Il
lungo braccio di ferro tra il centrosinistra, i radicali e Rifondazione
comunista e i partiti della Casa delle libertà sulla delibera della
giunta regionale che promuove il referendum consultivo sulla devolution
(il trasferimento dei poteri in materia di sicurezza, scuola e sanità
dallo Stato alle Regioni) si è concluso con un compromesso: le minoranze
interrompono l’ostruzionismo e ritirano gli oltre 3000 emendamenti presentati
ma ottengono di rinviare l’approvazione al 19 settembre. Saltano, dunque,
i tempi fissati dalla Lega Nord e che dovevano portare all’approvazione
da parte dell’Assemblea legislativa subalpina dell’atto politico di convocazione
del referendum prima dell’avvio delle celebrazioni per la nascita della
Padania che culmineranno sabato 16 settembre con la visita di Umberto Bossi
sul Monviso e l’adunata di Venezia il giorno dopo. A quegli appuntamenti
la Lega Nord del Piemonte arriverà solo con il testo della delibera
licenziato dalla commissione Affari Istituzionali con il voto favorevole
della maggioranza, quello contrario del centrosinistra mentre Prc non ha
partecipato al voto. Venerdì, poi, nel caso la Conferenza dei presidenti
delle Regioni dovesse trovare un’intesa sugli emendamenti al disegno di
legge del governo sul riordino federalista dello Stato che tornerà
in discussione il 19 settembre alla Camera, il Consiglio regionale del
Piemonte potrebbe approvare un ordine del giorno, forse unitario, a sostegno
dei Governatori.
Ieri, comunque, è stato riscritto
l’intero calendario politico del Consiglio regionale. Il presidente Roberto
Cota (Lega), aveva fissato una tabella di marcia a tappe forzate per arrivare
al voto entro il 15: ottava commissione convocata oggi e domani dalle 7
alle 24; Consiglio regionale riunito martedì, mercoledì e
giovedì dalle 7 alle 24 con previsione di seduta notturna. Ecco
i nuovi appuntamenti: domani pomeriggio riunione dei capigruppo; martedì
mattina incontro tra le minoranze e i presidenti Ghigo e Cota e nel pomeriggio
Consiglio con iscrizione all’ultimo punto dell’ordine del giorno della
delibera referendaria; venerdì inizio della discussione.
E i partiti? Ccd (Angeleri), Cdu (Costa)
e An (Ghiglia) si dichiarano soddisfatti: «Malgrado l’ostruzionismo
delle minoranze che ha rasentato i limiti della decenza politica siamo
riusciti ad approvare il documento in commissione e ad avviare il processo
che porterà verso un nuovo ordinamento dello Stato in senso federalista».
Ma si dichiarano soddisfatti anche i capigruppo del centrosinistra (Marcenaro,
Saitta, Chiezzi, Caracciolo, Giordano e Moriconi), dei radicali (Palma)
e di Rifondazione (Contu): «Abbiamo condotto una battaglia ostruzionistica
per il federalismo dimostrando che il Piemonte non si piega alle imposizioni
di Bossi. La riforma federale dello Stato non può essere liquidata
a scapito della propaganda politica leghista». E la Lega? Per il
capogruppo Brigandì «è stato raggiunto l’obiettivo
politico di portare il provvedimento in aula alla prima seduta utile. Un
successo della Lega malgrado una dittatura della minoranze che si avvale
delle maglie del regolamento per bloccare provvedimenti che la grande maggioranza
dei piemontesi invece approva».