Riforme Istituzionali
Osservatorio sulla devolution
 
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REFERENDUM DEVOLUTION: SI' A MODIFICHE TECNICHE PER VOTARLO IL 13 MAGGIO

Milano, 27 marzo 2001 - Il Consiglio regionale, presieduto da Attilio Fontana (Lega Nord), ha approvato in serata a voto segreto (44 voti favorevoli, 25 contrari, nessun astenuto), il progetto di legge di modifica della normativa relativa ai referendum regionali. "Queste nuove norme - ha detto il relatore Davide Boni, capogruppo della Lega Nord, - sono in sostanza aggiustamenti tecnici resisi necessari dalla decisione di far svolgere contemporaneamente le elezioni politiche e il referendum sulla devolution. L'organizzazione delle consultazioni risponde infatti a leggi diverse che dovevano essere armonizzate. Per esempio, erano previsti orari diversi entro i quali i cittadini devono votare. Adeguando le norme regionali a quelle statali per le elezioni politiche, si eviteranno confusioni e si agevolerà il compito dei cittadini lombardi". Prima del dibattito generale, cui hanno partecipato numerosi consiglieri regionali e l’assessore ai rapporti col Consiglio Romano Colozzi, erano state respinte una "questione sospensiva" e una "questione pregiudiziale" presentate dai capigruppo della minoranza. I contenuti di questi documenti sono stati illustrati dal consigliere Claudio Bragaglio (Ds), il quale ha sostenuto che il provvedimento "è stato portato avanti dalla maggioranza attraverso forzature regolamentari"; che non è stata accettata una discussione abbinata con progetti di legge sullo stesso argomento già presentati in Consiglio; che non sono state prese in considerazione le richieste, come quella avanzata dalla Lega delle autonomie locali, di audizione in Commissione. L’Aula ha poi respinto numerosi emendamenti presentati dalle opposizioni. Per dichiarazione di voto sono intervenuti i consiglieri Martinazzoli (Ppi), Ferrari (Ds), Confalonieri (Rif. Com.), Monguzzi (Verdi), Strik Lievers (Radicali).

I lavori consiliari sono proseguiti con il dibattito generale sul progetto di legge di programmazione della rete viaria regionale (relatrice Margherita Peroni-FI) durante il quale è intervenuto l'assessore alle Infrastrutture e mobilità, Massimo Corsaro (An).
 
RICORSO GOVERNO SU REFERENDUM, LA DIFESA DELLA REGIONE
 
(Ln - Milano, 29 mar) Il referendum consultivo sulla devoluzione della Regione Lombardia e' perfettamente legittimo per tre fondamentali motivi. Primo: l'indizione della consultazione referendaria da parte del Consiglio regionale e' garantita dallo Statuto della Regione Lombardia. Secondo: la fissazione della data con un decreto del presidente e' stato un atto dovuto ai sensi di legge. Terzo: non c'e' danno per l'unita' nazionale perche' non si fa leva sulla collettivita' regionale per una revisione costituzionale. Si basa su questi principi la dettagliata memoria difensiva che la Regione Lombardia ha presentato alla Corte costituzionale in vista dell'udienza di sospensione del 5 aprile, a seguito del ricorso per conflitto di attribuzione intentato del Governo sulla delibera consiliare di indizione del referendum. Il documento e' stato presentato oggi in una conferenza stampa dal presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni insieme al prof. Beniamino Caravita di Toritto, costituzionalista e consigliere del presidente, nonche' legale della Regione per questa causa. Erano presenti anche gli assessori Bernardo e Zanello. ''Dopo l'approvazione da parte del Consiglio regionale - ha detto Formigoni - il 15 settembre scorso della delibera di indizione del referendum consultivo, il mio decreto del 28 febbraio per fissare la data era un atto dovuto. Le scadenze e le procedure per le consultazioni referendarie sono infatti fissate da una legge regionale, che io sono tenuto a rispettare''. ''L'indizione presidenziale del referendum - si legge nella memoria - si configura come atto consequenziale alla delibera consiliare di consultazione referendaria: in mancanza di provvedimenti cautelari, il presidente della Giunta, proprio per agire nel massimo rispetto dell'ordinamento, non ha potuto sottrarsi ad un adempimento che la legge regionale configura come dovuto''. Inoltre, il referendum consultivo lombardo non va a toccare in alcun modo procedimenti di revisione costituzionale, che facciano leva sulla collettivita' regionale. ''La sentenza nr. 496/2000 di codesta Corte costituzionale - si legge ancora nella memoria - ha disegnato limiti precisi all'intervento popolare nel procedimento di revisione costituzionale. Bene, la Regione Lombardia [...] si pone al di sotto dei limiti fissati dalla sentenza. E, infatti, ratio di quella sentenza, e' [...] quella di impedire il frazionamento del popolo italiano in tante collettivita' popolari regionali, nel procedimento di revisione [...]. Cosi' interpretata la sentenza, l'iniziativa regionale mai attinge a siffatti livelli''. ''Il nostro scopo - ha commentato Formigoni - e' solo quello di chiedere un parere ai nostri cittadini sulla possibilita' di ampliare le competenze regionali su sanita', istruzione e polizia locale, ma nell'ambito della costituzione vigente e nel quadro dell'unita' nazionale, come richiama espressamente il quesito che abbiamo proposto''. ''Volete voi che la Regione Lombardia, nel quadro dell'unita' nazionale, intraprenda le iniziative istituzionali necessarie alla promozione del trasferimento delle funzioni statali in materia di sanita', istruzione, anche professionale, nonche' di polizia locale alla Regione''. Questo il testo del quesito referendario, che cosi' viene commentato nella memoria difensiva: ''Espressioni quali 'iniziative istituzionali' e 'nel quadro dell'unita' nazionale' sono di per se' idonee ad escludere la possibilita' di ritenere che si sia inteso consultare la collettivita' regionale lombarda [...] allo scopo di intraprendere una iniziativa legislativa specifica con la finalita' di interferire in qualche modo col principio di unita' nazionale''. ''L'unico motivo - ha concluso Formigoni - che potrebbe indurre la Consulta a sospendere il referendum e' che il referendum stesso sia considerato come un pericolo per l'unita' nazionale. Crediamo di aver ampiamente dimostrato come non ci sia nulla di piu' lontano dalle nostre intenzioni di questa idea. Per questo motivo abbiamo molta fiducia in un pronunciamento favorevole della Consulta''. L'assessore Zanello ha sottolineato ''la tempestivita' e la professionalita' del Consiglio regionale e dell'intera maggioranza'' nel portare avanti l'iniziativa del referendum. ''E' stato tutto studiato nei minimi dettagli'' - ha detto. L'assessore Bernardo, nell'auspicare un pronunciamento favorevole della Consulta ha ribadito come questa sarebbe una decisione ''attesa da tutti i cittadini lombardi''. (Ln)


