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La Stampa - 17-10-2002
 
Governatori e sindaci bocciano la manovra
La Loggia non dispera: ci sono spazi di miglioramento, il confronto continua
 
  R. Gi.
 

Torna rovente il confronto sulla Finanziaria tra governo ed Enti locali. Dopo i segnali di tregua che sembravano preludere a una vera e propria pace tra le parti in causa, la giornata di ieri - con le riunioni dei vertici dell´Anci (Comuni) e della Conferenza delle Regioni - ha visto una doppia e secca bocciatura del pacchetto finanza locale contenuto nella manovra 2003. Il «niet» più drastico è quello dei governatori delle Regioni, che nonostante i passi dell´Esecutivo si sono visti sbattere la porta sul cruciale tema del finanziamento della spesa sanitaria. Il parere consegnato al governo è dunque «negativo», condiviso dai governatori del centrodestra come del centrosinistra, e chiede «modifiche sostanziali, auspicando, a fronte di risposte concrete, di poter modificare questo parere». Nel documento le Regioni sottolineano come «la manovra messa a punto con la Finanziaria sia eccessivamente penalizzante per l'intero sistema delle autonomie ed incisiva, per aspetti non secondari, delle competenze, spesso esclusive, delle Regioni, quali definite dal nuovo impianto costituzionale». Nel mirino c´è «il ritorno ad un sistema di vincoli e prescrizioni, adottato in maniera unilaterale dallo Stato centrale, tipico delle manovre finanziarie dei primi Anni 90». E soprattutto, c´è «viva preoccupazione per le prospettive aperte dalla Finanziaria sul tema della sanità». In sostanza le Regioni denunciano che con la legge di bilancio «il governo si pone nella condizione di disdettare unilateralmente il patto dell'8 agosto 2001, a fronte del processo positivo di risanamento e assunzione di responsabilità, che nel rispetto di tale accordo, le Regioni hanno avviato». E quanto al federalismo fiscale, si critica l´aleatorietà dei tempi e delle procedure. Una bocciatura, su cui, come spiega il governatore lombardo Roberto Formigoni, «i presidenti delle Regioni, soprattutto alcuni, hanno riflettuto a lungo». iù drastico l´emiliano Vasco Errani, secondo cui «la Finanziaria va modificata perché altrimenti è insostenibile per i sistemi coesivi del paese». Sulla stessa linea ci sono anche le provincie, e i sindaci dell´Anci: parere «non favorevole», dice il presidente e sindaco di Firenze Leonardo Domenici, che pure dà atto al governo di aver fatto delle aperture. Il presidente dell'Anci sottolinea che i Comuni insistono in particolare sulla modifica prevista dalla Finanziaria che riguarda l'acquisto di beni e servizi bloccato al 2001. «Se questa norma non venisse cambiata - dice Domenici - ammazzerebbe i nostri bilanci e abbasserebbe il livello dei servizi offerto fino ad oggi ai cittadini». Alla fine, il «no» è collettivo, con il giudizio della Conferenza unificata che raccoglie Comuni, Province, Regioni e comunità montane. Al termine della riunione il ministro per gli Affari regionali Enrico La Loggia non dispera, comunque, che la situazione possa evolvere in maniera più favorevole al governo, proseguendo il confronto con le autonomie locali. «Durante la conferenza unificata - afferma La Loggia - ci sono state posizioni che, con sfumature diverse, si sono dette contrarie, o perlomeno non favorevoli, ai contenuti della legge finanziaria. Ritengo però importante - ha proseguito - che tutti gli intervenuti si siano detti disponibili a proseguire il confronto». «Io sono convinto - è la conclusione del ministro - che ci siano spazi di miglioramento per trovare, nell'ambito di una corresponsabilizzazione tra i vari livelli istituzionali, punti importanti di miglioramento della Finanziaria. E per quanto mi riguarda ho anche proposto, e la cosa è stata accettata, che quando sarà completato il percorso, possa esservi un nuovo incontro con Comuni, Regioni, Province e comunità montane in questa sede, per fare a quel punto le valutazioni conclusive».



 
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