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La Stampa - 02-07-2002
 

Indagine Censis:chi sta male boccia il federalismo sanitario

Il segretario generale del Censis De Rita: «Il federalismo tende a spostare l'accento sul controllo della spesa farmaceutica, mentre invece si dovrebbe tener conto che i costi maggiori derivano dalle strutture, non dai farmaci»
 
ROMA. Chi sta male boccia il federalismo sanitario e le misure messe in atto dalle Regioni per frenare la spesa in farmaci.
L'indagine del Censis sui farmaci presentata oggi fa emergere che ad accorgersi di quanto sta avvenendo nell'assistenza farmaceutica sono soprattutto coloro che hanno problemi di salute e che hanno subito, più degli altri, le conseguenze delle misure.
Infatti, secondo la maggioranza degli italiani, il federalismo sanitario non ha avuto alcuna influenza (59,3%) o ha peggiorato (26,4%) l'assistenza farmaceutica, mentre solo il 14,3% ritiene che l'abbia migliorata. Da sottolineare che sono soprattutto le persone con uno stato di salute valutato come insufficiente (37,7%) e i residenti nel nord-ovest (32,3%) e nel nord-est (32,2%) che, più degli altri, sottolineano l'impatto negativo che l'attribuzione a livello regionale delle responsabilità in sanità ha avuto sull'assistenza farmaceutica.
Sulla funzione del ticket, le opinioni dei cittadini sono nettamente differenziate poichè il 50,6% lo considera solo uno strumento che riduce la spesa pubblica senza alcun impatto razionalizzatore sui consumi, mentre il 49,4% ritiene che vada ad incidere sul consumo di farmaci inutili. Particolarmente critici rispetto al ricorso a tale strumento sono i residenti nelle regioni del nord, i giovani e gli anziani.
«Il federalismo tende a spostare l'accento sul controllo della spesa farmaceutica, mentre invece si dovrebbe tener conto che i costi maggiori derivano dalle strutture, non dai farmaci». Così il segretario generale del Censis Giuseppe De Rita. Sulla disparità dei prezzi dei farmaci tra le Regioni aggiunge: «se accettiamo che la responsabilità sanitaria vada alle Regioni, accettiamo anche gli squilibri».



 
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