Presidente del Senato Pera: Senato decida subito proprio futuro;
ci sono limiti nella Riforma; rischiamo di precipitare nell'incertezza
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(AGI) - Roma, 19 set. - Il Senato della Repubblica decida subito
il proprio futuro in relazione alla riforma federalista dello Stato, varata
con la nuova disciplina del titolo V della Costituzione. Il Senato, secondo
Pera, si deve trasformare rapidamente in un Senato delle Regioni in maniera
da evitare due rischi: far precipitare l'ordinamento in uno stato di incertezza
e passare ad un federalismo corporativo. Lo ha detto in Aula il Presidente
del Senato, Marcello Pera, prima della discussione sul Bilancio interno
di Palazzo Madama. Per Marcello Pera la riforma del Titolo V della Carta
voluta nella scorsa legislatura dal centrosinistra ha "alcuni limiti",
primo fra tutti una insufficiente delimitazione delle materie legislative
tra Stato e Regioni.
(AGI) - Roma, 19 set. - Marcello Pera mette in guardia dall'inattivita'
che rischia di portare ad "un progressivo svuotamento del Parlamento".
"Non bisogna aspettare che siano i fatti -incalza Pera- a determinare il
destino delle Camere. E' necessario che sia il Parlamento medesimo, e in
particolare il Senato, ad affrontare la questione in modo tempestivo, e
a decidere direttamente quale debba essere in futuro il proprio ruolo nell'assetto
istituzionale della Repubblica". Marcello Pera sottolinea che la riforma
del Titolo V della Costituzione "a mio avviso, e non solo, ha alcuni limiti.
In particolare il riparto delle funzioni legislative tra Stato e Regioni
basato su "materie" non delimita sempre con sufficienza tali materie: insomma
non stabilisce nettamente chi fa che cosa. D'altro canto, essa non assicura
i luoghi della mediazione politica e istituzionale tra gli enti che hanno
la potesta' di far leggi". Per il Presidente del Senato "vi e' il rischio
di far precipitare l'ordinamento in uno stato di incertezze e di un passaggio
dal federalismo cooperativo, quale si voleva ad uno rissoso oppure a uno
consociativo, con le conseguenze -sono parole di Pera- specie di bilancio,
che tutti possono immaginare e forse gia' vedere. Sullo sfondo si intravede
un altro rischio: quello di un progressivo svuotamento del Parlamento,
che, da un lato, si vede stretto tra la contrattazione preliminare Stato-Regioni-Autonomie
e percio' piu' o meno costretto ad un'opera di mera ratifica di accordi
presi fuori dal Parlamento, e, dall'altro lato, soffre della mancanza di
strumenti che possano risolvere i conflitti di competenza destinati, per
questo, ad ingolfare la Corte Costituzionale, la quale sara' chiamata a
derimire questioni e dubbi piu' politico-istituzionali che tecnico-giuridici".
(AGI) - Roma, 19 set. - Marcello Pera ha poi sottolineato che "questo
doppio rischio difficilmente potra' essere scongiurato dalla prossima integrazione
della Commissione bicamerale per le questioni regionali con i rappresentanti
delle Regioni ed Enti Locali, al cui regolamento sta lavorando il Comitato
paritetico presieduto dal senatore Nicola Mancino. L'intervento di questa
Commissione, potra' avere l'effetto di produrre, in talune materie, un
rafforzamento del quorum assembleare. Si tratta di una soluzione debole,
perche' lo spettro di azione di questa Commissione e' assai ristretto,
ed e' insufficiente rispetto all'impellente necessita' di un luogo di effettiva
mediazione politico-istituzionale. Detto diversamente, la Commissione bicamerale
per gli affari regionali, per quanto integrata, e' pur sempre una Commissione
parlamentare, e neppur lontanamente il nucleo di un Senato federale della
Repubblica". Marcello Pera proprio su questa questione ha sottolineato
che "d'intesa col Presidente Casini, mi adoperero' affinche' l'integrazione
della Commissione bicamerale avvenga entro breve tempo in modo concordato
fra maggioranza, opposizione e autonomie. Considerata l'importanza delle
materie, spero che la discussione inizi ed abbia buon fine. Naturalmente
spero che si creino le condizioni e il clima per poter affrontare riforma
di questa importanza, urgenza e necessita'. Le regole sono materia di tutti
e nell'interesse di tutti e percio' che richiedono il concorso di tutti".