Corriere.it 20-09-2005
Camera, la devolution rinviata a ottobre
Fa effetto l'ostruzionismo del centrosinistra: 274 deputati iscritti
a parlare Camera, la devolution rinviata a ottobre Casini: troppe richieste
di intervento, discussione rimandata. L'Udc: «Il federalismo? Non
è priorità»
ROMA - Il voto sulla riforma costituzionale - che contiene anche le
norme sulla devolution tanto cara alla Lega - slitta ad ottobre. L'annuncio
lo ha dato nell'aula di Montecitorio il presidente Pier Ferdinando Casini,
dopo aver constatato l'elevato numero di richieste di intervento come dichiarazione
di voto - 274 - che avrebbero finito per impegnare l'assemblea per diverse
sedute (ogni deputato che interviene ha a disposizione di 10 minuti, per
un totale dunque di 46 ore, vale a dire almeno una settimana se non vengono
convocate sedute notturne). Un effetto, questo, dell'ostruzionismo proclamato
dal centrosinistra dopo l'annuncio da parte della Cdl di una modifica in
senso proporzionale della legge elettorale.
DATA DA DEFINIRE - La discussione è rimandata ad una data che
dovrà ancora essere stabilita dalla riunione dei Capigruppo. Ma
già si annunciano forti polemiche. Domenica da Venezia lo stato
maggiore della Lega aveva lanciato pesanti avvertimenti agli alleati, ponendo
l'approvazione della riforma come condizione irrinunciabile per il proseguimento
dell'alleanza. «Se la devolution non fosse approvata - aveva avvisato
Roberto Maroni - un secondo dopo la Lega uscirà dal governo».
GLI SCENARI NEL POLO - Anche il presidente di An, il vicepremier Gianfranco
Fini, nei giorni scorsi aveva preso posizione dicendo che prima di ogni
altra cosa, e in particolare prima del vaglio di una nuova legge elettorale,
avrebbe dovuto essere archiviata la riforma costituzionale. Il rinvio deciso
martedì mattina presta però il fianco a nuovi malumori. Sempre
in mattinata, del resto, Silvio Berlusconi ha rilanciato il tema della
legge elettorale proporzionale e lanciato agli alleati una sorta di ultimatum:
basta attaccarmi, o con me o fuori. Quindi il rischio concreto è
che la discussione sulla legge elettorale passi in primo piano e che la
devolution sia rinviata all'infinito. Un'ipotesi, questa, che la Lega non
potrà accettare.
CALDEROLI: NON SONO PREOCCUPATO - Il ministro delle Riforme, il leghista
Roberto Calderoli, non si dice comunque preoccupato e ringrazia l'opposizione
di avere attuato un ostruzionismo «pulito»: «L'ipotesi
peggiore - spiega - sarebbe stata ben diversa. Avrebbero potuto iscrivere
all'inizio quattro parlamentari, così il dibattito sarebbe proseguito,
e poi a mano a mano si sarebbero potuti aggiungere i duecento e passa parlamentari
a parlare. Invece, hanno preferito fare un ostruzionismo pulito, iscrivendo
al dibattito subito 270 deputati. In questo modo era chiaro che ci sarebbe
stato un rinvio. Tutto sommato, a noi va bene così...».
L'UDC: NON E' PRIORITA' - Di parere leggermente diverso Marco Follini,
leader udc, che giudica «non prioritaria» nell'agenda politica
la devolution e indica la legge elettorale e l'economia gli argomenti da
affrontare «con una discussione profonda e senza il coltello fra
i denti».
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