La riforma spacca anche An
Fini: «I governatori esagerano. Il testo è buono».
Storace: «E' un obbrobrio»
A. CO.
ROMA - Non accenna a rientrare la rivolta dei governatori di entrambi
i poli contro la riforma costituzionale approntata dal governo e dalla
maggioranza. Ieri, da Napoli, Gianfranco Fini ha provato a minimizzare
la polemica, incassando per tutta risposta un nuovo pronunciamento dei
presidenti di regione. Capitanati stavolta proprio dal nazional-alleato
Francesco Storace. «Le critiche dei governatori - aveva detto il
vicepremier -mi sembrano eccessive. Il testo in discussione è equilibrato».
Di sfuggita, Fini ha anche confermato che non è affatto superata
la proposta di accorpare le elezioni del senato federale e quelle delle
regioni già nel 2006, rinviando di un anno le elezioni regionali
del 2005. «Dipende dal parlamento», ha affermato.
La replica di Storace non si è fatta attendere: «A Fini vorrei dire che occorre avere maggiore rispetto dei ruoli che ciascuno riveste, a partire dal mandato popolare. La riforma proposta dal governo era una cosa. Il pasticcio che si sta scodellando in parlamento è un obbrobrio». Non che il governatore del Lazio si fermi qui. Elenca tutto quel che «non gli piace» nel comportamento del governo in materia, e la lista è lunghissima. Conclude facendo sapere che se Bossi sarà presente, il 27 marzo, alla manifestazine della Cdl per ricordare la vittoria elettorale del '94, «bisognerà tenere aperte le frutterie».
Si associa a Storace il presidente della Lombardia Formigoni. Toni opposti, contenuto se non identico molto simile: «Sulla riforma federalista le regioni avevano trovato un accordo con Berlusconi e Bossi. Nel testo approvato dal senato quell'accordo non si è realizzato. Ecco perché occorre un nuovo incontro con Berlusconi e Bossi».
Tra i governatori targati centrosinistra è Antonio Bassolino a rimbeccare Fini: «Sbaglia: le nostre preoccupazioni non sono affatto eccessive. Sono fondate sul rischio di avere un federalismo per giustapposizione, con un senato federale che anziché essere il senato delle regioni diventa una camera di controllo sull'attività delle regioni stesse».
Il braccio di ferro con i governatori costituisce una minaccia seria
per la maggioranza anche perché apre un varco a quanti, nella Cdl,
contrastano la riforma per motivi che sono in netto contrasto con quelli
dei presidenti di regione. Il segretario dell'Udc Follini, ad esempio,
risponde duro ai governatori, ma non per difendere la riforma quanto per
reclamare una correzione di taglio opposto. «Il testo - afferma -
mi pare generoso verso le regioni, non mi sembra di impronta centralistica.
E' indispensabile rendere chiare le competenze dello stato e delle regioni,
mentre oggi c'è una gran confusione. Credo che in questo contesto
risatbilire la formula dell'interesse nazionale non sia peregrino».
E il sindaco di Roma Veltroni affonda la lama, dicendo quel che buona parte
dell'Udc pensa: «La devolution che vuole Bossi sfascerà questo
paese e renderà tutto più difficile per i cittadini».
Con simili esigenze opposte che convivono a fatica nella maggioranza, è
facile prevedere per la riforma un percorso sempre più accidentato.
Venezia 8 mar. - (Adnkronos)
- ''Giancarlo Galan ha pienamente ragione nel condannare il catastrofismo
del Governatore della Regione Lazio Francesco Storace. La Lega Nord si
schiera compatta, assieme a Galan, a favore delle necessarie ed improcrastinabili
riforme costituzionali, e contro la protervia e la dissennatezza politica
del romanocentrico Storace''. Lo afferma il capogruppo leghista in Regione
Veneto, Franco Manzato con una nota che s'inserisce nella polemica a distanza
sorta tra i Governatori Galan e Storace in merito alla nascitura riforma
federalista dello Stato Italiano.
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