitata dai Sindaci, andai a parlare di Federalismo nei Comuni della Calabria,
della Campania e della Sicilia e nacquero i Comitati dei Sindaci e dei
Cittadini, del Nord e del Sud.
Da quei Comitati, trasversalissimi, nacque il Movimento per le Riforme.
Ma questa è un'altra storia.
Una storia, trasversale e condivisa dal basso e dall'alto, conclusasi
via manu militari della "giustizia" e relativa corruttela di certi settori
della I^ Sezione Civile del Tribunale di Roma a cui hanno dato 10 mani
due note leggère del giornalismo di sinistra.
Il Federalismo, il cui tema è innegabile che sia stato reintrodotto
dalla Lega, quella dura e pura che aveva ottenuto il 10% dei consensi elettorali,
poteva essere la Grande Epopea Italiana del modernismo e del liberalismo
economico.
Molte forze politiche, spaventate dal perdere i sudditi, le clientele
e la burocrazia statalista, perdita che avvenne nel Nordest che dall'appartenenza
alla Balena Bianca, la DC, passò alla Lega - forze politiche dimentiche
di Einaudi e di Don Sturzo - avversarono con tutte le loro forze il Federalismo
della Lega. Quel Federalismo, però, degenerò in secessionismo,
e da questo, la Lega passò dal 10% a circa il 4%. Infine arrivò
la "devolution".
Devolution è la parola ambigua che, al posto di Federalismo,
la Lega usa come fanno le Contesse con la servitù: le Contesse parlano
in lingua straniera per non fare capire alla servitù quello che
dicono. La servitù, che saremmo noi cittadini, a cui mai nessuno,
da destra e da sinistra, ha spiegato cosa è la "devolution". Evviva
Mussolini che impose l'autarchia anche alle parole vietando l'uso di parole
straniere per descrivere fatti e situazioni italiane. Le Contesse della
Lega, invece, ci fanno fessi con gli stranierismi. Devolution è
la parola non spiegata per cui, Egregio Sindaco Veltroni, stanno capitando
e capiteranno grandi casini politici ed economici di ogni tipo e natura.
Dia retta, ascolti la voce della più antica tradizione italiana,
la voce dei Comuni, e la voce antica e confederale del "Patto di Grutli".
La "devolution" è un grissino, avvelenato, al posto della sana
pagnotta che è il Federalismo.
Se le sue non sono chiacchiere, ma sono serie e consapevoli scelte,
ha molte frecce al suo arco e con lei le ha il Popolo Italiano.
Cominci con l'introdurre a Roma Caput Mundi l'uso dei referendum locali
propositivi e consultivi e vedrà che la porteranno lontano.
A noi Cittadinanze di destra e di sinistra, delle beghe della destra
o della sinistra, e dei loro Totem ideologici, non ce ne può fregare
di meno. Sono fasullate perditempo e perdenti. Ciò è dimostrato
ampiamente. Evitiamo, perciò, ulteriori prove deleterie.
Ci interessa il Buongoverno e ciò noi elettori lo dimostriamo
nelle urne non guardando in faccia a nessuno. Siamo quei milioni di cittadini
che fanno la differenza, quell'elettorato libero da ideologie che si vorrebbe
asservire a questo o a quello.
E' al cosidetto elettorato mobile che bisogna quardare per vincere
mettendo in cantina i centralismi e gli statalismi che il suo partito,
ed altri, si portano dietro dal comunismo.
Se studia da Premier non vorrà mica essere "Figlio di un Dio
Federalista Minore" spero. D'Alema, docet.
Il Paese sta tentando di fare arrivare alle orecchie della politica
l'ultimo avviso. Se lo tenga bene a mente Sindaco Veltroni.
La saluto con speranza, Giuliana
D'Olcese
Indice "Interventi"