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La Repubblica - 11/11/2000
 
Anche la Lombardia alla crociata anti-Marx
Lega e Fi votano insieme ad Alleanza nazionale
Il consiglio regionale vara "incentivi ad autori che scrivano libri nuovi"
 
MILANO - Dopo il Consiglio regionale del Lazio anche quello della Lombardia è investito dalla polemica del centrodestra contro l'"egemonia marxista" e la "faziosità di alcuni storiografi" nei libri di testo scolastici. Al Pirellone, si alza il tiro con una mozione che chiede, come in quella votata alla Regione Lazio, "forme di incentivazione per autori che intendano elaborare nuovi libri" più graditi al centrodestra. Il documento, fortissimamente voluto da An, è firmato anche da un consigliere della Lega Nord, Giampiero Reguzzoni e da uno di Forza Italia, Paolo Valentini Puccitelli. La mozione ricalca nelle linee fondamentali il modello Storace e chiede anch'essa "l'approfondimento delle origini storico-culturali della regione".
Durissime le reazioni. Secondo i deputati dei Democratici, Franco Monaco e Nando Dalla Chiesa, "non contenti della colossale gaffe di Storace, dalla Lombardia Polo e Lega avanzano una proposta che prevede incentivazioni per autori e testi che diffondono verità di regime". Pierfrancesco Majorino, coordinatore cittadino dei Ds, parla di "iniziativa delirante" e sbeffeggia Silvia Ferretto, consigliera di An, prima firmataria della mozione, chiedendole di comunicare al più presto "il luogo e l'ora del rogo dei libri". Mentre il verde Carlo Monguzzi denuncia il "clima allucinante" che si respira da qualche tempo in Lombardia: "Prima la discriminazione verso gli extracomunitari, poi verso i gay, poi verso la cultura in genere e via via l'ostilità contro qualsiasi diversità sia civile che culturale. Di questo passo arriveremo davvero a bruciare i libri indesiderati".
Trionfanti, invece, i toni da combattimento elettorale di Romano La Russa, falco di An, capogruppo in Regione: "Finalmente anche nel blindatissimo campo dei libri di testo scolastici si cerca di eliminare le scorie di cinquant'anni di egemonia marxista. Comincia finalmente a franare la cricca della cosiddetta cultura progressista a senso unico, che dal dopoguerra ad oggi ha tentato di falsare la nostra storia, stravolgendo spesso la verità". E ancora: "Le polemiche che i soliti Soloni della sinistra hanno voluto agitare sono puramente strumentali e volte a conservare i loro orticelli ideologici e di potere. Sono gli ultimi tentativi per mantenere spicchi di potere sentendo nell'aria la sconfitta elettorale".
"Non vogliamo che circolino più libri di storia come il Camera- Fabietti - proclama orgogliosa Silvia Ferretto - nei quali si parla dei crimini commessi da una parte politica ma non c'è traccia di altre tragedie, come quella delle foibe".
L'iniziativa di An sembra però lasciare piuttosto tiepido l'alleato leghista. Davide Boni, capogruppo in Regione della Lega Nord, si è affrettato a precisare che "la mozione non è iniziativa della Lega. Vi ha aderito solo un nostro consigliere, a titolo personale. Certo condivido la parte in cui si sottolinea l'importanza delle origini storico- culturali della regione. Ma non vorrei che, dopo aver esagerato da una parte, si passasse a esagerare dall'altra".


La Repubblica - 11/11/2000
 
Sui libri il Polo si divide
Solo Fini difende Storace
 
ROMA (m.cal.) - Di prima mattina Gianfranco Fini sminuisce e chiede di "non strumentalizzare politicamente" la mozione della regione Lazio sui libri di storia. Ma è troppo tardi: il caso è già esploso e nel giro di poche ore il leader di An si vedrà costretto a convocare in via della Scrofa il primo firmatario, il capogruppo del suo partito in consiglio regionale Fabio Rampelli e a dichiarare: "La vicenda ha assunto una dimensione nazionale. Dunque, interverrò io".
Fini, a quanto si racconta, non era informato dell'iniziativa, e, dopo le fiammate polemiche, ha deciso di gestirla in prima persona tornando più volte sull'argomento, con l'intento di spiegare e ridimensionare l'accaduto, ma anche per rintuzzare gli attacchi dell' Ulivo. Intanto nel centrodestra si aprivano tre diversi fronti: c'erano i pasdaran che hanno cavalcato la polemica, i frenatori, ma anche chi si è indignato e ha preso le distanze. Tra questi ultimi il capogruppo di Forza Italia a Montecitorio Beppe Pisanu, che pur parlando di libri di "una faziosità inaudita" ha bollato l'iniziativa come "francamente inopportuna". "Hanno individuato il male - ha aggiunto - e poi hanno trovato una medicina sbagliata, il problema è trovare la medicina giusta". Critico anche il vicepresidente della Camera Carlo Giovanardi (Ccd), che ha definito "inaccettabile l'idea che le regioni finanzino una riscrittura dei libri di storia da distribuire gratuitamente".
Fini ha difeso il merito della mozione: "Non c'è - ha sottolineato - alcuna censura, nè alcun testo messo all'indice, nè alcun attacco all'autonomia scolastica e men che meno alla libertà di pensiero e di stampa, ma, molto più semplicemente, la sacrosanta richiesta di verificare, attraverso una commissione di esperti, se i libri di testo sono scritti in modo intellettualmente onesto". Ha invece contestato le "furibonde reazioni del centrosinistra, che manifestano il tentativo, verbalmente violento e disperato, di mistificare la realtà".
Tra i più accesi a difendere la decisione della regione Lazio il responsabile di An per la famiglia Riccardo Pedrizzi, che l'ha definita "democratica e sacrosanta" e il forzista Franco Frattini, secondo cui rivedere i libri di scuola "non è un'ingerenza sull'autonomia scolastica ma un obbligo morale". Giudizio positivo dalla Lega, che vede la mozione "inquadrata nell' ottica della devolution, cioè di portare le competenze reali della scuola a livello regionale" e che ha chiesto venga presentata in Lombardia.
Nel silenzio di Berlusconi e del coordinatore azzurro del Lazio, Antonio Tajani, una frenata è venuta dal capogruppo in regione Rodolfo Gigli: "Sarebbe un errore considerare la mozione un attacco ideologico, volto a condannare l'ideologia marxista e a favorirne altre. Questa è la posizione di Forza Italia".
Per Giovanardi invece "se esiste il problema di una storiografia di parte e non è scandaloso chiedere di sapere, a livello informativo, cosa gira nelle scuole", è "preoccupante e inaccettabile l'ultima parte del documento, dove si dice che la regione vuole incentivare dal punto di vista finanziario la scrittura di libri di storia". "E' inquietante - ha aggiunto a nome del Ccd - che ogni regione pensi di ricostruire una verità storica. E purtroppo vedo che anche altre regioni adesso vogliono seguire l'esempio: siamo di fronte ad uno straripamento di competenze". "E' giusto promuovere un'indagine conoscitiva sull' editoria scolastica, senza con questo mettere minimamente in discussione la libertà di insegnamento da un lato, e senza rivalutare il fascismo dall'altro", ha aggiunto il leader del Cdu Rocco Buttiglione, mentre a rompere la compattezza di An c'è Enzo Palmesano, che ha chiesto più serenità: "Del resto i libri "faziosi" non hanno impedito a Storace di diventare presidente della regione, ma potrebbero impedire ad An di presentarsi come forza politica davvero convinta della "svolta di Fiuggi"".


 
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