La Repubblica 28-03-2001

Formigoni: "Sulla Consulta pressioni del Centrosinistra"
E il Polo vuole la devolution autostradale
Attacco del presidente a otto giorni dal pronunciamento sul referendum regionale
 
Rodolfo Sala
 
Non ha dubbi, Roberto Formigoni: «È noto a tutti che il centrosinistra fa pressioni sulla Corte costituzionale perché dia parere negativo». Il parere è quello sul referendum regionale sulla devolution, e la Consulta lo esprimerà il prossimo 5 aprile. «Nell'attesa - dice il presidente della giunta regionale - noi andiamo avanti: sono altri che si agitano, più esamino le carte e più emerge che il referendum è ammissibile». Un'uscita, quella di Formigoni, sulle orme della polemica contro l'alta Corte lanciata da Berlusconi. «Nel maldestro tentativo di emulare il cavaliere ha commentato Giuliano Pisapia, indipendente del Prc Formigoni dimostra un identico strabismo politico che conferma la volontà di colpire il massimo organo di garanzia del Paese».
E nell'«andare avanti» formigoniano c'è senz'altro l'estremo tentativo della maggioranza di centrodestra del Pirellone di far coincidere la data del referendum con quella delle Politiche. Per questo il Consiglio ieri ha approvato una riforma del regolamento sulle consultazioni referendarie regionali. Secondo quello attuale le votazioni si debbono tenere dalle 8 alle 20, secondo quello nuovo dalle 7 alle 20, lo stesso orario previsto per le Politiche. Un escamotage «illegittimo e inutile - dice il capogruppo dei Ds in Regione Pierangelo Ferrari - anche perché la Corte lo dichiarerà inammissibile». «Il presidente e la giunta - aggiunge Mino Martinazzoli - hanno indetto il referendum in base a una legge che oggi, però, viene modificata: dunque cade il presupposto del referendum».
Le opposizioni hanno sollevato una questione pregiudiziale e chiesto una sospensiva. La proposta sarebbe stata portata in aula attraverso «forzature regolamentari», prima fra tutte la mancata discussione, in sede di commissione, di altre proposte di legge sullo stesso argomento già presentati in Consiglio. Polo e Lega hanno fatto muro, e respinto anche il centinaio di emendamenti delle minoranze. «È un caso clamoroso di discrasia istituzionale - ha commentato il verde Carlo Monguzzi - perché questo ineffabile centrodestra ha cercato in tutti i modi di impedire che elezioni amministrative e politiche si tenessero nello stesso giorno».
E sempre ieri il Consiglio doveva approvare un provvedimento con cui il Pirellone rivendica la facoltà di costruire strade «regionali» attraverso lo strumento della «finanza di progetto», cioè con fondi di privati ai quali sarà la Regione, e non lo Stato, a dare le concessioni. Contrarie le opposizioni. Ma è mancato il numero legale: seduta sospesa. L'Agenzia regionale di stampa nel pomeriggio ha però dato la notizia dell'approvazione del progetto di legge. «Un fatto grave - ha detto in aula il radicale Giorgio Myalloner - Abbiamo forse già sciolto il Consiglio? Chi è il responsabile di questa arroganza senza precedenti?».

 
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