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 L'Unità   11-07-2004
 
Chiamparino: così il governo ci costringe a diventare fuorilegge
 
«Impossibile. Semplicemente impossibile. Ridurre del 10% la spesa corrente, così come vuole la manovra del governo, nel 2005 sarà insostenibile. Ma iniziare addirittura quest’anno è proprio impraticabile. È una mossa da disperati. Che non si può attuare».
 
Sindaco, che significa “impossibile”? Che se non interviene una “correzione della correzione”, i Comuni finiscono tutti fuori legge?
«Direi proprio di sì. Possiamo anche dare le chiavi dei Comuni a Palazzo Chigi, tanto...Anche perchè questa non è la Finanziaria, che perlomeno prevede un iter parlamentare durante il quale possono intervenire degli emendamenti, delle limature».
Qui c’è un decreto legge.
«Appunto. Quindi più difficile da modificare».
 
Sergio Chiamparino, sindaco di Torino ma anche responsabile della finanza locale per l’Anci (l’Associazione dei Comuni), parla di «incredulità e di rabbia» per gli effetti della manovra di Berlusconi sugli Enti locali. L’ha già detto il presidente dell’Anci, Leonardo Domenici, che ha di fatto rotto con il governo, lo ripete Chiamparino. I Comuni del sud sono i più colpiti, ma anche quelli del centro e del nord sono «totalmente indisponibili» a recepire la manovra. E stanno già mettendo a punto per la settimana prossima forme di mobilitazione comune.
 
I Comuni sono indisponibili?
«Se questa è la situazione, non ci sediamo nemmeno al tavolo. E sulle prossime manovre, Dpef, Finanziaria, chiediamo un tavolo di concertazione al quale portare le nostre proposte. Ma prima va corretto il punto del 10%...».
Facciamo due conti: che vuol dire nel concreto il taglio del 10% per beni e servizi a partire dal 2004?
«A Torino abbiamo 1 miliardo e 200 milioni di spesa corrente, il 10% fa più di 100 milioni. Faccio salvi i servizi sociali, e azzero - azzero proprio, non è un modo di dire - tutto il resto? O tolgo risorse a tutti i capitoli indifferentemente? Questo vuol dire. Le prime prove per le Olimpiadi sono fissate per gennaio 2005, e solo per queste gli organizzatori ci hanno chiesto 3 milioni di euro come compartecipazione alle spese. Dove li prendo? Solo il costo del rinnovo del contratto di lavoro dei dipendenti degli Enti locali, firmato dal governo, rappresenta un aumento del 6% sulle spese. La manovra prevede il contenimento delle spese per consulenze, che rischia di bloccare le opere pubbliche, la riduzione di 250 milioni dei fondi per la programmazione negoziata e i contratti d’area, che penalizza il Mezzogiorno...Assurdo. Ma poi, per quest’anno i bilanci sono già stati approvati, i contratti firmati. È per questo che è impossibile quello che ci chiede il governo ».
Potreste rescinderli, i contratti. Così verrete pure sommersi dalle cause legali.
«Ecco, appunto. È un’idea».
Una follia.
«In questa follia, una logica c’è, se l’obiettivo è far ricadere tutte le risorse disponibili sulla riduzione fiscale. Che poi, a questo proposito vorrei chiarire un punto».
Prego.
«Visto che i trasferimenti ai Comuni vengono calcolati proprio sulla base dell’imponibile, quello del 2000, se le aliquote vengono ridotte per noi ci saranno meno soldi. Forse che lo Stato intenda farsi carico del differenziale?».
C’è anche la questione della Corte dei Conti, che torna a dover controllare i bilanci trimestralmente. Perchè, secondo lei?
«L’unica logica che vedo è quella del controllo. Di sicuro, se c’è una manovra centralista è proprio questa, ed è pure in contraddizione con quanto previsto dalla Costituzione. Noi non abbiamo alcun timore a sottoporci all’esame della Corte dei Conti: ha sempre sancito la nostra correttezza nel rispetto delle regole del Patto di stabilità. Non è questo il punto. Il punto è la tanto sbandierata autonomia degli Enti locali. E meno male che abbiamo al governo un partito che continua a dire che o fanno il federalismo o si va tutti a casa...».



 
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