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La Stampa (cronaca di Torino) - 10/09/2000
 
Piemonte - Slitterà il referendum federalista
Maurizio Tropeano

   Il lungo braccio di ferro tra il centrosinistra, i radicali e Rifondazione comunista e i partiti della Casa delle libertà sulla delibera della giunta regionale che promuove il referendum consultivo sulla devolution (il trasferimento dei poteri in materia di sicurezza, scuola e sanità dallo Stato alle Regioni) si è concluso con un compromesso: le minoranze interrompono l’ostruzionismo e ritirano gli oltre 3000 emendamenti presentati ma ottengono di rinviare l’approvazione al 19 settembre. Saltano, dunque, i tempi fissati dalla Lega Nord e che dovevano portare all’approvazione da parte dell’Assemblea legislativa subalpina dell’atto politico di convocazione del referendum prima dell’avvio delle celebrazioni per la nascita della Padania che culmineranno sabato 16 settembre con la visita di Umberto Bossi sul Monviso e l’adunata di Venezia il giorno dopo. A quegli appuntamenti la Lega Nord del Piemonte arriverà solo con il testo della delibera licenziato dalla commissione Affari Istituzionali con il voto favorevole della maggioranza, quello contrario del centrosinistra mentre Prc non ha partecipato al voto. Venerdì, poi, nel caso la Conferenza dei presidenti delle Regioni dovesse trovare un’intesa sugli emendamenti al disegno di legge del governo sul riordino federalista dello Stato che tornerà in discussione il 19 settembre alla Camera, il Consiglio regionale del Piemonte potrebbe approvare un ordine del giorno, forse unitario, a sostegno dei Governatori.
Ieri, comunque, è stato riscritto l’intero calendario politico del Consiglio regionale. Il presidente Roberto Cota (Lega), aveva fissato una tabella di marcia a tappe forzate per arrivare al voto entro il 15: ottava commissione convocata oggi e domani dalle 7 alle 24; Consiglio regionale riunito martedì, mercoledì e giovedì dalle 7 alle 24 con previsione di seduta notturna. Ecco i nuovi appuntamenti: domani pomeriggio riunione dei capigruppo; martedì mattina incontro tra le minoranze e i presidenti Ghigo e Cota e nel pomeriggio Consiglio con iscrizione all’ultimo punto dell’ordine del giorno della delibera referendaria; venerdì inizio della discussione.
E i partiti? Ccd (Angeleri), Cdu (Costa) e An (Ghiglia) si dichiarano soddisfatti: «Malgrado l’ostruzionismo delle minoranze che ha rasentato i limiti della decenza politica siamo riusciti ad approvare il documento in commissione e ad avviare il processo che porterà verso un nuovo ordinamento dello Stato in senso federalista». Ma si dichiarano soddisfatti anche i capigruppo del centrosinistra (Marcenaro, Saitta, Chiezzi, Caracciolo, Giordano e Moriconi), dei radicali (Palma) e di Rifondazione (Contu): «Abbiamo condotto una battaglia ostruzionistica per il federalismo dimostrando che il Piemonte non si piega alle imposizioni di Bossi. La riforma federale dello Stato non può essere liquidata a scapito della propaganda politica leghista». E la Lega? Per il capogruppo Brigandì «è stato raggiunto l’obiettivo politico di portare il provvedimento in aula alla prima seduta utile. Un successo della Lega malgrado una dittatura della minoranze che si avvale delle maglie del regolamento per bloccare provvedimenti che la grande maggioranza dei piemontesi invece approva».



 
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