La Corte Costituzionale si è pronunciata oggi sulla serie di ricorsi presentati da diverse regioni sul condono 2003 e ha giudicato costituzionalmente ammissibile il provvedimento statale solo in linea di principio. La Consulta ha confermato, cioè, la piena legittimità dello Stato a determinare il provvedimento in linea generale e sul piano delle responsabilità penali, ma ha sottolineato la competenza regionale sul versante amministrativo facendo così, di fatto, slittare il termine previsto per la fine di luglio.
La Corte ha stabilito che sono illegittime diverse disposizioni del testo di Tremonti, perché intervenivano su materia di competenza, appunto, delle Regioni. Diventa così inevitabile lo slittamento del termine di presentazione delle domande di condono. L'organo costituzionale ha infatti deciso che alla sua pronuncia dovrà far seguito una nuova legge dello Stato che determini alcuni indispensabili termini per far funzionare il nuovo tipo di condono.
"Il legislatore dovrà provvedere a ridefinire i termini previsti
per gli interessati (ciò ovviamente facendo salve le domande già
presentate)", ha scritto la Consulta, che ha aggiunto: "E' peraltro evidente
che la facoltà degli interessati di presentare la domanda di condono
dovrà essere esercitabile in un termine ragionevole a partire dalla
scadenza del termine ultimo posto alle Regioni per l'esercizio del loro
potere legislativo". Rinvio, quindi, a data da destinarsi.
Al di là dei termini temporali, le tre sentenze della Corte
comunque parlano chiaro: il provvedimento straordinario sugli abusivismi
edilizi è appannaggio dello Stato ma la determinazione dei tetti
massimi (nei limiti fissati a livello centrale), quali tipologie possono
essere condonate e per quali volumetrie lo devono stabilire le amministrazioni
locali. Pena: la incostituzionalità del provvedimento statale.
La decisione arriva grazie ai ricorsi presentati da moltissime Regioni (Basilicata, Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Marche, Toscana e Umbria) e valorizza senza mezzi termini l' autonomia degli enti locali rispetto al potere centrale. Importante soprattutto la dichiarazione di illegittimità costituzionale della norma che sottraeva agli enti locali il potere di far eseguire le demolizioni degli edifici illegalmente costruiti.
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