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Osservatorio sulla devolution
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 Corriere della sera   08-07-2004
 
Ghigo: siamo la guida dei Comuni Però il Parlamento chiarisca i ruoli
 
«Le dico subito che sono d’accordo con Formigoni, ma non è per appartenenza sindacale», sorride Enzo Ghigo, presidente azzurro del Piemonte.
E allora perché?
«Perché nella mia regione, tanto per dire, ci sono 1.208 Comuni. Tutti sovrani, per carità. Ma è ovvio che ci deve pur essere qualcosa che metta queste realtà nella condizione di avere una guida».
 
Secondo Veltroni, si invade il campo dei Comuni.
«Ma no, la Regione non dev’essere vista come un’istituzione invadente, piuttosto è il punto di riferimento nel territorio. Del resto la polemica sul centralismo regionale è vecchia, non vedo cosa cambi: Comuni e Province gestiscono, esercitano, applicano le leggi, ma nel nostro Paese il potere legislativo è sempre stato dello Stato e delle Regioni. La differenza è che ora vengono trasferite a livello regionale alcune competenze statali...»
 
Dice poco: sanità, istruzione, sicurezza...
«Il tema della devoluzione è stato demonizzato dal centrosinistra, la classica battaglia di bandiera. Già ora, ad esempio, la sanità è di fatto "devoluta" alle Regioni. Ma non significa che si creino disparità: ci sarà una legge quadro che definirà i servizi da fornire ai cittadini, dopodiché ogni Regione sarà chiamata a garantirli».
 
Però le Regioni acquistano potere, o no?
«Vorrei fare presente che tutte le Regioni devono prevedere nei propri statuti la cosiddetta "Conferenza delle autonomie locali": a Province e Comuni vengono sottoposte le leggi per un parere».
 
E sarà vincolante?
«No, però è chiaro che i consigli regionali lo terranno in considerazione. È assolutamente necessario mantenere la linea del chi fa cosa».
 
Ovvero?
«L’essenziale è definire con chiarezza le competenze. Non serve a nulla mettersi ad agitare lo spauracchio di un nuovo centralismo nel momento in cui si tratta di trovare un equilibrio tra Europa, Stati, Regioni e così via».
 
Il suo collega Errani dice che c’è una sovrapposizione di ruoli fra Camera, Senato e Regioni...
«Beh sì, questa è un’affermazione condivisibile. Il punto ora è questo: chiarire i ruoli. C’è anche il problema di cosa accadrebbe se Senato e Camera avessero maggioranze diverse... Adesso inizierà la discussione alla Camera e credo ci sarà l’occasione di migliorare. L’unica cosa da evitare, ora, è un’impasse: siamo a metà del guado, la riforma va completata, lasciar perdere sarebbe un errore gravissimo».
 
G. G. V.



 
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