Riforme Istituzionali
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Corriere della
sera - 27/02/2001
Errani e Ghigo, appello per il federalismo
I presidenti di Emilia-Romagna (Ds) e Piemonte
(Forza Italia): una legge utile per quanto parziale e da integrare in futuro
Il vertice dell’Ulivo: faremo la riforma. Il segretario
diessino: capisco i dubbi sul canone, la tv pubblica deve avere identità
ROMA - La Costituzione può attendere. Silvio
Berlusconi corregge il tiro, non dice più che in caso di vittoria
la Casa delle Libertà procederà a colpi di maggioranza per
riformare la prima parte della Carta costituzionale. E, ieri, il vertice
dei segretari dell’Ulivo lascia cadere l’argomento. Perché, per
dirla con il diniano Pino Pisicchio: «Le riforme istituzionali vanno
fatte insieme. Ma per arrivare a questo bisogna prima raffreddare la temperatura».
Così il centrosinistra preferisce virare sul federalismo. Domani
mattina organizzerà un’assemblea dei parlamentari eletti e degli
amministratori del centrosinistra, per appoggiare la riforma costituzionale
federale arrivata alla seconda lettura e che la Camera potrebbe varare
in via definitiva prima dello scioglimento. Lo spunto è offerto
da un appello bipartisan del presidente e del vicepresidente della Conferenza
delle Regioni: il forzista Enzo Ghigo e il diessino Vasco Errani: «Sarebbe
utile fare questa riforma, per quanto parziale e da integrare in futuro,
perché si aprirebbe la strada ai nuovi statuti delle Regioni...».
Il testo viene consegnato a Rutelli e ai segretari quando il vertice dell’Ulivo
è già iniziato. Il candidato premier tira un sospiro di sollievo:
«Questo ci aiuta». Il leader dei Democratici Arturo Parisi
loda il «senso di responsabilità» di Ghigo. Clemente
Mastella assicura che la maggioranza, anche se per un soffio, è
in grado di far passare la legge sul federalismo: «I numeri ci sono».
Il segretario dell’Udeur avrebbe convinto la recalcitrante Irene Pivetti
a votare il federalismo e si sarebbe assicurato il voto di un dipietrista.
Mercoledì l’ottimismo dell’Ulivo passerà al vaglio di Montecitorio.
Ma Rutelli vuole essere sicuro di segnare il gol a Berlusconi, che aveva
dichiarato chiusa la partita delle riforme. Così mercoledì,
prima di risalire sul treno elettorale in Campania, parlerà ai parlamentari
e agli eletti del centrosinistra. Naturalmente ieri, al termine del vertice,
ha sottolineato più volte «l’importanza della presa di posizione
dei presidenti del Piemonte e dell’Emilia-Romagna». Ricordando che
il provvedimento «nasce dal lavoro fatto in Bicamerale con il consenso
del centrodestra e delle Regioni».
In mattinata, presentando il Girasole, la «terza
gamba dell’Ulivo» dopo i Ds e la Margherita, Rutelli si era tolto
anche qualche sassolino dalla scarpa. Dopo aver sottolineato «l’ulteriore
semplificazione» dell’Ulivo partito con otto formazioni politiche,
operazione alla quale - come ama sottolineare - «nessuno credeva»,
ha attaccato il leader dell’opposizione: «Berlusconi è uno
squalo di plastica e come tale non fa paura a nessuno». Poi è
tornato a picchiare sulla «destra integralista e fondamentalista».
E la sua presunta ineleggibilità? Tocca ai Comitati Rutelli precisare:
«Se le Camere verranno sciolte prima del 9 maggio, Rutelli sarà
pienamente eleggibile, qualunque sia la data delle elezioni».
Intanto, intervistato da Radio Radicale, il segretario
dei Ds Walter Veltroni giudica «legittimo» il dubbio sul pagamento
del canone Rai: «La Rai deve trovare una sua identità, recuperare
una televisione che abbia un rapporto con la realtà, con la storia
del nostro Paese». Poi commenta i dati sui politici in video: «Non
c’è nessun Paese al mondo in cui il capo dell’opposizione è
più presente del presidente del Consiglio».
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