Riforme Istituzionali
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Corriere della sera - 18/11/2000

Ghigo: un primo passo importante, il Polo rifletta
 MILANO - Non cambia parere, nonostante gli anatemi ricevuti (e che probabilmente continuerà a ricevere) dagli alleati leghisti. «Questa riforma è soltanto un primo passo, ma resta estremamente importante per le Regioni»: il berlusconiano Enzo Ghigo, presidente del Piemonte, si conferma uomo del dialogo. Forte del suo ruolo istituzionale di coordinatore di tutti i «governatori» italiani, ha lungamente lavorato sotto traccia per ammorbidire l’opposizione della Casa delle Libertà nei confronti della riforma «minifederalista». Non c’è riuscito. È stato anche preso a male parole dal leghista Roberto Maroni («Ghigo si decida: da che parte sta?» gli ha tuonato il vice Bossi nei giorni scorsi). Ma il «governatore» piemontese non ha perso la speranza in un cambiamento di rotta. Non fosse altro per il timore che alberga nel Polo di ritrovarsi in primavera a dover fare i conti con il referendum confermativo, arma che l’Ulivo intende utilizzare qualora la riforma venisse licenziata dal Parlamento con meno dei due terzi dei voti. Paure che invece non sfiorano il presidente veneto Giancarlo Galan («Era una riformucola e tale è rimasta») e il ligure Sandro Biasotti («Amato ha partorito un topolino»).
Presidente Ghigo, il Polo ha scelto il muro contro il muro. I suoi appelli non sono serviti...
«Il comportamento di Polo e Lega è stato quello di una corretta opposizione. L’ostruzionismo si è manifestato in forme contenute e, a differenza di quanto avvenuto alla Camera, la Casa delle Libertà non ha abbandonato l’aula del Senato».
 
Però i giudizi sulla riforma restano durissimi. Che ne pensa?
«Ritengo che questo testo sia un primo passo. Solo un inizio. È del tutto prematuro, su questo non c’è il minimo dubbio, parlare di assetto federale dello Stato. Però, per noi presidenti di Regione, è comunque un passo importante».
 
Spera ancora in un atteggiamento più morbido del Polo durante la seconda lettura della riforma?
«Una riflessione credo che verrà fatta, dovrà essere fatta. Mi auguro che la campagna elettorale non condizioni negativamente questo processo. Poi si vedrà...»
 
Quanto pesa l’assenza della Camera delle Regioni nella riforma?
«È una grave carenza. Un organismo di quel genere, che dia massima espressione alle istanze delle autonomie locali, è ormai ineludibile. Ho proposto al Parlamento di prendere un solenne impegno perchè la Camera delle Regioni possa essere istituita nella prossima legislatura».
 
Il governo non esclude l’ipotesi di bloccare i referendum sulla devolution del Piemonte e della Lombardia. Come reagireste?
«Sarebbe una grave ingerenza. Tali consultazioni si basano infatti su una legge regionale già approvata dall’esecutivo».

 
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